L’intervento di Luciano D’Alfonso
PESCARA – Ieri presso la sala teatro dei Gesuiti è stato presentato il libro “ La buona politica – da Macchiavelli alla Terza Repubblica“, scritto da Valdo Spini.Alla presentazione oltre l’autore erano presenti Riccardo Terzi, Michele Prospero, Marco Gelmini e l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso.
Valdo Spini, figlio dello storico e militante del Partito d’Azione Giorgio, si è impegnato in politica sin da giovanissimo. Nel 1962 aderisce al PSI, per il quale viene eletto deputato a trentatré anni nel 1979 verrà rieletto fino al 2008. E’ presidente dell’Associazione delle Istituzioni di cultura italiane e del Comitato scientifico della Biblioteca nazionale di Firenze.La prefazione del libro è stata curata dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi mentre l’introduzione è a cura di Furio Colombo.
“La scintilla accesasi nel ragazzino che in un giorno del 1956 accompagnava il padre alla commemorazione di Piero Calamandrei è divenuta una fiamma robusta. Una fiamma capace di rischiarare il buio di questo difficile presente.” Così Carlo Azeglio Ciampi si esprime nei confronti del percorso umano e politico che Valdo Spini ha scelto di ripercorrere qui. Il risultato è un appassionante racconto in cui si intrecciano vicende personali e la politica di questo paese.
In questo libro rivivono personaggi, avvenimenti, snodi fondamentali che hanno segnato la storia dell’Italia repubblicana: dal PSI degli anni sessanta alle vicende di Tangentopoli, passando per il socialismo internazionale e le esperienze da ministro. Leggendo questo libro – dice Furio Colombo – nell’introduzione – si prova “ un sentimento strano, come tornare in un quartiere che conosci bene, ma stenti a orientarti, perché molto è stato abbattuto e molto costruito in un altro modo”. Allora diventa importante riannodare i fili della memoria per riflettere oggi su cosa sia stata e cosa possa tornare a essere la politica italiana.
Nel suo lungo intervento l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, ha fatto una disamina attenta del libro di Valdo Spini
“Io penso che il libro inizia con una fotografia di fiducia quando affronta e tematizza il pensiero di Macchiavelli, – afferma D’Alfonso – e conclude con una presa di posizione di fiducia rispetto a quella che dev’essere la terza fase della politica e della democrazia italiana, che è scritto sotto forma di terza repubblica.E’ un libro che si apre all’insegna dell’esaltazione e della dimensione e dell’autonomia del politico, dove del politico non significa del soggetto vivente che fa politica come autonomia. Questo è il più grande accorgimento che non solo fa questo libro di Valdo Spini, ma lo fa la storicizzazione della scienza politica nei confronti del contributo di Macchiavelli. Macchiavelli, ha portato a distinzione la politica dalla morale – afferma D’Alfonso – ma, non rendendola immorale ridandola una realtà ed una dimensione differenziata rispetto alla morale così come differenziata rispetto alla legge.
Le macerie della vicenda politica socialista – afferma D’Alfonso – così come il Macchiavelli, che cristallizza e fotografa l’autonominizzazione della politica. Valdo Spini, nel suo accogliere e sottolineare perché c’è un Macchiavelli, che ha una data di nascita e di morte e c’è un Macchiavelli che ci accompagnerà per forza nel nostro discorso pubblico, che è il Macchiavelli dell’autonomia della politica e nel Macchiavelli c’è la riflessione, c’è l’azione, la militanza, c’è la contribuzione attiva della vita destinata alla politica di Valdo Spini. Quando il partito socialista – continua l’ex sindaco – ha incominciato gonfio prima di diventare grande l’unico che stava sul pezzo dei parlamentari che provenivano dal territorio senza diciamo l’accreditamento dall’alto, era il modello parlamentare alla Valdo Spini che cercava, di fare quello che nel mio partito di appartenenza una volta si chiamava la ricerca dell’ago nel pagliaio e cioè entrare nel merito, che è quello che non si fa quando si assume una posizione a favore anche oggi, quando si assume una posizione contraria non si entra nel merito neanche quando si affrontano argomenti delicatissimi sacrali per la vita del consorzio civile come la giustizia.Questo è un libro – afferma D’Alfonso -, che contribuisce a ritrovare la buona politica. Ma, quand’è che va in onda la buona politica? Terzi ha detto, quando la politica si fa percepire efficace, e quando la politica secondo il dettato di Macchiavelli, organizza la coniugazione tra mezzi e fini. Secondo me, la buona politica deve riuscire a consentire la migliore specializzazione dove per ciascuno non intendo per soggetti viventi, parlo anche dei territori se c’è buona politica ciascuno realizza il migliore progetto di vita di sé, la persona, l’associazione, la comunità di persona, il territorio, la città organizzata”.