L’uomo deve rispondere dei reati di rapina (aggravata dall’utilizzo di un’arma e dall’aver agito per motivi abietti), lesioni volontarie aggravate, nonchè porto, senza giustificato motivo, di coltello fuori dalla propria abitazione.
I FATTI
Lo scorso 27 maggio, alle ore 2.30 circa, personale della sezione Volanti della Questura di Pescara era intervenuto presso il locale pronto soccorso, dove era appena giunto, trasportato da ambulanza, un 35enne pescarese, con diverse ferite da arma da taglio, poi dimesso con una prognosi di giorni 12 s.c. L’uomo, apparso da subito reticente di fronte agli operatori di polizia, aveva riferito di essersi recato, accompagnato da un amico, a far visita ai propri genitori. Una volta uscito dallo stabile di residenza di questi ultimi era stato aggredito da un soggetto sconosciuto che, senza proferire parola, lo aveva colpito con un coltello, fuggendo subito dopo a bordo di uno scooter.
Pochi giorni dopo, la vittima aveva sporto denuncia per quanto accadutogli, ma anche questa volta le dichiarazioni fornite avevano indotto gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pescara a ritenere che non stesse raccontando tutta la verità.
I poliziotti, pertanto, decidevano di ascoltare nuovamente l’uomo, il quale, messo alle strette, chiariva tutti gli aspetti della vicenda, riferendo che quella notte era andato, accompagnato da un suo amico, presso l’abitazione dei suoi genitori e che, nella circostanza, aveva incontrato casualmente E.P., che abita in quello stesso stabile. Terminata la visita ai familiari, mentre si accingeva a risalire a bordo dell’autovettura, era stato nuovamente avvicinato dal E.P. il quale gli aveva chiesto se avesse della cocaina; al suo diniego e salito a bordo dell’auto. E.P., di rimando, aveva aperto la portiera e lo aveva colpito più volte con un coltello dicendogli “adesso mi dai la cocaina? La prossima coltellata ti prendo al cuore e ti ammazzo”. A quel punto la vittima, con alcuni precedenti anche in materia di droga, si vedeva costretto a consegnare una bustina contenente una dose di cocaina, custodita nel portafoglio e, una volta allontanatosi l’aggressore, si recava, sanguinante, presso l’abitazione dei genitori, dalla quale, tramite autolettiga, veniva trasportato in ospedale.
Veniva sentita dalla Squadra Mobile anche la persona che lo aveva accompagnato in auto dai genitori, la quale confermava la versione fornita dall’amico, riconoscendo fotograficamente E.P.
Alla luce delle risultanze così acquisite, quest’ultimo veniva segnalato alla Procura della Repubblica di Pescara. Il Pubblico Ministero, titolare delle indagini, in considerazione dei gravi indizi di colpevolezza, ritenendo concreto ed attuale il pericolo di reiterazione del reato, faceva istanza per l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere. L’ufficio del G.I.P., condividendo l’impianto accusatorio, disponeva pertanto l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di E.P.
Il provvedimento restrittivo è stata eseguito nella mattinata odierna dagli uomini della sezione antirapina della Squadra Mobile, che hanno rintracciato l’uomo nella sua abitazione, traducendolo poi in carcere.
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