Smantellata importante rete dedita al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
PESCARA – La Squadra Mobile di Pescara, in collaborazione con la polizia romena e il Servizio Interpol, ha concluso una complessa operazione nei confronti dei componenti di una pericolosa banda criminale, formata da rumeni e italiani, accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e all’estorsione. É stato ricostruito un giro d’affari di almeno cinquantamila euro al mese.
Dopo sei mesi di ricerche, la Squadra Mobile di Pescara, in collaborazione con l’Interpol e la Polizia della Romania ha rintracciato e tratto in arresto due cittadini rumeni, marito e moglie, colpiti da mandato di arresto europeo, che si erano resi latitanti a seguito di un’operazione contro lo sfruttamento della prostituzione condotta nel mese di ottobre del 2015. Sono A. D. C., nato in Romania nel 1988 e A. B., nata in Romania nel 1994.
Si tratta di un’indagine svolta sotto la direzione della locale Procura della Repubblica (P.M. dott. Andrea Papalia), che conta altri due indagati destinatari di analoga misura restrittiva: P. A., nata in Romania nel 1994 (arrestata a Pescara nell’ottobre del 2015 e attualmente sottoposta all’obbligo di dimora) e C. M., detto “Michel”, nato a Pescara nel 1977 (tuttora latitante). Quest’ultimo è noto alle cronache perché è stato già arrestato per reati analoghi nell’ambito di un’altra operazione della Squadra Mobile risalente al 2011 (Operazione “Scoiattolo”).
I quattro sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. A. D. C. e C. M. erano promotori e capi dell’associazione, occupandosi anche del reclutamento all’estero di giovani ragazze rumene, mentre le due donne avevano dei ruoli esecutivi e di raccordo tra i capi e le altre prostitute. Altri sei soggetti, quattro rumeni e due italiani, sono stati destinatari di un avviso di garanzia in quanto indagati a piede libero per estorsione.
Le indagini hanno avuto inizio nell’estate del 2014, quando sono state raccolte diverse denunce di alcune giovani rumene dedite al meretricio in questo capoluogo, nei confronti dei quattro indagati, indicati quali responsabili di reiterate condotte di sfruttamento della prostituzione ed estorsione. Tutte le ragazze erano concordi nell’affermare l’esistenza di un gruppo che aveva loro imposto il pagamento giornaliero, da ciascuna di loro, di una somma di denaro per poter esercitare la prostituzione nel tratto di strada di cui detto gruppo rivendicava l’assoluto controllo.
Atteso che da una prima attività investigativa emergevano elementi tali da far ritenere l’esistenza di un più vasto giro di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, la Squadra Mobile ha avviato le intercettazioni di numerose utenze telefoniche. In tale maniera è stata fatta luce su un ampio fenomeno criminale di matrice rumena, in atto nella zona sud di Pescara e all’interno della Pineta D’Annunziana, per il controllo e la spartizione del territorio destinato all’esercizio della prostituzione, anche attraverso azioni violente finalizzate all’ottenimento del pagamento di una sorta di “tassa di occupazione” da parte delle prostitute non assoggettate al controllo del gruppo criminale indagato. In pratica, solo le prostitute che pagavano la “tassa” (in genere 30 euro al giorno, oppure 150 euro a settimana) potevano esercitare nelle zone controllate dagli indagati, mentre quelle che si rifiutavano venivano minacciate e picchiate.
Le indagini hanno consentito di ricostruire che i quattro indagati gestivano un giro di ragazze che garantivano introiti economici illegali ammontanti ad almeno 50.000 euro al mese. Infatti, sono state documentate molte rimesse di denaro in Romania tramite il circuito dei money transfer.