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Pescara, rimosso l’amianto dalle stalle di via Colle Pizzuto

da Redazione

stalle

Il Presidente Foschi rende noto l’esito  della riunione della  Commissione Sicurezza del Territorio sugli ultimi provvedimenti attuati dall’amministrazione

PESCARA – L’Amministrazione comunale di Pescara ha smantellato gli strati d’amianto che costituivano la copertura delle stalle di via Colle Pizzuto. L’iniziativa è scattata d’ufficio dopo un pronunciamento del giudice in tal senso in riferimento all’ordinanza firmata dall’Ufficio Ambiente del Comune di Pescara, finalizzata  a eliminare una condizione di degrado intollerabile sulle colline della città, ordinanza pure impugnata.Il Comune chiederà al proprietario la restituzione delle somme spese. Inoltre le Forze dell’Ordine hanno effettuato nella zona un blitz di cui  si devono ancora  conoscere obiettivi ed esiti.

Il Presidente della Commissione Sicurezza del Territorio Armando Foschi, al termine della seduta che ha ufficializzato gli ultimi provvedimenti attuati dall’amministrazione in via Colle Pizzuto, alla presenza del responsabile Fausto Di Francesco e dell’avvocato Antonella Manso, ha spiegato:
La vicenda si trascina dal febbraio 2020 quando la nostra Commissione ha sollevato il forte disagio determinato da una condizione di degrado intollerabile nella zona compresa tra strada Colle Pizzuto e strada Colle Renazzo, ascoltando una delegazione dei residenti della zona, stanchi di quella presenza ingombrante a due passi dalle loro case . In sostanza da almeno dieci anni, su un terreno di proprietà privata sono spuntate delle baracche, non sappiamo se abusive o meno, usate come stalle per la custodia di cavalli. Ignoti gli autori dell’edificazione, così come la proprietà degli animali. Fatto sta che per la realizzazione delle stalle è stato usato anche materiale contenente amianto, come dimostrano i profilati fotografati dai cittadini, e che comunque la presenza di quegli animali viola anche il Regolamento comunale per l’Igiene urbana secondo il quale le strutture utilizzate per la custodia dei cavalli, ovvero le stalle ‘non possono trovarsi nel centro abitato’, come in questo caso. Non solo: come hanno riferito i residenti, tra quelle baracche ci sarebbero anche traffici e movimenti poco chiari, che hanno turbato la tranquillità dei cittadini, senza parlare dei cavalli con le bighe che al mattino scendono da via Lago Isoletta verso via Primovere per far fare quattro passi agli animali. I cittadini hanno affermato di aver già presentato svariate denunce per segnalare una situazione tutt’altro che legittima, ma quegli esposti non avrebbero sortito alcun effetto, mentre i residenti continuano a dover sopportare rumori e miasmi provenienti dalle stalle oltre che una convivenza molto critica. Infine alcuni operai che avrebbero effettuato delle opere sul terreno, dipendenti anche di un’azienda pubblica, avrebbero fatto sapere di aver trovato nel sottosuolo carcasse di cavallo sotterrate in maniera anomala, altro dettaglio che merita di essere verificato con urgenza. Dopo quella prima seduta di Commissione, il sindaco Masci ha promosso l’istituzione di un Tavolo tecnico che ha riunito Polizia municipale con il Settore Ambiente, Ufficio Ambiente del Comune e Asl. Nel marzo 2020, dunque all’inizio della pandemia, il Dipartimento di igiene e prevenzione ambientale della Asl e la Polizia municipale hanno effettuato un sopralluogo accertando la veridicità e la gravità di quanto segnalato dai cittadini, dunque la presenza di una vera e propria discarica di rifiuti di ogni genere, dallo sterco dei cavalli alla plastica, dalla paglia agli inerti di cantiere, su tutto il terreno e, ovviamente, un gran numero di stalle evidentemente realizzate in momenti diversi e progressivi stando alle condizioni dei manufatti, dal rudere al casolare, tutti con coperture costituite da lastre di cemento-amianto che, stando al sopralluogo della Asl e al relativo verbale firmato dalla dirigente Adelina Stella e dai tecnici Roberto Cristofaro e Antonio D’Orazio, presentano ‘bordi frastagliati, rotture macroscopiche, lastre di amianto non ancorate ma solo poggiate sulla copertura’. Ed è stata la stessa Asl a rilevare come ‘i materiali contenenti amianto vetusti, danneggiati o sottoposti all’esposizione di agenti atmosferici possono disperdere nell’aria fibre nocive alla salute’, e quindi a sollecitare un provvedimento ‘nei confronti dei proprietari delle strutture e del terreno, responsabili dell’omissione di sorveglianza dell’area e cura dell’igiene, ovvero un’ordinanza per imporre la bonifica immediata dell’area e la rimozione di tutti i rifiuti entro 60 giorni, quindi l’adozione di disposizioni per impedire la manipolazione e l’ulteriore danneggiamento dei materiali contenenti amianto e la loro rimozione entro 90 giorni’.

Infine la stessa Asl ha accertato e fotograficamente documentato anche la presenza di grossi quantitativi ‘di rifiuti zootecnici abbandonati che di fatto, insieme agli altri rifiuti, formano una discarica, e l’assenza di una concimaia a servizio delle stalle’. Altro sollecito è arrivato anche dal Servizio Veterinario della Asl, con nota sottoscritta dal Direttore Carlo D’Intino e dal Dirigente Medico Nicola De Luca, i quali hanno ‘constatato la persistenza degli inconvenienti igienico-sanitari all’interno di un’azienda agricola utilizzata da alcune famiglie rom come ricovero dei propri cavalli. Oltre al casolare diroccato e fatiscente, sono stati evidenziati materiali inerti, accumuli di letame che tendono a riversarsi nel fossato situato nelle immediate adiacenze dell’azienda, ossia Fosso Vallelunga, e manufatti allestiti con materiale più disparato all’interno dei quali sono detenuti alcuni cavalli.

L’area appare di fatto come una vera e propria discarica’, chiedendo, quindi, la rimozione di tutti gli inconvenienti igienico-sanitari con la bonifica dell’area e lo sgombero degli animali, una proposta che, come si legge nel verbale, addirittura la Asl avrebbe avanzato già nel novembre 2010, ossia dieci anni fa. In seguito ai due verbali di sopralluogo, uniti a quello della Polizia municipale, la dirigente del Settore Ambiente Emilia Fino, ha firmato più ordinanze, l’ultima del novembre 2020, impugnata dai proprietari, senza fermare il giudice che comunque ha ordinato al Comune di procedere in attesa del pronunciamento di merito: a differenza di quanto sempre sostenuto dagli stessi proprietari, gli incaricati delle operazioni di rimozione non hanno incontrato alcuna difficoltà nell’entrare nell’area, e hanno provveduto a smantellare i 2-3 strati di lastre di amianto che costituivano la tettoia a copertura delle stalle. Il materiale rimosso, inizialmente stoccato a terra, chiuse le analisi da parte della Asl, andrà ora portato a smaltimento e, dopo la presentazione delle fatture da parte della ditta incaricata, si procederà al recupero delle somme spese, trasferendo le carte all’avvocatura comunale che intanto il prossimo 15 febbraio 2022 avrà l’udienza di merito in riferimento all’ordinanza dirigenziale impugnata dai proprietari dei terreni. Ovviamente non abbassiamo la guardia, perché l’obiettivo finale è quello di ripristinare il rispetto delle regole ed eliminare il degrado”.

 

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