Pescara

‘Pescara – Mi piace’ richiede ulteriori analisi prima di rimuovere i divieti di balneazione

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La richiesta di campionamenti straordinari  è motivata dal fatto che, a causa del nubifragio dei giorni scorsi , saranno stati  aperti i troppo pieni e i liquami saranno stati scaricati direttamente nel fiume e quindi nel mare

PESCARA – L’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiedono che prima di rimuovere il divieto di balneazione post-nubifragio sul litorale pescarese vengano effettuate  analisi ufficiali da parte dell’Arta in quanto non si fidano delle dichiarazioni del sindaco Alessandrini e soprattutto del vicesindaco Del Vecchio.

Infatti l’Associazione avendo chiesto chiarimenti nelle sedi giudiziarie deputate ha appurato  che quando le portate dei reflui superano le capacità di assorbimento del depuratore, vengono aperti i troppo pieni e i liquami vengono scaricati direttamente nel fiume e nel mare, senza alcuna disinfezione.

Se i cartelli verranno rimossi senza   attendere gli esiti di analisi ufficiali, l’Associazione  interpellerà nei prossimi giorni direttamente la Asl di Pescara, nella figura del manager Armando Mancini, oltre che l’assessorato all’Ambiente della Regione Abruzzo, chiedendo di imporre al Comune il rispetto della normativa

“Non ricordiamo a memoria d’uomo una stagione estiva tanto triste come quella del 2016, con le spiagge locali semideserte, tanti pescaresi costretti a emigrare verso sud o verso nord per una giornata al sole, e il caos che regna sovrano. Una situazione più che prevedibile dopo la montagna di bugie inerenti la balneazione messe in cantiere nell’estate 2015 dalla giunta Alessandrini, e poi crollate come un castello di carta di fronte all’evidenza – hanno ricordato l’avvocato Fiorilli e Foschi –. E non è finita: nei giorni scorsi Pescara è stata colpita da un nubifragio, certo non un’esondazione come quella del dicembre 2013, ma comunque un temporale estivo di forte intensità che, nonostante i pre-allerta, la giunta Alessandrini non ha saputo neanche affrontare, e mezza città si è ritrovata sott’acqua, con i tombini che, invece di assorbire e far defluire la pioggia, rigurgitavano l’acqua all’esterno, portando a galla di tutto, compresi reflui e rifiuti. Un episodio che ha subito sollevato le nostre preoccupazioni perché, appena qualche mese fa, in occasione di una pioggerella neanche intensa, abbiamo scovato la lettera con la quale la società che gestisce il depuratore rivelava al sindaco Alessandrini che, a fronte dell’episodio di maltempo, vedendo aumentare il flusso idrico verso il depuratore, un flusso che l’impianto non avrebbe assorbito andando in tilt, aveva dovuto aprire i ‘troppo pieni’ a valle del depuratore, sversando i reflui direttamente nel fiume, ovvero nel mare.

Circostanza all’epoca smentita dal vicesindaco Del Vecchio, il quale aveva dichiarato in una nota ufficiale che comunque i liquami erano stati depurati prima di finire nel fiume, non si sa ancora con quali mezzi e strumenti, ma il vicesindaco aveva detto che nei troppo pieni i reflui vengono ‘trattati con mezzi alternativi a quelli del depuratore’, ovviamente un’affermazione infondata e infatti oggi, dopo il nubifragio, ha confessato lo sversamento diretto, senza pretrattamenti, dei reflui e ha firmato l’ordinanza di divieto di balneazione.

Ora però il vicesindaco Del Vecchio si è lanciato in una nuova azzardata previsione, forse dopo aver di nuovo dato un’occhiatina alla sua sfera di cristallo, affermando che già domani verrà rimosso il divieto di balneazione istituito come conseguenza degli sversamenti nel mare e nel fiume avvenuti durante il nubifragio di venerdì. Ovvero secondo il vicesindaco Del Vecchio, già domani le acque del nostro mare saranno tornate balneabili, ma non si sa bene in base a quale strano calcolo statistico che, evidentemente, conosce solo lui.

E a noi, alla città, alla nostra Associazione, le sue previsioni o ‘intuizioni’non bastano, troppo simili alle false rassicurazioni lette il 30 luglio 2015. Per questa ragione, prima di rimuovere i divieti di balneazione chiediamo formalmente che domani l’Arta esegua con la massima urgenza dei campionamenti suppletivi e straordinari su tutta la costa, per accertare quali conseguenze abbia effettivamente avuto il nubifragio in termini di inquinamento e soprattutto se siano scomparsi o meno gli eventuali colibatteri portati dagli sversamenti.

Ovviamente chiediamo che i risultati di tali prelievi, previsti e consentiti dalla legge vengano resi noti già entro martedì o mercoledì al massimo, a tutela della salute dei cittadini, ma soprattutto prima che venga rimosso anche un solo cartello di divieto di balneazione. Ricordiamo – hanno aggiunto l’avvocato Fiorilli e Foschi – che già lo scorso anno avevamo fatto una simile richiesta all’Arta, in occasione della rottura della condotta il 28 luglio, richiesta che i vertici dell’Arta hanno semplicemente snobbato.

Questa volta siamo pronti ad andare avanti, girando la richiesta direttamente al Manager della Asl di Pescara, Armando Mancini, e all’assessorato all’Ambiente della Regione Abruzzo, che ha il dovere di affidare tale stesso compito a un altro Ente competente e abilitato in materia in caso di inadempienza dell’Arta. Riteniamo che l’emergenza balneazione, che continua a essere ballerina a Pescara, richieda trasparenza e chiarezza a tutela dei fruitori della spiaggia e degli stessi balneatori.

Nel frattempo giudichiamo assolutamente anomalo che a ogni pioggia si alteri il normale funzionamento del depuratore e ci siano sversamenti di liquami nel mare, e riteniamo che anche questa circostanza, che non può rappresentare la normalità, vada sottoposta all’indagine e al giudizio di Enti preposti a fare chiarezza”.

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