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Pescara, porto insabbiato dopo la mareggiata

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Gruppi Forza Italia e Pescara in Testa rendono noto che  le navi della società Di Properzio non sono potute entrare nello scalo  perché il cronico  insabbiamento dell’imboccatura del porto è stato aggravato dai recenti eventi atmosferici 

PESCARA – I consiglieri comunali di Forza Italia Marcello Antonelli, Vincenzo D’Incecco, Fabrizio Rapposelli ed Eugenio Seccia, e i consiglieri di Pescara in Testa Guerino Testa, Massimo Pastore e Alfredo Cremonese denunciano in un comunicato che  la mareggiata dei giorni scorsi ha determinato l’insabbiamento del porto di Pescara  e stamani le navi della società Di Properzio sono tornate indietro, bloccate all’ingresso della struttura per evitare che rimanessero incagliate nei fondali.

I consiglieri di opposizione non hanno dubbi si tratta di un vergogna marchiata a fuoco dal duo D’Alfonso-Alessandrini che, occupando le poltrone più importanti d’Abruzzo, è stato incapace, in due anni, di dotare Pescara di un nuovo Piano regolatore portuale che avrebbe consentito di aprire la diga foranea e di garantire l’agibilità dello scalo. Due anni di chiacchiere e di incarichi, di promesse mancate e di fantasie  hanno regalato oggi un porto inagibile per gli  operatori commerciali ,per i pescatori  e per i mezzi della Snav  che collegano  Pescara e la Croazia.

“Nelle mani di D’Alfonso e Alessandrini la gestione del porto di Pescara si è trasformata in una tragica farsa – hanno commentato i Gruppi Forza Italia e Pescara in Testa -: da due anni chiediamo che venga portata avanti la procedura per il nuovo Piano regolatore portuale, fermo da oltre 24 mesi al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici per la mancata presentazione dei documenti o, addirittura, perché i documenti presentati erano carenti e sbagliati. Per tre volte il Consiglio Superiore ha rigettato la pratica, rimasta congelata in un cassetto, mentre il sindaco Alessandrini ha continuato ad affidare incarichi pagati dai pescaresi per cercare di completare quella documentazione.

Appena un mese fa, in teoria, sarebbero stati mandati a Roma gli ultimi studi idraulici, ovvero in piena estate, quando tutti gli uffici si fermano, ed è dunque ovvio che del Piano regolatore portuale di Pescara si torni a parlare solo nel prossimo autunno, mentre il nostro porto soffoca tra i fanghi. Colpevole anche l’inerzia del Presidente della Regione D’Alfonso che si è dilettato a far fare la gara d’appalto per affidare i lavori di sfondamento della diga foranea, lavori incompatibili con il Piano regolatore portuale vigente, e contenuti solo nel nuovo, ovvero ha svolto una gara d’appalto inutile, tanto che oggi non c’è il Piano, ma in compenso c’è la ditta cui va affidato un cantiere-fantasma, pura follia politico-amministrativa.

E oggi, puntuale, è arrivata la ciliegina sulla torta: alle prime ore del mattino è arrivata al porto di Pescara la nave commerciale della Di Properzio, per lo scarico del carburante, ed è stata fermata all’imboccatura del canale, costretta a tornare indietro per inagibilità del porto. Troppo bassi i fondali, completamente insabbiati dopo la mareggiata di venerdì e sabato scorsi, dunque da oggi lo scalo di Pescara è ufficialmente inaccessibile anche per le navi di pescaggio medio. Inutile il minimo dragaggio dei fondali dello scorso inverno, inutili le chiacchiere, inutili le promesse, inutile il clima da campagna elettorale che il Governatore tiene sempre aperto su Pescara.

Tutto inutile: oggi, in piena estate, assistiamo al dramma più grave per la marineria e per gli operatori commerciali, perché se la nave della Di Properzio non è riuscita a entrare, è evidente che anche i pescherecci non potranno né uscire, né tantomeno rientrare sulle banchine, né potranno fare affidamento su un minimo corridoio, affidandosi alla fortuna. E soprattutto – hanno insistito i Gruppi Forza Italia e Pescara in Testa – dubitiamo che il porto riesca a consentire l’ingresso dei mezzi della Snav per la riattivazione del collegamento Pescara-Croazia, e ciò significherà la fine della città, anche in termini di immagine turistica.

Oggi D’Alfonso e Alessandrini devono vergognarsi, e dovrebbero avere il pudore di dimettersi, ma dubitiamo lo facciano. E allora chiediamo loro come intendono affrontare l’emergenza odierna, che grava interamente sulle loro spalle e di cui sono interamente responsabilità.

Oggi è evidente che occorre reperire fondi strutturali urgenti per un dragaggio immediato al fine di garantire fondali tali da consentire l’agibilità del porto, e quei fondi vanno individuati subito, anche con l’intervento straordinario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Delrio, tanto amico del Governatore d’Abruzzo. A D’Alfonso e Alessandrini da oggi faremo sentire il fiato sul collo attivando tutte le iniziative necessarie a tutela dello scalo portuale”.

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