PESCARA – “Una cerimonia volutamente sobria, le istituzioni sono qui a ricordare con il loro impegno quotidiano il sacrificio di questi servitori dello Stato e dei loro cari, delle loro famiglie, che sono state vittime, anche loro, di quelle stragi del 1992. Il ricordo di Borsellino e della sua scorta deve restare un punto fermo per tutti noi, perché attraverso questo possiamo comprendere fino in fondo quanto sia di fondamentale importanza difendere i valori della democrazia e della libertà sensibilizzando ogni giorno soprattutto i giovani”. Così il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli nel pomeriggio di oggi durante la cerimonia di commemorazione in ricordo di Paolo Borsellino ucciso – con le cinque persone della sua scorta – in via D’Amelio. Nel trentesimo anniversario del vile attentato avvenuto il 19 luglio 1992, è stata scoperta una targa dinanzi all’ingresso degli avvocati presso Palazzo di Giustizia, alla presenza delle autorità civili e militari e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Nella circostanza è risuonato il “Silenzio” a opera di un trombettiere della Fanfara dannunziana.
“Dobbiamo scoprire targhe commemorative ovunque sia possibile, lasciare segni per ricordare figure come quelle di Paolo Borsellino – ha detto più tardi il presidente del tribunale di Pescara, Angelo Bozza, nell’aula Alessandrini di palazzo di giustizia – Il suo sacrificio, il suo esempio sono serviti a darci la forza come rappresentanti delle istituzioni per andare avanti, per rinnovare ogni giorno il nostro impegno a tutela della legalità e di questo tutti i cittadini devono essere grati al giudice Borsellino”.
Il sindaco Carlo Masci, portando il saluto a nome dell’amministrazione, ha sottolineato come “l’esplosione del 19 luglio 1992 in via D’Amelio ha spazzato via la vita di Paolo Borsellino e delle cinque persone della scorta che erano con lui, ma ha anche rafforzato le sue idee e ha fatto in modo che queste si espandessero nella società civile che proprio in quel momento, con quei due attentati e con la morte di due eroi dello Stato come Falcone e Borsellino, ha preso coscienza del fatto che la guerra contro la mafia non poteva essere solo una questione delle istituzioni ma doveva essere una guerra di popolo perché potesse essere veramente efficace. Da quel momento c’è stato un salto di qualità perché le comunità si sono schierate con forza, determinazione e con sentimento. Oggi noi commemoriamo Paolo Borsellino e gli agenti dello scorta, loro sono parte della memoria condivisa come strumento di contrasto all’illegalità. E per questo dobbiamo dire grazie a chi ha offerto la propria vita per i valori della libertà”.
Il secondo momento della cerimonia si è svolto all’interno dell’aula Alessandrini del Tribunale, dove, con l’introduzione di Ennio Di Francesco, sono stati proiettati i filmati Qr-code (nei quali i ragazzi raccontano Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e gli Angeli della scorta uccisi dalla mafia).
Alla cerimonia di questa sera ha preso parte anche il procuratore capo Giuseppe Bellelli e, per l’amministrazione, gli assessori Maria Rita Carota e Patrizia Martelli, oltre al consigliere comunale Armando Foschi.