PESCARA – Un sentimento di forte partecipazione, ma anche di rifiuto verso ogni comportamento che perpetua odio e intolleranza, ha accompagnato nel pomeriggio la breve cerimonia nel corso della quale, in Piazza Martiri dalmati e giuliani, alla presenza del Prefetto Giancarlo Di Vincenzo, del sindaco Carlo Masci, del presidente Marcello Antonelli, della vicepresidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, Donatella Bracali, e di rappresentanti delle autorità civili e militari, è stata deposta, e benedetta da Don Rocco Mincone, una nuova corona di alloro al monumento che ricorda le vittime delle foibe, in sostituzione di quella distrutta solo poche ore prima da mani ignote.
Un’azione riprovevole e inaccettabile, secondo le considerazioni dei più, perché oltraggiosa verso la memoria di quanti persero la vita, per mano dei partigiani comunisti di Tito, e di oltre 300.000 esuli italiani. Soltanto due giorni fa, in occasione del Giorno del Ricordo, si era tenuto in quella piazza uno dei momenti più sentiti, con l’omaggio a quegli uomini e a quelle donne che erano stati strappati alla vita nel modo più disumano. Una sorta di cerimonia-bis, ma dal significato molto profondo.
“Siamo qui di nuovo oggi – ha detto il sindaco Carlo Masci – per riaffermare con forza ancora maggiore la nostra condanna senza attenuanti verso chi ha compiuto questa vile azione. Noi, infatti, oggi riposizioniamo questa corona che assume un valore ancora più importante, perché simbolo del nostro dissenso rivolto a quanti vogliono continuare a disseminare un furore ideologico fuori dal tempo e dalla storia”.
Per il presidente del Consiglio comunale, Marcello Antonelli: “quella odierna rappresenta una risposta ferma a chi crede in questo modo di poter indebolire le istituzioni. Oggi manifestiamo un sentimento di amarezza, ma anche di determinazione che ci deriva dai valori e dalle idee in cui crediamo. Noi ci siamo e ci saremo”.
Nel suo breve intervento Donatella Bracali, vice presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, ha invitato tutti i presenti: “a far sapere, a divulgare in ogni forma possibile quanto sia grave continuare ad alimentare questa cultura contraria all’umanità. Deve essere questa la nostra risposta, solo così continueremo ad onorare migliaia di vittime innocenti”.
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