PESCARA – “Giro di vite per l’affidamento all’esterno della gestione dei Parchi comunali di Pescara. Il Consiglio comunale ha approvato, con 16 voti a favore della maggioranza e i 10 voti contrari dell’opposizione, le nuove regole, riviste dalla Commissione Ambiente, introducendo la possibilità di assegnare il governo temporaneo delle aree verdi anche a scuole, Associazioni Sportive e professioni religiose; la possibilità di realizzare strutture mobili leggere sino a un massimo 100 metri quadrati, anziché gli attuali 32 metri quadrati, al fine di promuovere l’organizzazione di eventi e attività, e di assumere la gestione dei parchi sino a un massimo di 20 anni, in modo da ammortizzare gli eventuali investimenti che un privato andrà a realizzarvi. La delibera disciplinerà da questo momento i prossimi bandi per l’affidamento all’esterno degli spazi, offrendo delle opportunità in più a chi si candida alla gestione di un parco cittadino, con l’obiettivo di rendere realmente fruibili e fruite tutte le aree verdi della città”. Lo ha annunciato il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli che ha illustrato in Consiglio comunale la delibera di modifica dell’articolo 13 del Regolamento dei Parchi cittadini, su delega dell’assessore al ramo Gianni Santilli, modifica frutto del lavoro della Commissione stessa.
“L’iniziativa regolamentare ha una genesi chiara nella volontà di incrementare l’appeal dei parchi cittadini, affidandone a soggetti terzi la cura e la manutenzione che, innanzitutto, determinerebbe una riduzione degli oneri a carico dell’amministrazione cittadina – ha spiegato il Presidente Petrelli -, non solo in termini di manutenzione ordinaria, ma anche in termini di pulizia quotidiana, di apertura e chiusura dei cancelli, dunque di conduzione giornaliera. Più volte, ormai da anni, gli uffici hanno tentato di affidare all’esterno almeno la gestione dei parchi più grandi e attraenti, come il ‘Baden Powell’ in via Raffaello, dove ci sono anche campi sportivi, o il Parco ‘Calipari’ in via Caduti di Nassiriya, proprio di fronte al Covid-Hospital, il Parco della Caserma Cocco, a Portanuova. Ma quasi tutti i tentativi, sino a oggi, sono stati un flop, ovvero la maggior parte dei bandi è andata deserta e, anche quando qualcuno si è candidato ad assumere la gestione delle strutture, rendendosi conto dei costi dell’operazione, si è tirato indietro già all’apertura delle buste, o più semplicemente ha rinunciato poco dopo l’affidamento e, a oggi gli unici due casi di successo sono di fatto il Parco di Villa dei Riseis e di Villa Sabucchi.
In Commissione con gli uffici abbiamo esaminato la casistica e cercato di capire cosa non funzionasse, e di fatto gli stessi uffici tecnici ci hanno aiutato a individuare alcune discrepanze o lacune nei bandi che di fatto oggi rendono la gestione di un parco anti-economico anche per un privato, dunque un’operazione poco attraente, se non addirittura un’operazione a perdere. A quel punto la Commissione ha iniziato un lavoro capillare e certosino, rileggendo gli articoli del Regolamento per la Fruizione dei Parchi e abbiamo riscritto l’articolo 13 inerente proprio le norme per l’affidamento all’esterno, tramite bandi, dei parchi, sostituendo le attuali 31 righe con 4 pagine e 8 articoli di norme che, a nostro giudizio, agevoleranno il lavoro degli uffici, rendendo gli affidamenti più snelli ed economicamente equi per gli aspiranti candidati.
Innanzitutto – ha snocciolato il Presidente Petrelli – abbiamo deciso che i parchi possono essere affidati in gestione non solo a Onlus, enti no-profit, associazioni umanitarie, cooperative e ditte, ma anche a Organizzazioni e Associazioni tra cui Associazioni Sportive Dilettantistiche, Associazioni di Promozione Sociale, Enti di Promozione Sociale, Scuole e Istituti Comprensivi, enti di culto, e le imprese. L’idea ci è stata suggerita proprio dall’emergenza Covid-19 per la quale tante professioni religiose ci hanno chiesto di poter utilizzare i parchi per tenere messe e funzioni, così come le scuole e le associazioni sportive per poter svolgere attività all’aperto anziché al chiuso. Una delle novità più importanti introdotte riguarda poi la durata della concessione che, da dieci anni, passa fino a un massimo di vent’anni e la ragione è chiara: nei bandi, così come nel Regolamento, il Comune offre agli affidatari l’opportunità di realizzare strutture, chioschi o di eseguire opere migliorative, che però hanno un costo che il realizzatore deve pur avere il tempo di ammortizzare, non certo per trarne un profitto, ma almeno per non essere in perdita e recuperare le spese sostenute.
Un recupero che spesso non si riesce a chiudere entro la forbice dei 10 anni, mentre vent’anni danno una maggiore affidabilità. Ovviamente vent’anni rappresenta solo un limite massimo e non un obbligo, ovvero all’atto dell’affidamento comunque verrà stipulata una convenzione ad hoc tra il Comune e il soggetto privato che potrà scegliere per quanti anni assumere la gestione di uno specifico parco cittadino. Non solo: ovviamente resta valida la clausola che obbliga l’affidatario a pagare un canone ricognitorio al Comune, stabilito caso per caso a seconda dell’importanza del parco, delle sue caratteristiche, quindi se dotato di impianti sportivi o meno, della sua ‘produttività’ e capacità di attrazione. Abbiamo però anche confermato che il concessionario che realizzerà eventuali manufatti nel periodo della concessione, sarà esonerato dal pagamento del canone sino al raggiungimento del valore di realizzazione del manufatto che, alla scadenza del contratto, passerà a titolo gratuito nel patrimonio del Comune. Se quest’ultimo non fosse interessato ad acquisire gli immobili realizzati, sarà poi onere dell’affidatario provvedere alla loro rimozione e al ripristino delle aree. Assumere in gestione un parco, poi, porrà a carico dell’affidatario alcuni compiti, come la manutenzione ordinaria, la pulizia, il conferimento dei rifiuti, lo sfalcio dell’erba, e la cura degli spazi verdi.
Potranno essere eseguite opere di miglioria, sempre concordati prima con l’Ufficio Verde del Comune, ad esempio con la piantumazione di fiori, arbusti, siepi aromatiche, l’installazione di nuovi arredi o impianti sportivi e, in questi casi, l’amministrazione potrà valutare se esonerare o ridurre il canone ricognitorio. In ultimo, e qui c’è un’altra importante novità, l’affidatario potrà realizzare a proprie spese chioschi o box dotati di servizi igienici con una superficie massima di 100 metri quadrati, anziché gli attuali 32 metri quadrati, nel rispetto del Pano regolatore vigente, e nei parchi in cui ci sono anche campi attrezzati per le attività sportive, i manufatti potranno essere estesi per ulteriori 30 metri quadrati. Anche in questo caso la Commissione ha fatto una scelta sulla quale abbiamo a lungo riflettuto: oggi il Regolamento consente di costruire chioschi della grandezza massima di 32 metri quadrati, ovvero dei box in cui è impossibile fare qualunque cosa, anche permettere a un bambino di mangiare un panino. Arrivando a 100 metri quadrati, con strutture leggere, significa concedere uno spazio che permette di organizzare attività in qualche modo remunerative, incentivando dunque la gestione del parco.
Poi – ha proseguito il Presidente Petrelli – l’affidatario del Parco dovrà versare al Comune una fideiussione bancaria o assicurativa pari al 2,5 per cento del valore patrimoniale del parco, fideiussione che però non sarà più un requisito necessario per partecipare al bando, ma il concessionario dovrà versarla solo dopo l’avvenuta aggiudicazione dell’affidamento e potrà essere rateizzata per il numero degli anni concessi. Chi assumerà la gestione dovrà riservare l’uso gratuito del Parco e degli eventuali impianti sportivi presenti al Comune per non più di due ore ogni mattina e per un massimo di 30 giorni l’anno, dunque non più, come accade sino a oggi, tutte le mattine dell’anno e per almeno un mese, modifica inserita per non inficiare lo svolgimento di eventuali attività continuative ai danni del concessionario. Infine gli orari di attività dei Parchi dati in concessione, che potranno essere aperti al pubblico dalle 6 alle 24. Quelle introdotte – ha ancora detto il Presidente Petrelli – sono modifiche concrete e sostanziali che non mirano certo a trasformare i nostri parchi cittadini in fonte di guadagno per qualche fortunato, né vanno a svendere i nostri parchi come ha sostenuto erroneamente e strumentalmente qualche consigliere d’opposizione, né tantomeno è in atto una privatizzazione, ma piuttosto solo a fare in modo che, chi deciderà di assumerne la gestione, possa in qualche modo non vedersi gravare da un onere troppo grande, che di fatto si tradurrebbe in una rinuncia, come accaduto sino a oggi”.
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