Alessandrini e Del Vecchio illustrano la struttura della filiera depurativa per superare le criticità sulla qualità delle acque del fiume e del mare
PESCARA – Ieri mattina la conferenza stampa di illustrazione degli interventi previsti per il parco depurativo di Pescara, su cui è chiamato ad esprimersi anche il Consiglio Comunale.
Alla conferenza hanno preso parte il sindaco Marco Alessandrini e il vice sindaco e assessore al Demanio Enzo Del Vecchio.
“Gli interventi sono necessari perché la struttura Pescarese ha bisogno di potenziare il suo impianto di depurazione – così il sindaco Marco Alessandrini – Noi abbiamo fatto tutto il possibile in tal senso e ora in questo atto di indirizzo sottoponiamo a giudizio del Consiglio Comunale una serie di aree che abbiamo individuato previa attività di screening degli spazi disponibili e vicini al depuratore esistente, che verrà ampliato, perché possa non solo essere più robusto, ma produrre risultati migliori per la balneabilità delle acque marine. Una necessità, quella di irrobustirlo, nota da decenni, tanto che le conseguenze della mancanza di capienza, sono sotto la lente della magistratura dal 1997. Abbiamo un’esigenza, recuperare la balneabilità del mare e a questo ci stiamo applicando, non con riunioni e proclami, ma mettendo in campo tutto ciò che è in nostro potere fare”.
“Dobbiamo intervenire sulla filiera depurativa della città di Pescara, San Giovanni e Spoltore – precisa il vice sindaco Enzo Del Vecchio illustrando gli interventi e mostrando i dati sull’impianto attuali e in efficienza piena – Il depuratore è stato costruito nel 1980 e, salvo interventi minimali, mai nessuna iniziativa è stata assunta nei confronti dell’attuale depuratore di Pescara che, pur svolgendo appieno la sua funzione in ragione delle dimensioni progettuali originarie, ha oggi bisogno di una sua nuova funzionalizzazione, come da programmi approvati e in parte cantierati.
Ma ha soprattutto bisogno di essere affiancato da nuove infrastrutture per soddisfare la domanda di accumulo, trattamento e depurazione delle enormi portate di reflui prodotte nell’area urbana di Pescara, Spoltore e San Giovanni Teatino. Una criticità che diventa ingestibile in occasione di precipitazioni meteoriche che alimentano un sistema fognario di adduzione al depuratore che vede la commistione tra acque nere ed acque bianche tanto da comportare, proprio per la ridotta capacità di trattamento delle portate così determinatesi, lo sversamento diretto nel fiume.
Un’anomalia già di per sé negativa per i riflessi sul sistema ambientale e che assume contorni di drammaticità nel corso della stagione balneare, per la conseguente compromissione delle acque di balneazione con l’emissione di ordinanze di divieto di balneazione, a partire dalla cessazione dell’eventuale sversamento diretto nel fiume, come dispongono i regolamentari regionali in questi casi. Per dare una idea del danno che si riverbera sull’economia turistica cittadina ma che ha ripercussioni ben più ampie, vale la pena ricordare che nel corso della stagione balneare 2016 sono state emesse più di 10 (dieci) ordinanze a causa delle piogge o per guasti agli impianti di sollevamento che hanno vietato la balneazione su alcuni tratti della riviera cittadina per oltre 40 (quaranta) giorni.
Dall’analisi di tutte le problematicità emerse e non solo di questi ultimi anni, considerato che sull’argomento già l’allora Sindaco Pace nel 1997 ricevette attenzioni dalla magistratura per gli sversamenti diretti nel fiume dei reflui e che nell’anno successivo una dettagliata relazione evidenziava i limiti dell’attuale depuratore, si sono concentrate le attenzioni dell’amministrazione comunale e degli enti di gestione della filiera depurativa, ma soprattutto dell’ente Regione che, dopo aver promosso incontri e sopralluoghi, ha deliberato la messa a disposizione di 30 milioni di euro per superare i limiti dell’attuale sistema depurativo”.
Un’attenzione – ha aggiunto Del Vecchio – che ha determinato scelte finalizzate a prevedere la realizzazione di una nuova struttura impiantistica, da affiancare all’esistente, in grado di poter trattare anche i flussi eccedenti la capacità di smaltimento del depuratore, che, ancorché potenziato con gli interventi di imminente realizzazione, non consentirebbe di alleviare il corpo idrico superficiale dagli sversamenti che si verificano puntualmente in occasioni di precipitazioni meteoriche.
“La proposta progettuale che scaturirà da una visione più complessiva della tematica indotta dai frequenti eventi alluvionali – che richiamano spesso la insostenibile necessità di ricorrere ad ordinanze di divieto di balneazione – ha concluso – dovrà peraltro considerare tutti i punti nevralgici e critici delle reti e impianti che adducono le portate di acque nere e bianche al depuratore. Tutto questo in modo da evitare il ripetersi degli sversamenti, allorquando, pur avendo ampliato la capacità depurativa complessiva dell’impianto, esso non fosse messo in grado di ricevere il maggior quantitativo potenzialmente trattabile a causa dello sfioro per malfunzionamenti dei pozzetti principali di adduzione per guasto delle unità pompanti o per mancanza di energia elettrica, com’è accaduto. Tutto quanto ciò può assumere concreta realizzazione partendo dalla individuazione di spazi ove allocare le infrastrutture necessarie della filiera depurativa che, per evidente necessità funzionali, devono essere limitrofe all’attuale impianto di depurazione.
Rinvii non sono più possibili: il 6 marzo la Regione aspetta la zonizzazione degli impianti previsti dal parco depurativo, non possiamo più perdere tempo, alla riunione dobbiamo andare con una risposta. Nel frattempo stiamo rimettendo in funzione tutto l’apparato di controllo che l’anno scorso ha portato a chiudere altri scarichi abusivi lungo l’alveo, con il Settore Ambiente e la Municipale e nei prossimi giorni ripartirà anche il monitoraggio per la qualità delle acque”.