PESCARA – Il Presidente della Commissione consiliare Finanze Renato Ranieri, nel corso della conferenza stampa convocata ieri, ha illustrato i contenuti della delibera approvata all’unanimità dal Consiglio, su proposta della Commissione consiliare finanze, sugli adempimenti inerenti alle società partecipate. Presente anche l’avvocato Nicola Giampaolo che ha curato la predisposizione della delibera.
La delibera adottata punta a garantire il rispetto dei valori etici all’interno delle società stesse e prevede delle misure che le società partecipate dal Comune di Pescara saranno invitate ad adottare al proprio interno per far sì che, in caso di comportamenti illeciti da parte dei vertici, non sia la società stessa a doverne rispondere con proprio capitale.In particolare si dovrà istituire un Organismo di Vigilanza all’interno delle società partecipate dal Comune di Pescara per effettuare controlli a campione sui provvedimenti adottati e poi attuare il decentramento delle funzioni, che non devono restare completamente nelle mani di un’unica figura apicale, per garantire la trasparenza delle azioni.
Ha ricordato il Presidente Ranieri:
la Costituzione, all’articolo 27, stabilisce che la responsabilità penale è sempre personale, dunque se un amministratore di una società compie un reato ne risponde personalmente. Nel 2001, però , a seguito delle richieste giunte dalla Comunità Europea, per frenare i ‘crimini economici’ registrati tra gli anni ’70 e ’90, come il crack Cirio o Parmalat, la Comunità ha chiesto agli Enti di introdurre la responsabilità soggettiva, ossia anche le società devono rispondere dei reati compiuti dalle figure apicali.
Un provvedimento che l’Italia ha adottato modificando il Decreto legislativo 231, e che inevitabilmente riguarda anche le società che hanno un rapporto con le pubbliche amministrazioni o che sono costituite dai Comuni stessi, come, nel caso di Pescara Gas, Attiva Spa o Pescara Parcheggi. Ma in questo caso la situazione si è complicata perché una società chiamata a rispondere per un eventuale reato compiuto da una figura apicale potrebbe anche essere condannata a non avere più rapporti con le pubbliche amministrazioni, creando un danno nel caso di erogazione di servizi che dovrebbero essere sospesi con evidenti contraccolpi per il Comune. Per compensare la norma, il legislatore ha allora previsto l’articolo 6, ossia se una società dimostra di avere adottato tutte le misure idonee per evitare che le figure apicali commettessero reati, la società stessa non risponde più degli eventuali reati stessi. E il Comune di Pescara è oggi il primo in Italia ad aver adottato tale misura attraverso un atto di indirizzo che ora verrà adottato anche dalla Regione Abruzzo.
Ha specificato l’avvocato Giampaolo:
in particolare la società deve introdurre dei modelli organizzativi chiari tesi a prevenire la commissione di reati, ad esempio il potere di gestione della società non dev’essere concentrato nelle mani di una sola persona, per le delibere di acquisti o bandi di gara, ma occorre garantire la partecipazione di più soggetti, che riduce le possibilità di errore. Inoltre va istituito un Organismo di vigilanza che ha l’obbligo di effettuare le verifiche a campione sulle attività aziendali svolte dalle società. Ovviamente il Comune deve continuare a riporre la propria fiducia negli amministratori, ma ha anche il dovere di predisporre gli strumenti previsti dalla legge per tutelare i suoi investimenti pubblici. L’Azienda di fronte ai comportamenti illegittimi può applicare le sanzioni disciplinari come il licenziamento o la revoca dell’incarico”. “Approvata la delibera – ha ancora puntualizzato il Presidente Ranieri – tutte le società partecipate del Comune saranno invitate ad adottare tali modelli organizzativi che rivestono l’eticità e la trasparenza della gestione delle nostre aziende.
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