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Pescara, risultati rilievi dell’Arta sulla movida: il commento di Rapposelli

da Redazione

rapposelliPESCARA – “L’amministrazione comunale dovrà necessariamente rivedere le ordinanze in essere per disciplinare la movida al centro storico, in piazza Muzii e nelle altre vie dell’intrattenimento alla luce degli ultimi rilievi dell’Arta che ha certificato, come anche già in precedenza in occasione delle verifiche in zona piazza Muzii, come la fonte reale del disturbo ai residenti non provenga dai locali, ma dal rumore prodotto dagli avventori, ovvero dal carico antropico. Il rumore che supera i limiti dei decibel deriva dalla capacità attrattiva e dall’appeal che tali zone della città esercitano nei confronti dei più giovani e dei clienti più in generale che, provenendo anche da fuori città, si riversano in massa di sera su quelle strade, una presenza però che Pescara non può e non deve respingere, ma piuttosto conciliare con le esigenze dei residenti”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Commercio e Attività Produttive Fabrizio Rapposelli commentando l’esito dei rilievi eseguiti dall’Arta al centro storico nelle more dell’ultima ordinanza sindacale di disciplina della zona dopo le lamentele e denunce dei residenti.

“I risultati dell’indagine tecnica condotta dall’Arta hanno certificato che i locali, in realtà, non fanno musica dal vivo – ha commentato il Presidente Rapposelli -, non generano caos, non producono una casbah, ma operano rispettando le norme. E questo accade non solo a Pescara vecchia, ma anche nella zona della movida del centro. Quello che disturba, e oggi lo sappiamo nuovamente in modo ufficiale, è il vociare contemporaneo e continuo di centinaia di persone che si recano in tali zone della città e che è stato rilevato dai tecnici dell’Arta, dunque è l’elevata concentrazione di avventori che genera il caos, il vero problema è il carico antropico. Questo significa che sono sostanzialmente superflue e superate le ordinanze che bloccano le attività che non fanno neanche musica dal vivo, e che le restrizioni operate sono un errore, che non risolve il problema e non assicurano il riposo notturno dei residenti.

L’amministrazione comunale deve piuttosto controllare quel carico antropico, procedere a una limitazione degli orari equa e concordata con le attività in essere, senza emettere ordinanze castranti. Per fare ciò occorre maggior controllo e presenza della nostra Polizia municipale in concorso con le altre Forze dell’Ordine, per gestire e controllare le presenze, per prevenire e impedire atti di criminalità o di semplice vandalismo, come le bottiglie spaccate, le urla sotto le finestre, magari anche con l’ausilio degli stessi operatori della notte che potrebbero dotarsi della vigilanza privata, in forma singola o consorziata, per attenzionare e gestire le presenze. Di certo – ha aggiunto il Presidente Rapposelli – oggi abbiamo la certezza che occorre aprire una riflessione ancor più approfondita alla scadenza delle ordinanze di restrizione attualmente in vigore fino al prossimo 2 aprile, non possiamo e non dobbiamo reprimere quelle attività che producono economia in una città che ha una chiara e conclamata vocazione turistica aperta verso il mondo”.

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