Il capoluogo adriatico esce molto male dalla classifica stilata da Italia Oggi e Università La Sapienza e scivola al 99esimo posto della graduatoria nazionale: emergenza criminalità,degrado e imprese in fuga
PESCARA – “Abbiamo più volte lanciato l’allarme, ma i nostri appelli sono sempre rimasti inascoltati. Ora i dati lo confermano: Pescara non è più una città sicura. La cosa grave è che molti dei nostri associati, demotivati e demoralizzati, stanno delocalizzando le aziende fuori regione. Siamo ormai in una città fantasma: strade del centro e parchi rifugio di disperati o invasi da venditori abusivi, vetrine devastate dai writers, furti e spaccate in negozi ed attività commerciali”.
Lo denunciano il presidente di Confartigianato Pescara e quello della categoria Commercio, Giancarlo Di Blasio e Massimiliano Pisani, commentando la classifica sulla qualità della vita di Italia Oggi e Università La Sapienza, che colloca Pescara al 99esimo posto della graduatoria nazionale (nel 2015 era al 79esimo); la provincia scende addirittura alla 104esima posizione su 110 per quanto riguarda la criminalità e al 105esimo per il disagio sociale.
“Basta fare un giro lungo quello
che rimane dell’asse attrezzato – dicono Di Blasio e Pisani – per vedere capannoni vuoti o, ancora peggio, un bel giro in centro per vedere multinazionali che fanno solo ‘vetrina’, prodotti etnici senza alcun controllo, pseudoimprenditori che non seguono le regole, accessi handicap bloccati da sedie e tavoli o da espositori di cover per telefonini. Siamo esausti, non è possibile dover lottare ogni giorni per difendere le nostre aziende, quelle vere, quelle del ‘made in Abruzzo’, da criminalità, degrado e burocrazia lenta e costosa”.
Vittime di questa situazione, secondo Confartigianato, “non sono solo le aziende, ma anche i cittadini. Idee e proposte le abbiamo ben chiare e le abbiamo illustrate più volte – sottolineano i due presidenti – Per prima cosa la creazione immediata di una task force da parte della Polizia municipale che affianchi le altre forze dell’ordine in una lotta capillare per combattere i fenomeni di vagabondaggio, di abuso da parte dei furbetti, insieme ad un piano di abbattimento delle barriere architettoniche. Pescara, infatti, come abbiamo denunciato più volte, è al 71esimo posto per accoglienza dei disabili”.
“Le aree di risulta vanno subito riqualificate, a partire dalla modifica del nome, che dovrebbe
diventare ‘parco dell’Adriatico’. Bisogna rifare il manto stradale e modificare l’illuminazione. E’ necessario lavorare bene anche sull’aeroporto, non solo con azioni finalizzate ad implementare i collegamenti aerei, ma anche valorizzando le aree circostanti, oggi in stato di abbandono. In gioco – concludono i presidente di Confartigianato e Confartigianato Commercio Pescara – c’è la qualità della nostra vita e dei nostri figli. Solo dopo aver risolto queste criticità potremo tornare a parlare di piani marketing, turistici e industriali”.