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Pescara, parcheggi disabili: lo sfogo di Claudio Ferrante

da Redazione

sbarra_della vergogna
PESCARA -Il Presidente Associazione Carrozzine  Determinate  Abruzzo,Claudio Ferrante
interviene sul tema dei parcheggi per disabili  a Pescara con la seguente nota:

“Il Comune di Pescara dopo lo scandalo nazionale dei parcheggi riservati alla casta a discapito della disabilità, continua con la demagogia tenendosi stretti i parcheggi all’interno della “sbarra della vergogna”.

Per questo motivo, in data 8/11/2017 si è tenuta una riunione tra associazioni, Sindaco Alessandrini, Assessori Civitarese e Allegrino, Presidente del Consiglio Comunale Pagnanelli e tecnici comunali tra cui anche il Mobility Manager, dirigenti e funzionari.

Ricordiamo soltanto che per istituire stalli per disabili occorre semplicemente un’ordinanza comunale.

Il progetto proposto è inqualificabile, impraticabile, pericoloso e non corrispondente alla realtà. Verrebbero istituiti due stalli per disabili in Via Calabria, sapendo che il marciapiede, non consentirà al disabile guidatore di poter scendere dalla propria auto, rischierebbe di cadere rovinosamente a terra.

Peggio succede nel momento in cui il progetto prevede l’istituzione di altri tre stalli in Piazza Italia nei pressi dell’ufficio protocollo, perché dal lato della strada i disabili rischiano seriamente di essere investiti dalle auto in transito.

Ricordiamo che il disabile guidatore deve aprire tutto il suo sportello dell’auto per poter rimontare la carrozzina e potercisi sedere, quindi occupa gran parte della carreggiata con le auto che sfrecciano veloci, mentre il passeggero disabile non potrà scendere a causa delle barriere architettoniche del marciapiede. Ci sono grandi alberi, aiuole circostanti pali della luce e bacheche per la pubblicità.

Inoltre il Comune di Pescara sempre in questo “illuminante” progetto ha dichiarato anche nel comunicato stampa, di voler istituire 7 nuovi stalli considerando nella somma i tre stalli già esistenti. Gli stalli fruibili che il Comune vuole costituire, sono soltanto 4, e uno di questi sarà installato in una semicurva.

Siamo disabili, ma non cretini!

Ribadiamo che è necessario istituire posti per persone disabili in tutta la zona del Comune e in altre zone di Piazza Italia per la numerosa presenza di uffici pubblici comunali e altre istituzioni, così come è indispensabile istituire almeno 10 posti nella zona più vicina all’ingresso disabili del Comune nella parte posteriore del Palazzo, dove c’è l’ascensore e l’accesso dedicato.

Se il Comune dimostrasse concreta sensibilità dovrebbe costituirne anche due per le donne incinte. Nella riunione abbiamo fatto presente che i disabili titolari di contrassegni sono circa 4000 nella sola Pescara, e che quando piove i disabili non possono tenere nemmeno un ombrello in mano, quindi i posti devono essere più vicini possibile all’ingresso privo di barriere architettoniche.

Abbiamo fatto notare tutte queste incongruenze e la pericolosità di dare attuazione a questo progetto, li abbiamo anche invitati a scendere in strada per verificare con le nostre carrozzine quanto affermato. Ma anche qui siamo stati inascoltati.

Tutto questo accade perché la politica dalle gambe sane, non vuole rinunciare a esattamente sette posti auto dei 58 assegnati, senza considerare il Garage del Comune nel quale vi sono altri 10 posti per le auto istituzionali.

Abbiamo ribadito che soltanto eliminando la sbarra posteriore del palazzo si risolverebbe gran parte del problema. Considerato inoltre che diversi consiglieri comunali hanno già dichiarato pubblicamente la loro rinuncia.

Quindi di fatto i politici di Pescara non avrebbero nemmeno un posto auto in meno, considerando inoltre che non esiste nessuna norma nazionale e né europea che concede questo diritto/privilegio a consiglieri e amministratori. Negli altri comuni abruzzesi e nazionali i politici pagano il posteggio delle loro auto come i comuni mortali.

Per noi la vicenda non finisce qui, ma esprimiamo tutto il rammarico di aver incontrato una politica presuntuosa e arrogante che non ascolta. Ora si spiega perché vince la disaffezione dei cittadini alla politica”.

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