“I risultati dell’indagine tecnica condotta dall’Arta hanno certificato che i locali, in realtà, non fanno musica dal vivo – ha commentato il Presidente Rapposelli -, non generano caos, non producono una casbah, ma operano rispettando le norme. E questo accade non solo a Pescara vecchia, ma anche nella zona della movida del centro. Quello che disturba, e oggi lo sappiamo nuovamente in modo ufficiale, è il vociare contemporaneo e continuo di centinaia di persone che si recano in tali zone della città e che è stato rilevato dai tecnici dell’Arta, dunque è l’elevata concentrazione di avventori che genera il caos, il vero problema è il carico antropico. Questo significa che sono sostanzialmente superflue e superate le ordinanze che bloccano le attività che non fanno neanche musica dal vivo, e che le restrizioni operate sono un errore, che non risolve il problema e non assicurano il riposo notturno dei residenti.
L’amministrazione comunale deve piuttosto controllare quel carico antropico, procedere a una limitazione degli orari equa e concordata con le attività in essere, senza emettere ordinanze castranti. Per fare ciò occorre maggior controllo e presenza della nostra Polizia municipale in concorso con le altre Forze dell’Ordine, per gestire e controllare le presenze, per prevenire e impedire atti di criminalità o di semplice vandalismo, come le bottiglie spaccate, le urla sotto le finestre, magari anche con l’ausilio degli stessi operatori della notte che potrebbero dotarsi della vigilanza privata, in forma singola o consorziata, per attenzionare e gestire le presenze. Di certo – ha aggiunto il Presidente Rapposelli – oggi abbiamo la certezza che occorre aprire una riflessione ancor più approfondita alla scadenza delle ordinanze di restrizione attualmente in vigore fino al prossimo 2 aprile, non possiamo e non dobbiamo reprimere quelle attività che producono economia in una città che ha una chiara e conclamata vocazione turistica aperta verso il mondo”.
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