Le cinque sigle sindacali maggiormente rappresentative del comparto procamano uno sciopero per l’8 giugno: gravi ritardi sulle riaperture
PESCARA – La scuola pescarese lunedì 8 giugno si mobilita per spingere il Governo a rimettere la scuola e la formazione al centro delle priorità del Paese.
Lo sciopero si è reso necessario, dichiarano i sindacati in una nota, poiché la discussione sulla riapertura degli edifici scolastici è in grave ritardo: nessuna disponibilità da parte della Ministra rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato Tecnico Scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni. Anche nella provincia di Pescara, continueranno ad esserci classi-pollaio e nessun aumento di personale che possa scongiurare il pericolo di doppi turni o della compressione/riduzione del tempo scuola. Precariato, edilizia scolastica, organici insufficienti, finanziamenti inadeguati, sicurezza sono temi irrisolti. Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza, non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari.
Per questo motivo le cinque sigle sindacali maggiormente rappresentative del comparto chiedono a tutto il personale della scuola di dare un segnale, spegnere il pc per un giorno per sostenere le ragioni di questa protesta. “Sciopereremo perché sia pienamente garantito il diritto all’istruzione dei figli insieme al diritto al lavoro delle loro madri e dei loro padri. Non vogliamo a settembre doverci accontentare di una scuola a metà”.