L’intervento di recupero sarà incluso nel Progetto Contratto di Fiume
PESCARA – Il Presidente della Commissione Mobilità Armando Foschi, ufficializzando l’esito della seduta di ieri della Commissione, che ha visto la partecipazione dell’architetto Ester Zazzero, ha reso noto che l’intervento di recupero e di valorizzazione della pista ciclopedonale che corre sul lungofiume di Pescara sarà incluso nel Progetto di riqualificazione Contratto di Fiume. Si punta a rendere vivibile e fruibile tutto l’anno quel percorso naturale, trasformandolo da un lato nella passeggiata sul fiume, dall’altro in un asse ciclabile di spostamento sul territorio, senza tralasciare la riqualificazione pubblico-privata di tutte le aree circostanti.
“Obiettivo della seduta di Commissione è stato quello di fare un punto sulla situazione ambientale della pista ciclabile del lungofiume che fa parte del patrimonio naturalistico della città, un percorso ciclopedonale straordinario e unico sotto il profilo ambientale, visto che costeggia tutto il fiume, un’oasi naturale in mezzo alla città, dal ponte d’Annunzio sino allo stabilimento Fater in via Raiale, azienda che peraltro ha anche realizzato parte della pista proprio per offrire ai propri dipendenti la possibilità di raggiungere in bici il posto di lavoro – ha ricordato il Presidente Foschi -. Su quel percorso abbiamo svolto un primo sopralluogo il 12 ottobre 2020, poi una riunione in Comune il 29 ottobre 2020 per la costituzione di una task force utile a risolvere le problematiche di degrado, considerando che in quell’area abbiamo trovato di tutto, da una baraccopoli abusiva alle stalle, con rifiuti in amianto sparsi ovunque. Per non parlare degli arredi completamente distrutti, dalle panchine divelte agli impianti di pubblica illuminazione spenti, con il furto dei cavi in rame. Ad aprile scorso abbiamo di nuovo incontrato gli uffici tecnici del Comune, alla vigilia dell’acquisizione al patrimonio del Comune dell’ultimo tratto della pista ciclabile che ancora faceva capo alla Provincia di Pescara, fissando gli interventi minimi che sarebbero stati realizzati subito per ripristinare le opportune condizioni igienico-sanitarie nell’area. Ora però arriva forse la fase più delicata, ma anche più importante nell’opera di recupero dell’asse ciclopedonale e, più in generale, dell’intero lungofiume, ossia la necessità di rendere tutto la spazio fruibile tutto l’anno, eliminando le sacche di disagio, gli abusivismi e le criticità. In tal senso, come ha confermato l’architetto Zazzero, non si può continuare a intervenire sulla sola pista ciclabile, con opere di manutenzione che puntualmente sono oggetto di atti vandalici, ma l’amministrazione ha inserito quell’iniziativa di recupero nel progetto più ampio del Contratto di Fiume, finanziato dalla Regione Abruzzo per 50mila euro e dal Comune per 25mila euro, che mira a ridisegnare l’assetto dell’intero lungofiume, dalla banchina sud dove è previsto il prolungamento del braccio dell’asse attrezzato, sino alla Fater. In tal senso, la pista ciclopedonale non dovrà più essere una ‘pista nascosta’, condizione che ha favorito il degrado, e dovrà essere inserita nel Biciplan in corso di redazione, pensando a uno sdoppiamento del percorso, ovvero da un lato una pista ciclabile che costeggerà il fiume per la classica passeggiata naturalistica, dall’altra una pista quale asse di collegamento e di transito, alternativo alla ‘via del fiume’, inteso, anch’esso, come mezzo di collegamento.
Si parla quindi – ha proseguito il Presidente Foschi – di un progetto multidisciplinare, che dovrà vedere la partecipazione di altri Enti, che avrà il proprio centro nella riqualificazione straordinaria del fiume stesso, che dovrà rendere la pista ciclabile accessibile a tutti, anche ai diversamente abili, e sicura, eliminando dunque le stalle abusive o qualunque altro elemento che possa generare una condizione di pericolo. Oggi si punta a rendere riconoscibile lo spazio del fiume, partendo dal PSDA – il Piano Stralcio Difesa Alluvioni che ha prefigurato una serie di interventi da realizzare sui 46 chilometri del fiume Pescara, al fine di abbassare il livello di pericolosità degli ultimi 7,6 chilometri ricadenti sul territorio di Pescara, che è il terminale ultimo di 17 comuni. Su tale progetto si riverserà una quota parte dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, 80milioni di euro complessivi destinati all’Abruzzo, e tra le opere previste c’è la realizzazione delle vasche di laminazione lungo tutto il corso del Pescara, opere che vedranno la luce da qui a 2-5 anni per step progressivi. Non solo: secondo quanto previsto dal Contratto di Fiume, il progetto si concretizzerà in un contratto pubblico-privato per concordare l’utilizzo migliore delle aree circostanti il fiume e la pista ciclabile, che non dovrà più essere un corpo estraneo rispetto all’ambiente circostante. Ovvero, Comune e Regione vogliono condividere con i privati, proprietari di buona parte delle aree del lungofiume, le scelte urbanistiche da realizzare, privati che potranno partecipare personalmente senza il rischio di espropri, ad esempio realizzando dei chioschi galleggianti o dei punti di attracco per le piccole imbarcazioni che dovranno tornare ad attraversare il fiume anche a fini turistici. A tal proposito, il Comune chiederà anche l’intervento della Regione sotto forma di piccoli sostegni nei confronti dei piccoli proprietari per garantire una piccola provvista economica e consentire loro di operare all’insegna della riqualificazione, senza necessariamente cedere il passo a grandi gruppi”.