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Pescara, riqualificazione Aree di Risulta: Civitarese replica a M5S

da Redazione

Il Movimento 5 Stelle  affila le armi per la  battaglia in Consiglio comunale sul progetto di riqualificazione proposto dall’amministrazione Alessandrini sulle aree di risulta.Alle dichiarazioni  dei pentastellati risponde l’Assessore al Governo e Sviluppo del Territorio,che annuncia un dibattito pubblico sul ‘Parco Centrale’ 

erika alessandrini m5s PescaraPESCARA – “L’opera deve essere assoggettata alla Valutazione di Impatto Ambientale e prevedere altre soluzioni più compatibili all’ambiente ed alle risorse economiche disponibili: un Comune in predissesto non può regalare milioni di euro ogni anno ai privati per un’opera inutile e costosa”.

Il M5s affila le armi per la dura battaglia che si prevede per il prossimo autunno in Consiglio comunale sul progetto di riqualificazione proposto dall’amministrazione di centro-sinistra sull’area di risulta di Pescara.

“Un progetto con troppe lacune e poche pretese” commenta la consigliera M5s”che per spendere i 12 milioni di euro del Masterplan regionale, finisce per spenderne 40 in più, rinunciando alla metà del verde previsto dal PRG e contraddicendo quello che questa stessa Amministrazione ha deciso di prevedere sulla mobilità“.

Diverse sono state, infatti, le criticità elencate dal M5s nell’osservazione al comitato V.I.A. della Regione, presentata lo scorso 29 Agosto.

I temi osservati riguardano l’ambito procedurale, quello legato alla carenza di documentazione (verifiche preventive dell’interesse archeologico, diagnosi energetiche dell’opera, opere compensative o di mitigazione dell’impatto ambientale e sociale), la gestione ambientale relativa allo stoccaggio temporaneo delle terre da scavo, la movimentazione del terreno con la relativa caratterizzazione degli inquinanti, l’avanzamento del fronte mobile dello scavo, insieme a tutti gli aspetti legati al traffico ed al trasporto pubblico.

“Ci ha fatto sorridere in questi giorni” prosegue la consigliera M5s Erika Alessandrini “il botta e risposta tra gli esponenti del centrodestra locale e l’assessore Civitarese, che si è prodigato nel dare interpretazioni fantasiose per la definizione della nuova viabilità di progetto che, per l’assessore sarebbe una “strada di quartiere” come i tanti vicoli del centro cittadino.

Per fortuna esiste il Codice della Strada che pensa a definire correttamente gli assi viari, e quello seminterrato previsto davanti alla stazione è, per caratteristiche funzionali e dimensionali, una “strada urbana di scorrimento” – art. 2 D.L. 285 del 1992 – e, proprio per la presenza di questa strada, il progetto dell’area di risulta deve obbligatoriamente essere sottoposto a VIA.

Per di più, il documento strategico votato dal Consiglio comunale lo scorso febbraio, per volontà dello stesso assessore, è divenuto indirizzo per il redigendo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.

In quel documento, e quindi sul Piano, il traffico di scorrimento, specie nelle direzioni nord-sud, viene allontanato dal centro cittadino e posto a monte del rilevato ferroviario, mentre in questo scellerato progetto si prevede che tutte quelle auto vadano ad incrociare il trafficoJlento del centro su via Silvio Pellico. Una follia in termini ambientali e strategici, un errore imperdonabile per chi governa la città e condanna per sempre il centro città a soffocare tra le auto, investendo ancora milioni di euro per inutili strade invece che per dotare tutta la città di una vera ciclopolitana, a cui sono destinati solo gli spiccioli del piano per le periferie”.

Le consigliere pentastellate inoltre criticano l’assoluta mancanza di scenari alternativi a quello proposto, con cui dimostrare davvero che questo sia, anche solo dal punto di vista ambientale, il progetto che produrrà gli effetti migliori, visto che si passa da circa 103.000 mq di verde, previsto dal PRG, ai 47.000 mq di ipotizzati nel progetto.

“La valutazione ambientale allegata alla proposta” continua Erika Alessandrini “si riduce a dire che piantare qualche albero lì dove oggi c’è un’enorme gettata di cemento, certamente creerà un miglioramento ambientale. Ma questo è banalmente vero anche se di alberi ne piantassimo 1 solo. La riqualificazione dell’area di risulta deve rappresentare la condizione migliore per lo sviluppo dell’intera nostra città e per migliorare la qualità della vita di chi abita e circola per il centro.

Ridurre le aree verdi previste a meno della metà, certo non rappresenta uno scenario allettante,

specie se lo si fa per introdurre palazzine residenziali e inutili frammenti di commerciale, in un contesto in cui i negozi già presenti continuano ad essere messi a dura prova da una crisi economica che non accenna a finire”.

Per volontà di questo centrosinistra, sia comunale che regionale, la pianificazione della principale città d’Abruzzo è stata sottratta agli urbanisti e al volere dei cittadini ed è stata regalata alle banche, sostituendo un vero progetto urbanistico con un piano finanziario, che in realtà produce un riduzione di entrata per le casse comunali di oltre 30 milioni di euro, con il vecchio pallino di dalfonsiana memoria di concedere ai privati lo sfruttamento dei parcheggi del centro cittadino.

Il Movimento 5 Stelle non rimarrà a guardare questo teatrino della vecchia politica e fornirà ai cittadini idee, strumenti e la concreta opportunità, prima che sia troppo tardi, di mandare “via” questi progetti scellerati insieme alla obsoleta classe politica pescarese di destra e di sinistra.

L’assessore al Governo e Sviluppo del Territorio,Stefano Civitarese Matteucci  in replica su Parco Centrale

Intervengo sulle dichiarazioni del movimento 5 Stelle sul progetto di riqualificazione delle aree di risulta della stazione, in occasione dell’illustrazione dell’osservazione che è stata presentata nell’ambito del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA.

Il dibattito e il confronto di idee sono sempre utili e quindi ben venga l’assemblea pubblica che i 5 Stelle si propongono di organizzare. Come Assessorato, nell’ambito dei numerosi eventi inclusi negli Stati generali della mobilità urbana che presenteremo lunedì prossimo, abbiamo programmato un dibattito pubblico sul ‘Parco Centrale’ in data 4 ottobre presso la sala conferenze della Stazione.

Dibattiti e confronto devono però fondarsi sui fatti che sono piuttosto diversi dalla rappresentazione offertane dai 5 Stelle.

In primo luogo è utile spiegare che in questo momento si sta svolgendo un procedimento il cui scopo è quello di verificare se il progetto ha possibili impatti ambientali significativi. Solo se il comitato regionale riterrà che li abbia, si passerà a un vero e proprio studio di impatto ambientale del progetto. Ciò, fermo restando che contemporaneamente stiamo portando avanti un distinto ma connesso procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS), che riguarda gli aspetti di pianificazione urbanistica del progetto allo scopo di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali nel processo di pianificazione assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.

A questo riguardo tutte le varie osservazioni sulle carenze di questo o quell’aspetto del progetto avanzata dai 5 Stelle o sono smentite dal contenuto della relazione (v. tabella riepilogativa e documenti disponibili sul sito Versopesara2027) oppure fanno riferimento ad aspetti che non sono propri di questa fase che è di ‘verifica di assoggettabilità’ e non di ‘valutazione di impatto ambientale’.

Sostengono, invece, gli esponenti 5 Stelle, che il progetto sarebbe da assoggettare direttamente a VIA e quindi avrebbe per definizione un impatto significativo perché avremmo previsto ‘una strada urbana di scorrimento’.

Per mostrare che così non è si riporta la definizione di questo tipo di strada:

“strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate”.

In tali tipologie di strade, in virtù di tali caratteristiche, si può raggiungere un limite di velocità di 70 km orari! Non so da dove si possa desumere che vogliamo fare qualcosa del genere (a Pescara salvo l’asse attrezzato/tangenziale questa tipologia non esiste), poiché nel progetto è palese che faremo una “strada ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi”, vale a dire ciò che il codice della strada definisce “strada urbana di quartiere”.

Questa viabilità, che dovrà essere concretamente regolata con il nuovo piano del traffico in corso di elaborazione, punta esattamente a consentire che il traffico automobilistico si allontani dal centro, così come previsto nei nostri atti di programmazione, per essere rimpiazzato dal trasporto pubblico di massa nella dorsale centrale della città e che provenendo da via Castellammare utilizzerà proprio via Silvio Pellico per immettersi su C.so Vittorio Emanuele, mentre all’interno dell’area del Parco centrale vi sarà un percorso ciclo-pedonale che si ricollegherà alla pista ciclabile di via De Gasperi.

Non sembra che cinque ettari di ‘bosco urbano’ sia non avere a cuore il verde.

La previsione al suo interno di alcune attività di servizio e commercio in forma di strutture a padiglione, oltre ad aumentarne l’attrattività, assume una funzione di “presidio”, mentre gli edifici, come più volte detto, sono “di bordo”, al di fuori del parco propriamente detto.

Forse si potrebbe semplicemente glissare sul ricorso al solito vocabolario da ‘politica in trincea’, che evoca svendite, regali alle banche, etc. Mi pare però sia opportuno ricordarci che quello che stiamo facendo è mettere in piedi un progetto che possa raggiungere (concretamente e non a proclami o battute) obiettivi collettivi. Ricorrere anche a investimenti privati per fare questo, in un mondo reale in cui i soldi non piovono dal cielo, è comune in tutta Europa, applicando le direttive dell’Unione.

In questo mondo reale, dove da più di trent’anni vediamo una distesa di ettari di cemento e lamiere di automobili nel cuore della città, occorre usare anche termini forse meno accattivanti, quali fattibilità nonché valutazione e ponderazione degli interessi nel perseguimento con umiltà di obiettivi grandi ma possibili”.

 

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