L’assessore all’Ambiente Del Trecco nell’incontro con i balneatori ha illustrato le operazioni di rimozione
PESCARA – L’assessore all’Ambiente del Comune di Pescara Isabella Del Trecco, nel corso dell’incontro svoltosi ieri con gli imprenditori del litorale sud, ha riferito circa lo svolgimento dell’intervento di rimozione dei cumuli di sabbia , depositati lungo la battigia del litorale sud di Pescara, frutto del ripascimento avviato e non completato dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della Magistratura. A effettuare le operazioni è direttamente l’amministrazione comunale di Pescara che ha assunto la gestione della vicenda dopo che l’Azienda del Porto Turistico Marina di Pescara, nei cui confronti l’amministrazione aveva emanato un’ordinanza di rimozione degli stessi cumuli, ha ufficializzato nella serata di mercoledì, al termine di una riunione del Consiglio d’amministrazione, di non voler ottemperare al dispositivo.
L’amministrazione anticiperà per ora la spesa, per poi rivalersi sul Marina di Pescara. Se non ci saranno ulteriori intoppi, da oggi i concessionari potranno iniziare a sistemare le proprie spiagge a servizio degli utenti. L’assessore ha inoltre chiarito che quella sabbia rientra tra i ‘rifiuti non pericolosi’ con codice Cer 17.05.04, da smaltire in discarica per rifiuti inerti o non pericolosi, dunque non si tratta di materiale inquinato come attestato dalla certificazione rilasciata dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri ,una copia della quale è stata consegnata ad alcuni dei balneatori di Porta Nuova . Ha ricordato la Del Trecco:
tre giorni fa il dirigente del Servizio Demanio ha firmato un’ordinanza per disporre la rimozione dei cumuli di sabbia ancora depositati sulla battigia del litorale sud dal blocco dei lavori, ormai ultima testimonianza del cantiere dopo la rimozione delle condotte utilizzate per sparare direttamente sulla riviera il materiale che man mano veniva dragato dal porto turistico. Ovviamente l’ordinanza è stata indirizzata all’Azienda Porto Turistico Marina di Pescara responsabile del ripascimento nel tratto di litorale compreso tra il porto turistico e il Fosso Vallelunga. E, come da ordinanza, entro quarantotto ore, ossia entro ieri, il Marina di Pescara avrebbe dovuto provvedere al ripristino dell’arenile. Mercoledì si è però riunito il Consiglio d’Amministrazione del Porto Turistico e alle 21.29 hanno inviato un fax ai nostri uffici tecnici ufficializzando la decisione di non ottemperare all’ordinanza.
Ieri i nostri dirigenti, coordinati dal Direttore generale Stefano Ilari, si sono riuniti per l’adozione di provvedimenti d’urgenza: innanzitutto abbiamo preso atto della decisione del Marina di Pescara di non ottemperare al dispositivo e quindi che al termine delle quarantotto ore dalla firma dell’ordinanza, la stessa è rimasta inevasa. Al tempo stesso abbiamo formalmente preso atto della ulteriore comunicazione del Dirigente del Settore Lavori pubblici per la quale il Comune non ha alcuna responsabilità sulla situazione attuale visto che non ci sono cumuli da rimuovere sul tratto di spiaggia in cui la stessa amministrazione comunale avrebbe dovuto realizzare il ripascimento, tratto compreso tra il Fosso Vallelunga e il confine con Francavilla al Mare, mentre oggi i cumuli si trovano esclusivamente nel tratto di competenza del Marina.
A questo punto il Comune eccezionalmente e responsabilmente ha deciso di farsi carico della rimozione dei cumuli che non sono di sua competenza, sostenendo le relative spese, salvo poi rivalersi sul Marina di Pescara. Con una procedura di somma urgenza il Dirigente ha individuato una ditta, la Emoter Srl di Chieti Scalo, che si è resa disponibile, con uno sforzo d’impresa notevole avendo dovuto richiamare in città tutti i mezzi di proprietà per fronteggiare l’operazione, a rimuovere i cinque cumuli esistenti tra il centro Paolo VI e il Fosso Vallelunga. L’impresa effettuerà la rimozione, il caricamento, trasporto e recupero del rifiuto non pericoloso. Le operazioni, come preannunciato, sono partite alle 7 di questa mattina e per le 17 sono già stati rimossi i cumuli situati tra gli stabilimenti Coralba e Tramonto, dinanzi alla concessione Bora Bora, poi quelli posti tra Tramonto e Circolo della Vela, e il quarto situato dopo il Circolo della Vela. Alle 17.15 i mezzi sono entrati nell’area di spiaggia libera antistante il centro Paolo VI dove si trova il cumulo più grande, l’ultimo. Il Comune ha ottenuto l’autorizzazione a lavorare anche di notte per riuscire a chiudere il lavoro prima di domani e, se non ci saranno intoppi, l’intervento potrebbe concludersi già alle 2 di questa notte o, al più tardi all’alba, in modo da lasciare libera l’intera spiaggia sud ai balneatori e agli utenti già da domani.
E l’assessore Del Trecco ha preannunciato tale possibilità anche ai balneatori di Pescara sud, tra cui i titolari di Mila, Sabbia D’Oro, Coralba, Circolo della Vela e Lido 186, accompagnati dal Presidente del Consorzio Imprese Balneari dell’Adriatico Riccardo Ciferni, che stamane ha convocato nel proprio ufficio per ufficializzare la nota del Noe risalente allo scorso 14 giugno:
è bene chiarire che le operazioni di ripascimento del litorale sono state dapprima sospese per l’apertura dell’inchiesta da parte della magistratura, poi le abbiamo dovute definitivamente fermare il primo giugno perché la legge ci vieta di svolgere tali interventi nel periodo della stagione balneare, dal primo giugno a metà settembre. A oggi però abbiamo di certo solo le analisi dell’Arta, le quali ci avevano certificato la buona qualità del materiale proveniente dal dragaggio del porto turistico, utile per il ripascimento della riviera sud, autorizzato da tutti gli Organismi di competenza. Non solo: oggi disponiamo di una certificazione, datata 14 giugno, del Noe, inviata alla società Marina di Pescara, al Comune, presso il Settore Attività Produttive e Grandi Infrastrutture, e per conoscenza alla Procura della Repubblica, in cui si legge che ‘sentito il CTU nominato dall’Autorità giudiziaria e le disposizioni impartite dalla Procura della Repubblica, si comunica che i cumuli di sabbia, costituendo rifiuto, dovranno essere allontanati dal litorale. Il destino degli stessi potrà essere individuato prioritariamente verso impianti per il recupero di rifiuti non pericolosi in regime ordinario con codice CER 17 05 04, in alternativa smaltito in discarica per rifiuti inerti o non pericolosi’. In altre parole non abbiamo certificazioni che dicano che quel materiale sia inquinato, ma di sicuro sappiamo che non è un rifiuto pericoloso. Infatti il codice Cer attribuito, 17 05 04, corrisponde a ‘terra e roccia, ovvero sabbia, diverse da quelle classificate come 17 05 03, ossia terra e roccia con sostanze pericolose, e 17 05 ossia fanghi di dragaggio con sostanze pericolose’. Chiarito questo punto, che riteniamo assolutamente rilevante per restituire serenità ai balneatori e ai fruitori della spiaggia, ora la nostra priorità resta quella di mettere i nostri imprenditori in condizioni di lavorare con tranquillità.