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Pescara, scade oggi il pagamento Imu

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PESCARA – Scade oggi,16 dicembre 2013, il termine ultimo per il pagamento del saldo dell’Imu, l’imposta municipale sugli immobili. Le aliquote sono rimaste invariate rispetto al pagamento dell’acconto, scaduto lo scorso 17 giugno, tranne per le abitazioni principali classificate come A1, A8 e A9, ossia ville e castelli, dunque circa 30 contribuenti sui 68mila di Pescara, che verseranno l’aliquota del 4 per mille anziché il 3,5 per mille. Slitta invece a gennaio la scadenza per il pagamento della Tares, la nuova tassa sui rifiuti: anche in questo caso la scadenza iniziale era prevista per lunedì, ma la concomitanza di due tributi di tale peso, entrambi sotto Natale, e soprattutto le gravi problematiche legate all’emergenza maltempo che si sono verificate nei giorni scorsi a carico di tutti i cittadini,  hanno indotto  a dare una boccata d’ossigeno al territorio e a spostare la scadenza almeno di un mese, consentendo a tutti gli utenti di affrontare con maggiore serenità il Natale. Nel frattempo gli uffici stanno concludendo la preparazione dei bollettini e dei plichi che verranno spediti a domicilio ai cittadini. Lo ha reso noto ieri  l’assessore alle Finanze Massimo Filippello che ha precisato:
“Innanzitutto  va ricordato ai pescaresi che la prossima scadenza per quanto riguarda i versamenti dei tributi locali sarà quella dell’Imu, lunedì 16 dicembre, con le stesse identiche aliquote pagate lo scorso giugno, agevolazioni comprese. L’unica modifica è l’aliquota applicata all’abitazione principale portata al 4 per mille dopo l’uscita del decreto del 30 novembre scorso con il quale il Governo ha ratificato che il versamento della prima rata e il saldo per l’abitazione principale, sempre prima casa, è stato abrogato, ma non per tutti, ovvero il lieve aumento lo subiranno i proprietari degli immobili di pregio, 30 in tutto, ossia titolari di immobili censiti come A1, A8 e A9, ville e castelli, portando nelle casse comunali un gettito di appena 40mila euro. Per abitazione principale ricordiamo che si intende l’abitazione dove il proprietario dell’immobile e il nucleo familiare hanno la residenza anagrafica e la dimora abituale, con sole tre eccezioni, ossia quella per gli anziani che magari si trovano in una casa di riposo, e comunque la casa di proprietà intestata è assimilata al concetto di abitazione principale, seppur non ci vive; quella in cui si trova a vivere un coniuge in caso di sentenza di separazione e, infine, chi è iscritto all’Aire, dunque risiede all’estero, ma comunque non è tenuto al pagamento dell’Imu sull’abitazione principale. Come abbiamo detto sin dal primo giorno, in realtà l’aumento dell’Imu sull’abitazione principale dal 3,5 al 4 per mille è stata solo una manovra tecnica, che permetterà al Comune di poter beneficiare della restituire di 1milione 700mila euro da parte dello Stato, somma che, in caso contrario, avremmo dovuto restituire. Le aliquote del saldo, dunque, sono identiche a quelle dell’acconto ossia: l’aliquota, per tutti gli immobili non assoggettati ad agevolazioni, è pari a 10,25 per mille; l’aliquota agevolata del 7,6 per mille è garantita per le unità immobiliari concesse in locazione a canone concordato, o concesse in comodato gratuito dal proprietario ai parenti di primo grado, dunque genitore-figlio o figlio-genitore; o ancora per le unità immobiliari strumentali censite come C1, C2 e C3, utilizzate per l’esercizio dell’attività d’impresa dal proprietario; per le unità immobiliari classificate come D/03 destinate allo svolgimento di attività cinematografiche o teatrali; aliquota al 9,6 per mille per le unità immobiliari classificate come A/10 utilizzate direttamente dal proprietario per l’espletamento dell’attività professionale. Poi veniamo agli immobili del gruppo D, ad esempio i capannoni industriali: in questo caso è stata prevista l’aliquota del 10,25 per mille, di cui il 7,6 per mille va interamente allo Stato e la differenza, ossia il 10,25 per mille meno il 7,6 per mille, quindi il 2,65 per mille, va al Comune. Dunque, se l’acconto è stato versato correttamente, al saldo si pagherà il 3,8 per mille allo Stato e l’1,325 per mille al Comune. Teniamo conto che a oggi – ha proseguito l’assessore Filippello – tutti i Comuni hanno aumentato l’aliquota Imu per fronteggiare le difficoltà di cassa; a Pescara invece, ancora una volta, abbiamo fatto la scelta di salvaguardare la cittadinanza e comunque manterremo i conti in equilibrio. Peraltro i Comuni avevano la possibilità di rivedere le aliquote entro il 9 dicembre, e noi abbiamo chiuso la partita il 7 dicembre, dunque con due giorni d’anticipo. Il pagamento dell’Imu riguarderà 68mila contribuenti e la scadenza dei versamenti al prossimo 16 dicembre è stata stabilita dallo Stato, non dal Comune, e a oggi il Governo non ha stabilito dilazioni; 48mila sono invece i contribuenti che beneficeranno dell’esenzione dal pagamento dell’abitazione principale. Peraltro, abbiamo già una prima idea del numero dei contribuenti che non hanno ancora versato la prima rata dell’Imu, circa il 10-15 per cento dei contribuenti, che hanno però ancora la possibilità di versare con il ravvedimento operoso per evitare che l’Ufficio Tributi emetta un avviso di accertamento con la sanzione del 30 per cento. Coloro che spontaneamente invece regolarizzeranno la propria posizione contributiva, entro un anno dal pagamento dell’acconto, dunque entro il 15 giugno 2014, pagheranno solo il 3,75 per cento di sanzione. Intanto domani scadrà anche la possibilità del ravvedimento operoso per coloro che non hanno pagato l’Imu lo scorso anno”. Discorso diverso per la Tares, la nuova tassa sui rifiuti la cui scadenza era ugualmente prevista per lunedì 16 dicembre. “Dopo quanto accaduto a Pescara nei giorni scorsi, soprattutto in riferimento all’emergenza maltempo che ha messo in ginocchio non solo attività produttive e commerciali, ma anche singoli cittadini – ha detto l’assessore Filippello – abbiamo deciso di avvalerci della norma che demanda alla giunta la possibilità di accordare minime proroghe alle scadenze di pagamento ed esercitando tale facoltà, con senso di responsabilità, abbiamo deciso di far slittare il pagamento dal 16 dicembre al prossimo gennaio 2014. Questo perché ci sarebbe stato un ingorgo contributivo, prevedendo due scadenze al 16 dicembre, gravando pesantemente sulle tasche dei cittadini, ma soprattutto perché tanti cittadini stanno affrontando spese straordinarie per l’emergenza maltempo, che si va a sommare alle difficoltà odierne determinate dalla crisi, che hanno fatto lievitare da 100 a mille le pratiche per la rateizzazione dei tributi dal 2010 al 2013. Teniamo conto che dall’Imu ci aspettiamo un gettito pari a 55milioni e mezzo di euro; dalla Tares un gettito pari a 26milioni 100mila euro”.

 

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