Il Pescara di Di Francesco, reduce da sette risultati utili casalinghi, se la dovrà vedere sabato con una Reggina altrettanto lanciata e che ha raccolto undici punti nelle ultime cinque partite, espugnando campi non facili come Modena e Vicenza.
Ci vorrà tutta la bravura e la sagacia tattica del tecnico biancoceleste per venire a capo di una squadra che ha una caratteristica fondamentale: la grande capacità di accorciare i reparti, passando in un amen dalla difesa a tre a quella a cinque. Questa sua prerogativa le consente di agire spesso e volentieri di rimessa grazie anche al gran lavoro degli interni di centrocampo.
Gli amaranto hanno preso a volare anche grazie all’innesto di due calabresi doc: il centrocampista De Rose e la punta Alessio Viola. Il primo è stato prelevato dal Cosenza in compartecipazione, mentre il secondo è tornato a Reggio dopo un esperienza poco felice al Benevento. Proprio Alessio Viola, fratello dell’altro Viola amaranto, Nicholas, è il giocatore rivelazione di questa seconda parte di stagione. Seconda punta molto mobile, ama giocare tra le linee ed è dotato di un buon tiro da fuori.
All’Adriatico però la Reggina avrà due assenze pesanti. La prima è quella di Giosa, che dovrebbe essere rimpiazzato dal rientrante Cosenza, la seconda, quella di Bonazzoli. La mancanza del bomber amaranto, già castigatore del Perscara all’andata, costringerà Atzori a cercare soluzioni alternative, non facili da reperire in rosa.
Il tecnico dei calabresi dovrà scegliere principalmente tra quattro soluzioni.
La prima prevede l’innesto di Barillà, un centrocampista offensivo, dietro a Viola, con il passaggio ad un 3-5-1-1 che non darebbe punti di riferimento davanti, ma comporterebbe anche il rischio di avere poca profondità in mezzo all’area.
La seconda implicherebbe l’innesto dell’ex Zizzari, giocatore che però Atzori vede poco e che fin qui non ha mai convinto.
Terza opzione a disposizione è quella riguardante l’ex bambino prodigio Vincenzo Sarno. Il ragazzo, dieci anni fa, fu al centro di una vicenda che fece molto discutere: il Torino infatti pagò 120 milioni di lire per l’allora undicenne Sarno che con la palla faceva ciò che voleva. Causa limiti caratteriali il ragazzino non ha avuto fin qui la carriera che ci si aspettava. Quest’anno, dopo una buona mezza stagione alla Pro Patria, la Reggina lo ha acquistato, ma l’ex bimbo prodigio non ha giocato fin qui nemmeno un minuto. Difficile quindi che Atzori lo faccia debuttare in una sfida complicata come quella contro il Pescara. Alla fine, dunque, il tecnico dei calabresi, dovrebbe optare per Alessio Campagnacci, l’anno scorso a Giulianova, dove mise a segno otto reti.
Il modulo di partenza, come detto, sarà sempre il 3-5-2, schema adottato dai calabresi per tre anni sotto Mazzarri, prima delle parentesi poco felici di Novellino e Iaconi.
Il centrocampo a cinque dei calabresi, dovrebbe orientare Di Francesco a presentare Giacomelli al fianco di Sansovini per un motivo fondamentale: il ragazzo sa fare bene le due fasi, sia la difensiva che l’offensiva. Grazie alle sue caratteristiche tecniche infatti, gli abruzzesi in fase di non possesso palla avrebbero un centrocampo a cinque come quello dei calabresi, mentre in fase di possesso potrebbero contare su due attaccanti veloci contro i tre difensori calabresi.
Nell’undici di base Di Francesco potrebbe anche riproporre Gessa, che pare aver recuperato dall’infortunio ed è fondamentale per la sua capacità di saltare l’uomo. Con l’ex del Grosseto a destra e Bonanni a sinistra, il Pescara avrebbe due ali capaci di tenere molto bassi i rispettivi interpreti reggini, costringendo così la squadra di Atzori a cercare il gol per vie centrali, dove Tognozzi, e in particolar modo Nicco, dovrebbero avere la meglio sui centrali reggini.
E’ infatti al centro che i calabresi hanno maggiori problemi con un Giacomo Tedesco troppo discontinuo e spesso rimbrottato dal suo stesso tecnico.
La partita contro la Reggina è fondamentale per misurare le ambizioni di alta classifica dei nerazzurri. Gli uomini di Di Francesco, che non prendono tre punti fuori dalla trasferta di Crotone, devono per forza di cosa puntare a battere i calabresi, per recuperare i punti persi in trasferta.
Gli abruzzesi hanno un occasione d’oro per centrare il settimo successo nelle ultime otto gare casalinghe e continuare a coltivare il sogno play off.
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