Foschi: “Resta il nodo della sicurezza e delle opere abusive lungo un asse ciclabile dove, proprio accanto al lungofiume, dunque nascosta tra la vegetazione, spunta una baraccopoli”
PESCARA – “Trenta giorni per iniziare a vedere risultati concreti sul ripristino delle condizioni igienico-sanitarie e di piena fruibilità della pista ciclabile che costeggia il fiume Pescara al fine di renderla finalmente utilizzabile in sicurezza. Sarà l’Ufficio Verde e Ambiente del Comune ad assumersi personalmente l’onere della pulizia di tutti gli spazi verdi situati lungo la pista, mentre Ambiente Spa dovrà occuparsi dello spazzamento e della rimozione degli ingombranti abusivi abbandonati lungo tutto il percorso, grazie fra l’altro all’amministrazione comunale che ha rintracciato nell’avanzo di amministrazione le somme extra-appalto necessarie. Resta il nodo delle realizzazioni abusive ancora presenti accanto alla pista, dai ruderi alle stalle in cui sono custoditi cavalli, problema che la nostra Commissione ha segnalato lo scorso ottobre alla Polizia municipale la quale sarebbe però ancora ferma alle indagini in corso. Nel frattempo, però, riteniamo che restituire decoro e sicurezza all’asse sia il primo passo indispensabile per il recupero di una struttura che purtroppo abbiamo ereditato in condizioni di spaventoso degrado”. Lo ha annunciato il Presidente della Commissione Mobilità Armando Foschi ufficializzando l’esito della seduta della Commissione che ha visto la partecipazione dell’ingegner Giuliano Rossi, del funzionario Fausto Di Francesco, dell’ingegnere Massimo Del Bianco quale responsabile di Ambiente Spa e del maggiore della Polizia Municipale Massimiliano Giancaterino.
“Obiettivo della seduta di Commissione è stato quello di fare un punto sulla situazione ambientale della pista ciclabile del lungofiume che fa parte del patrimonio naturalistico della città, un percorso ciclopedonale straordinario e unico sotto il profilo ambientale, visto che costeggia tutto il fiume, un’oasi naturale in mezzo alla città, dal ponte d’Annunzio sino allo stabilimento Fater in via Raiale, azienda che peraltro ha anche realizzato parte della pista proprio per offrire ai propri dipendenti la possibilità di raggiungere in bici il posto di lavoro – ha ricordato il Presidente Foschi -. Su quel percorso abbiamo svolto un primo sopralluogo il 12 ottobre 2020, poi una riunione in Comune il 29 ottobre per la costituzione di una task force utile a risolvere le problematiche di degrado entro dicembre scorso, ma i tempi si sono allungati, in parte a causa di una pandemia che ha assorbito buona parte delle energie della struttura tecnica, in parte per concedere agli uffici il tempo necessario per la predisposizione di progetti di recupero e il reperimento dei fondi necessari.
Oggi però abbiamo inteso mettere un punto all’attesa e fissare in modo definitivo gli step: l’ingegner Rossi sta chiudendo l’acquisizione al patrimonio del Comune del tratto della pista ciclabile che ancora fa capo alla Provincia di Pescara. La proprietà dei terreni è del Genio Civile e ormai mancano solo poche carte per il passaggio definitivo. Nel frattempo sempre l’ingegner Rossi ha ufficializzato che sarà direttamente l’Ufficio Tecnico e Verde a occuparsi personalmente della manutenzione straordinaria del verde che costeggia la pista ciclabile, attraverso i propri operai interni o attraverso le ditte di riferimento, con lo sfalcio dell’erba e le potature, scelta amministrativa che dovrebbe garantire un risparmio dei costi. Ad Ambiente Spa invece dovrebbe essere affidata la pulizia, dunque lo spazzamento e la rimozione delle discariche ingombranti abusive, con un investimento di 17mila 130 euro per lo spazzamento settimanale e la pulizia di caditoie e tombini. E nel merito il funzionario Di Francesco ha ufficializzato che l’amministrazione comunale ha già reperito attraverso l’avanzo di amministrazione le somme necessarie che dunque ci consentiranno di far partire subito le operazioni di bonifica necessarie, dando loro anche una cadenza temporale precisa.
Resta il nodo della sicurezza e delle opere abusive lungo un asse ciclabile dove, proprio accanto al lungofiume, dunque nascosta tra la vegetazione, spunta una baraccopoli, una lunga fila di casupole, con pareti arrangiate alla meno peggio in muratura e tetti costituiti da lastre di amianto, che sembrano ruderi di servizio rispetto a pseudo-orti, che, anch’essi, non sappiamo se siano stati o meno autorizzati dal Demanio o dal Genio Civile, comunque proprietari e titolari delle aree. E dopo le baracche, dotate di tavoli e sedie per eventuali pic-nic domenicali, dulcis in fundo, spunta anche una stalla con tanto di cavalli all’interno, paglia e, ovviamente, il letame lasciato esposto all’aria aperta, resa irrespirabile, con gravi rischi ambientali visto che a pochi passi c’è il fiume. In più – ha proseguito il Presidente Foschi – l’asse ciclabile è completamente al buio perché agli impianti della pubblica illuminazione sono stati tagliati tutti i cavi per rubare i fili di rame, puntualmente sottratti, ciò significa che dal tramonto in poi l’asse ciclopedonale è off limits sia ai ciclisti che a chi pratica jogging per non correre il rischio di incappare in pessimi incontri.
Il maggiore Giancaterino ci ha informati dell’esistenza di indagini in corso sulla presenza di manufatti abusivi, indagini di cui a oggi non sappiamo gli esiti, ma che evidentemente andranno chiuse in modo tempestivo perché non è sicuramente pensabile fare una passeggiata in bici accanto a una discarica di letame. Nel merito, dunque, a breve convocheremo il comandante Palestini per sapere quali iniziative si adotteranno per garantire la sicurezza lungo la pista, ed entro 30 giorni effettueremo un sopralluogo per verificare gli interventi di bonifica degli uffici tecnici e di Ambiente Spa”.