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Pescara, sansificio: un problema da risolvere in modo definitivo

da Redazione

Lo sostiene il consigliere comunale D’Incecco   alla luce della seconda ordinanza di chiusura dell’impianto

PESCARA – Il vicecaCoordinatore politiche giovani D'Incecco su bando Carta Giovani01pogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara, Vincenzo D’Incecco ha commentato il provvedimento emesso dal sindaco Alessandrini di chiusura del sansificio, a causa delle  emissioni odorigene moleste, dicendo che la  seconda ordinanza  è sicuramente un primo risultato, ma non è sufficiente.

Infatti i titolari dell’impresa faranno di sicuro ricorso al Tar, com’è già accaduto  e potrebbero riottenere la riaccensione degli impianti . Per questo motivo  Forza Italia torna  a chiedere la convocazione urgente di una seduta della Commissione Ambiente e Lavori pubblici, come da istanza protocollata venerdì scorso, al fine di poter acquisire legittimamente tutti gli atti autorizzativi inerenti l’impresa, leggere le carte e verificare eventuali scuciture, utili per risolvere il problema in modo definitivo. Inoltre si chiede  alla Asl e all’Arta che vengano subito disposte nuove analisi dei fumi prodotti e dei filtri durante le ore di accensione dei forni per capire se vengono rispettate tutte le norme di tutela ambientale soprattutto perché a settembre-ottobre , dopo la nuova stagione di raccolta delle olive, gli impianti  torneranno a funzionare a pieno regime.

“La nostra sveglia ha prodotto un primo risultato, ossia ha destato il sindaco Alessandrini dal suo torpore, finalmente si è accorto che a Pescara montava la protesta per quella puzza insopportabile che ogni sera invadeva tutta la città, e si è deciso a fare qualcosa, ovvero ha ripiegato sulla firma di una seconda ordinanza per disporre la chiusura dell’impresa – ha osservato il Vicecapogruppo D’Incecco -. Un primo passo, ma non basta perchè, esattamente com’è accaduto nei mesi scorsi, il documento verrà impugnato al Tar, l’azienda chiederà una sospensiva ponendo come spada di Damocle la minaccia dei posti di lavoro e dei licenziamenti del personale e il Tar, con ogni probabilità, sospenderà l’efficacia dell’ordinanza in attesa della pronuncia di merito. Ovvero: l’ordinanza non ha risolto nulla, se non essere uno spot, un’aspirina usata per curare la polmonite. Per questo è fondamentale aprire un fascicolo sul sansificio, portandolo in Commissione Commissione Ambiente e Lavori pubblici, convocazione già presentata venerdì scorso e sino a oggi rimasta lettera morta. Nella seduta abbiamo chiesto la presenza dei titolari del sansificio per un confronto aperto sul problema sanitario, e dei cittadini residenti che si sono fatti promotori di una petizione.

Alla Commissione chiediamo di fare un accesso a tutti gli atti che oggi consentono l’esercizio del sansificio, verificando soprattutto le autorizzazioni sanitarie e i documenti in possesso dell’azienda. Dobbiamo capire cosa sta accadendo in quell’azienda, che continua a sostenere di utilizzare sistemi di filtraggio degli odori prodotti, ma che evidentemente non funzionano se l’olezzo prodotto nel sansificio rende l’aria di Pescara irrespirabile. Nel frattempo chiederemo ad Asl e Arta di ripetere l’esame dei filtri e dei fumi, ma durante gli orari di accensione dei forni, dunque anche a mezzanotte o alle 2 di notte, nelle ore di maggior concentrazione dei fumi e dell’odore pestilenziale per capire subito cos’è che non funziona in quei filtri. E questo lavoro di esame, studio e raccolta, è fondamentale per prepararsi a ottobre: l’ordinanza, seppur rimanesse in vigore, ci aiuterebbe a risolvere l’emergenza odierna, ma in autunno, con la nuova raccolta delle olive, il sansificio ricomincerebbe a lavorare a pieno ritmo, soffocando Pescara e questo non lo possiamo permettere. Ricordo al sindaco Alessandrini – ha di nuovo sottolineato il vicecapogruppo D’Incecco – che la precedente giunta di centro-destra è riuscita a liberare Pescara dall’inquinamento prodotto dal cementificio di via Raiale, un’impresa in cui tutti prima avevano fallito, compreso il sindaco D’Alfonso. È assurdo che oggi lui non riesca a imporre al sansificio non la chiusura, ma di lavorare rispettando le norme a tutela della salute pubblica”.

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