PESCARA – Ieri due tartarughe Caretta Caretta sono tornate in mare libere di nuotare dopo sette mesi di cure e di riabilitazione nel Centro studi Cetacei .A bordo della motovedetta della Capitaneria di Porto di Pescara sono state portate a tre miglia dalla costa e poi, grazie a un sommozzatore, sono state reimmesse nel loro Adriatico . Le due tartarughe spiaggiate sono state curate grazie ai fondi europei assegnati al Comune di Pescara nell’ambito del progetto di Cooperazione Transfrontaliera Net-Cet, che vede la nostra città capofila di un partneriato con altre città italiane e dei Balcani. Ad accompagnarle nel loro viaggio sono stati i veterinari che le hanno salvate e per sette mesi hanno seguito la loro ripresa con gli studenti della scuola media Mazzini nell’ambito del progetto dell’Associazione ‘Scienza Under 18’ con la professoressa Carla Antonioli .Anche il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, l’assessore alla Tutela degli Animali Maria Grazia Palusci, il comandante della Direzione marittima Luciano Pozzolano e il dottor Vincenzo Olivieri hanno seguito l’operazione di reimmissione in mare delle due tartarughe.
nel settembre del 2012 Pescara è stata ammessa al finanziamento del programma Europeo Net-Cet di Cooperazione Trasfrontaliera Ipa Adriatico e che ci vede partner del Comune di Venezia, dell’Università di Padova, della Fondazione Cetacea, e poi di alcuni Enti istituzionali della Croazia, Albania, Montenegro, Slovenia e dello stesso Wwf Italia. Obiettivo del progetto è ovviamente lo sviluppo di strategie comuni per attività di valorizzazione e di tutela dell’ambiente marino e della sua ‘popolazione’, come le tartarughe che sono a rischio estinzione. Il punto caratterizzante dell’intero progetto è ovviamente la localizzazione a Pescara del primo ospedale per animali marini, una struttura in cui si farà formazione a tutti i livelli con i bambini in età scolare, con i biologi, la Capitaneria di porto, e con tutti i soggetti normalmente coinvolti in caso di spiaggiamento di cetacei o tartarughe. In Adriatico esistono già due strutture simili, a Venezia e a Riccione, e quella di Pescara si andrà a collocare cercando di colmare una carenza del centro-sud. E ricordiamo anche che la durata del progetto è di tre anni, ma al suo termine resterà sul territorio una struttura all’avanguardia, l’ospedale, che continuerà a operare, camminando con le proprie gambe e con attrezzature innovative: complessivamente l’ospedale dovrà essere dot
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