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Pescara, Rapposelli replica sull’ITS

da Redazione

Il vice presidente della Provincia di Pescara risponde alle polemiche  relative  al neonato Istituto tecnico superiore nel campo della moda

PESCARA – La Provincia di Pescara, con il vice presidente Fabrizio Rapposelli,  ha risposto ieri  alle polemiche sollevate dalla Filctem Cigl, rappresentata da Domenico Ronca, e dal direttore di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte, in merito al neonato Istituto tecnico superiore nel campo della moda.

“Le oltre cento domande di iscrizione, per soli venti ammessi più cinque uditori, sono la chiara dimostrazione della bontà del progetto e della lungimiranza che l’amministrazione provinciale ha dimostrato di avere, unitamente a tutti i soci che hanno dato vita alla Fondazione Its, che sono  l’Università degli studi di Chieti-Pescara, la Camera di Commercio di Pescara, la Cna Pescara, l’Aterno Manthonè di Pescara, l’Istituto Pomilio di Chieti, l’Enfap Uil Abruzzo, Pianeta Formazione e altre aziende operanti nel settore tessile moda nelle province di Pescara e Chieti. La logica aggregativa perseguita dalla Provincia, quindi, ha funzionato alla perfezione – sottolinea Rapposelli – anche se nella fase preparatoria alla costituzione della Fondazione  alcune realtà imprenditoriali appartenenti al Polo dell’area vestina e associate a Confindustria Pescara hanno deciso di rimanere fuori.

E’ bene sottolineare e ricordare a chi non ha approfondito bene la vicenda e oggi solleva critiche infondate, che l’Its con sede a Pescara è una scuola pubblica di livello post secondario per il conseguimento del diploma di Tecnico Superiore di cui potrà avvalersi tutto il tessuto produttivo locale e non un corso formativo tradizionalmente inteso. Nessun doppione, quindi, rispetto all’esistente, perché ai ragazzi sarà rilasciato un diploma di istruzione superiore e non una mera qualifica professionale regionale. Tra l’altro l’Its Pescara è uno dei soci fondatori dell’Its di Teramo la cui presidenza è in capo al presidente di Confindustria Teramo e i cui soci sono l’Università di Teramo, Confindustria e Camera di Commercio di Teramo, fondazione Tercas, Provincia di Teramo, comuni di Teramo e Giulianova, diversi istituti scolastici e organismi di formazione.

Quindi è un errore – dice sempre Rapposelli – confondere realtà istituzionali con organismi di natura privatistica che organizzano corsi di formazione. Un altro errore di valutazione è legato al fatto che contrariamente a quanto afferma Di Giosaffatte, il Polo alta moda dell’area vestina non è l’unico che fonde la filiera formativa e produttiva ma esiste un polo dell’innovazione, “Moda In”, che ha tra i soggetti promotori – insieme a Confindustria Chieti, Cna e Confartiginato Abruzzo – oltre 60 imprese operanti sul territorio regionale. Tale Polo ha al suo interno anche soci che si occupano di formazione e con capacità potenziale di assorbire nuova occupazione e quindi i futuri tecnici della moda. Alla luce di ciò, pertanto, si configura una nuova realtà che ha non ha nulla a che vedere con i paventati “sprechi” ma, invece, è del tutto trasparente sia in merito alla fonte dei finanziamenti (Ministero e Regione Abruzzo) sia in merito alle procedure di selezione del personale e degli allievi il cui bando è terminato il 15 giugno”. Per sgomberare il campo da “strumentali equivoci” si precisa che i finanziamenti citati “non hanno nulla a che fare con i fondi per il tavolo di crisi per la Val Pescara e la zona Vestina trattandosi di risorse che il Ministero e la Regione Abruzzo hanno specificatamente destinato al settore della pubblica istruzione. Se poi esistono richieste di natura sindacale avanzate nell’ambito dei tavoli di crisi, non è un problema che riguarda il settore della Pubblica istruzione provinciale ma verso il quale la Provincia è sempre stata sensibile. Mi auguro piuttosto che l’attenzione posta sull’area vestina da Di Giosaffatte e Ronca sia spalmata anche su tutte le realtà imprenditoriali di settore dell’intero territorio Pescarese”.

 

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