PESCARA – Sono iniziati i lavori di riqualificazione del laghetto della Riserva dannunziana che consistono nel rifacimento completo e nell’ampliamento del collettore che deve raccogliere le acque della vasca, per favorirne il ricambio, in quanto la condotta oggi esistente è inadeguata e soprattutto realizzata in salita, dunque incapace di far defluire l’acqua stessa verso l’esterno.
In un mese e mezzo sarà ultimata anche la seconda fase, che prevede interventi naturali tesi a impedire la formazione di alghe che imputridiscono il lago stesso. Nel frattempo gli uffici comunali completeranno la progettazione della terza fase, la più difficile, che prevede la realizzazione di un’ulteriore condotta capace di favorire l’eliminazione dei detriti che si depositano non solo sulla superficie, ma anche sul fondo del laghetto. Detriti che nel frattempo saranno eliminati con l’utilizzo di una macchina-aspiratrice.
L’assessore ai Parchi del Comune di Pescara Nicola Ricotta, nel corso della conferenza stampa convocata presso il lotto della Riserva con il laghetto, alla presenza anche dell’assessore alla Tutela del Mondo animale Carla Panzino, ha ufficializato l’inizio degli interventi ed ha così ricordato:
la scorsa estate, l’amministrazione comunale, appena insediata, è stata interessata dall’emergenza verificatasi proprio presso il parco del lago per l’improvvisa moria di anatre selvatiche causata dalle spore di clostridium, ossia il botulino, rintracciato poi dall’Arta in alcuni punti del lago stesso, nella misura di 40mila microgrammi per ogni metro cubo d’acqua. Un parco che inevitabilmente pagava sei anni di completo abbandono e degrado.
Nel corso dell’inverno abbiamo preso in mano la situazione, abbiamo effettuato interventi di manutenzione tesi a ripristinare l’equilibrio ambientale dell’area, anche attraverso la pulizia costante del canale di scolo. Nel frattempo abbiamo reperito i primi fondi necessari per effettuare interventi di reale risanamento, 40mila euro in tutto, 20mila euro del Comune e 20mila euro finanziamenti regionali. La prima fase dell’intervento interessa il rifacimento completo del collettore delle acque del laghetto, fondamentale dopo che le indagini hanno dimostrato che l’attuale rete di smaltimento risulta assolutamente sottodimensionata e addirittura realizzata con una pendenza errata, ossia in risalita, una rete dunque malfunzionante, determinando anche lo spegnimento per sei anni dei due zampilli, ripristinati dalla nuova amministrazione comunale.
La condotta partirà all’altezza del cancello d’ingresso e, costeggiando il laghetto, arriverà sino alla curva dell’estremità sud, dove si crea il ristagno dell’acqua con la formazione delle alghe in superficie, dando alla vasca l’aspetto di una pozza putrida con uno strato di melma, in realtà costituito da detriti e alghe. Tali opere si concluderanno entro 15 giorni, risolvendo per l’intero periodo estivo l’aspetto estetico negativo. Le prime analisi condotte dall’Arta ci hanno già confortato circa la bontà di tale intervento, confermando che i valori del botulino sono scesi da 40mila microgrammi ad appena 400 microgrammi per metro cubo d’acqua, assolutamente innocui per gli animali del lago. Nel frattempo l’amministrazione ha anche acquistato un macchinario che ci consentirà di aspirare, per l’intero periodo estivo, e di asportare detriti e alghe, dunque già tra due settimane i cittadini cominceranno a vedere i primi effetti delle opere avviate.
Subito dopo inizierà la seconda fase dell’intervento, tesa a impedire il riformarsi delle alghe con l’utilizzo di metodi naturali, come l’introduzione di alberi specifici e favorendo il ricambio dell’acqua. In autunno partirà la terza fase,ossia la creazione di un’ulteriore conduttura di scarico che ci consenta di eliminare i detriti non solo a livello superficiale, a pelo d’acqua, ma anche sul fondo, un intervento quest’ultimo che si affiancherà all’approvazione del Piano di assetto naturalistico (Pan), necessario per disciplinare qualunque tipo di attività all’interno della Riserva, che non è un parco, e quindi risponde a vincoli e obblighi specifici.
In merito alla polemica sollevata dal signor Antonio Tarabborrelli sui danni eventualmente arrecati ai pini per il presunto taglio di alcune radici durante i primi lavori di scavo, i tecnici presenti e l’assessore Ricotta hanno puntualizzato che gli scavi sono avvenuti a ben due metri di distanza dall’apparato radicale dei pini, dunque non ci saranno problemi di stabilità per le piante; anzi all’impresa abbiamo anche imposto l’obbligo a effettuare un rivestimento delle radici stesse di mastice e catrame per impedire la penetrazione dei funghi. Piuttosto ci sono già dei pini attenzionati dall’amministrazione in quanto curvati sino a 45 gradi, senza aver subito alcun taglio delle radici, una situazione che continueremo a monitorare per garantire la sicurezza e la tutela dei frequentatori dell’area.
Ha aggiunto l’assessore Panzino:
una volta completato il recupero del lago valuteremo con l’amministrazione e con il Wwf, responsabile dell’Oasi di Penne, l’opportunità o meno di riportare nell’area della Riserva la anatre salvate lo scorso anno dal botulino, senza porre gli animali in una condizione di stress. In caso contrario potremmo anche valutare la possibilità di ricostituire il vecchio lago dei cigni degli anni ‘80.