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Serie A, Pescara-Milan: l’analisi tattica e le foto della partita

da Alessio Evangelista

Pescara-Milan a centrocampo

PESCARA – Un pareggio che vale più di un punto. Un pareggio che, forse, non cambierà il destino già scritto qualche mese ma che può fungere da base per costruire il futuro sotto la guida di Zeman. Il Pescara, dunque, ha fermato il Milan sull’1-1 grazie a una prestazione ordinata e attenta al cospetto di una squadra priva di gioco tanto che la rete è arrivata su un rimpallo. La squadra di Zeman ha saputo attaccare quando c’era da attaccare ed ha saputo soffrire quando Montella ha inserito l’ex Lapadula per un Bacca in versione “Ghostbuster”. Un pareggio che, dicevamo, cambia poco per la classifica ma molto per il morale e ciò che verrà.

Concentrandoci sull’aspetto tecnico-tattico della partita il Pescara si presenta con la formazione sognata da molti ad inizio stagione e, causa infortuni, mai messa in campo: le sorprese sono tante nell’undici biancazzurro con Fiorillo che prende il posto di Bizzarri in porta, Campagnaro che torna in difesa mentre Coulibaly esordisce da titolare a centrocampo con il tridente formato da Bahebeck, Caprari e Benali. L’organizzazione la fa da padrone nel primo scorcio di gara ma la squadra di Zeman è attentissima in ogni reparto impedendo al Milan di giocare, pressando altissimo, e ripartendo in velocità con passaggi rapidi e in verticale cominciando da Fiorillo.

Il 4-3-3 diventa 4-5-1 in fase di non possesso con Caprari e Benali che tornano sulla linea dei centrocampisti ma anche Bahebeck non è esente dalla fase difensiva visto che il Francese ripiega bene e recupera palloni nella linea mediana del campo. É proprio da questo di pressing che nasce il vantaggio Pescarese quando Caprari costringe Paletta all’errore con la complicità di Donnarumma. L’atteggiamento del Delfino non cambia nemmeno dopo il gol del vantaggio, squadra corta distribuita sui 30 metri mentre il Milan gioca solo ed esclusivamente su Deulofeu aspettando che lo Spagnolo inventi qualcosa ma Biraghi e Memushaj, almeno inizialmente, lo arginano bene. La retroguardia Pescarese commette solo un errore ed è letale perché il Milan sfrutta il contropiede con l’imprendibile Deulofeu e un rimpallo che favorisce Pasalic che pareggia proprio alla sirena della prima frazione.

Nella ripresa è lecito aspettarsi l’arrembaggio dei rossoneri con Montella che getta nella mischia Lapadula al posto di un Bacca reso inesistente dal gran lavoro difensivo di Campagnaro. Il copione rimane quello del primo tempo anche se il Milan alza, ovviamente il baricentro ma Coulibaly e Muntari (dopo Bruno) riescono a lavorare bene in fase di non possesso impedendo a Pasalic e Mati Fernandez di inserirsi tra le linee. Una menzione speciale va fatta proprio a Coulibaly che, a soli 18 anni, esordisce da titolare contro il Milan rimediando un sette pieno in pagella, segno che le voci che circolano su di lui sono più che fondate e ieri siam passati dalle parole ai fatti. L’altra menzione è per Benali, migliore in campo e sempre pronto al sacrificio ma allo stesso tempo utile in fase di ripartenza come dimostrano le due sortite offensive concluse, però, male.

La compattezza difensiva, in questa partita, del Pescara lo si vede anche nel finale quando il Milan gioca nell’area biancazzurra ma crea solo due palle gol con Lapadula e Romagnoli ma prima Fiorillo e poi il palo negano il punto della vittoria al Milan. L’occasione, nel finale, ce l’ha anche il Pescara con il subentrato Cerri che, in un’azione di contropiede, sbaglia il passaggio per Bahebeck che era tutto solo sulla destra: buona anche la prestazione del Francese che, dopo l’uscita di Caprari, si è spostato sulla fascia sinistra rendendosi molto utile anche in fase difensiva. Termina con gli applausi del pubblico ed i soliti rimpianti per una stagione che poteva andare diversamente. Il passato non può tornare ma le basi per il futuro ci sono tutte.

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