Smentita la notizia secondo cui il “calice” dell’architetto giapponese Toyo Ito sarebbe stato richiesto dal Museo Nazionale di Arte Moderna di Berlino
in realtà i nostri uffici non hanno ricevuto, almeno sino a questo momento, alcuna richiesta dal Museo di Berlino né da altri Organismi culturali. Abbiamo spulciato il registro del Protocollo e non abbiamo individuato alcuna lettera. Tuttavia se la missiva dovesse giungere, la valuteremo con la dovuta attenzione, anche se prima di poter decidere quale provvedimento adottare in merito al calice la nostra amministrazione comunale dovrà necessariamente attendere che si concluda la vicenda tecnico-giudiziaria iniziata dopo il cedimento del manufatto, aprendo un contenzioso tra Comune di Pescara, con il vecchio governo di centro-sinistra, la Clax di Pomezia e lo stesso architetto Toyo Ito.
Le ultime notizie relative allo Huge Wineglass risalgono infatti a inizio estate, quando su incarico del Tribunale di Pescara sono stati effettuati dei carotaggi sul ‘calice’, come richiesto dall’architetto Lucarelli, il perito incaricato dal Tribunale stesso di individuare le cause del cedimento strutturale dell’opera.
Tali carotaggi, ossia il prelievo di 21 campioni del ‘bicchiere’, realizzato in polimetilmetacrilato, sono stati necessari per definire il materiale effettivamente utilizzato per la realizzazione della struttura, verificando se c’era corrispondenza tra il progetto e la sua concretizzazione, ossia tra le indicazioni dell’architetto Toyo Ito e quanto realizzato dalla Clax Italia nello stabilimento di Pomezia. In teoria l’esito di quegli esami dovrebbe essere stato riconsegnato al Tribunale già entro agosto, ma l’amministrazione comunale sinora non è in possesso di notizie ufficiali e sta attendendo con pazienza il pronunciamento del Tribunale che, come prima istanza, dovrà pronunciarsi sulla possibilità di rendere di nuovo disponibile l’opera, ossia di mettere in condizioni il Comune di disporre del parallelepipedo per assumere le decisioni del caso, ossia se lasciarla dove si trova o se rimuoverla, ascoltando anche la città.
Tra l’altro, nel corso degli ultimi contatti avuti a giugno scorso, la stessa Clax si era resa disponibile a riprendersi il ‘Wineglass’, restituendo alla città un modello più piccolo da posizionare in un altro sito del territorio, ipotesi che, anche in questo caso, valuteremo con attenzione. In altre parole occorrerà ancora del tempo prima di poter definire il ‘caso’ del calice di Toyo Ito, tempo che l’amministrazione comunale sta utilizzando per ridisegnare il nuovo assetto della piazza in modo organico, evitando quei passi falsi commessi dal passato governo cittadino e piuttosto puntando a rilanciare l’immagine del cuore pulsante del capoluogo adriatico.