Ha confermato il sindaco Albore Mascia:
la situazione è estremamente preoccupante: a bordo di un piccolo natante abbiamo raggiunto la prima boa antistante l’uscita dal porto, dove il fondale ha ormai un’altezza di appena 1,70 metri, tanto da rendere lo scalo stesso inaccessibile ai mezzi che superano i 2,20 metri di profondità, come il peschereccio Bianca Maria che pochi mesi fa ha rischiato di incagliarsi in piena notte nel fango ed è stato tirato fuori appena in tempo da altre barche. Peggio ancora sulla sponda nord del fiume, in corrispondenza del mercato ittico, dove il fondale ha raggiunto i 50 centimetri di altezza, costringendo a lunghe e complicate manovre i pescherecci che hanno il proprio ancoraggio sulla stessa banchina nord. Situazione complicata per le imbarcazioni adibite alla pesca, una flotta di 53 mezzi a Pescara, comunque la più numerosa d’Abruzzo , ma anche per i mezzi commerciali che sempre con maggiori timori e preoccupazioni entrano in porto per il trasporto della merce. La stessa Di Properzio, che deve scaricare carburante, effettua oggi tre viaggi a settimana anziché uno come in precedenza per viaggiare con la stiva meno pesante. La situazione è evidentemente al limite, colpa anche della mancata esecuzione del dragaggio negli anni passati che ha favorito l’aggravarsi della situazione. Risale del resto a pochi mesi fa l’affondamento di un altro peschereccio, il Federico II, ancora oggi fermo sulla banchina. La stessa marineria, in pieno spirito di collaborazione, ci ha chiesto oggi un aiuto tempestivo per non rischiare l’interruzione delle attività, tra l’altro in un momento già fortemente critico per l’intera categoria. A questo punto abbiamo fissato un primo programma di intervento: il prossimo 18 giugno è prevista l’apertura delle buste per l’affidamento dell’intervento di dragaggio dei primi 10mila metri cubi di sabbia e fanghi, un’operazione comunque avvenuta in ritardo pur disponendo dei fondi necessari per la difficoltà degli Enti interessati a individuare un’area per lo smaltimento dei materiali di risulta, dopo che l’Arta ci ha vietato l’utilizzo della vasca di colmata. Cinque le ditte che hanno presentato l’offerta e subito dopo l’apertura delle buste convocheremo un incontro urgente con la ditta vincitrice, la Direzione Marittima, i pescatori, i balneatori, gli armatori commerciali e l’Arta per individuare insieme la zona del porto canale che ha un bisogno più urgente di essere dragato in attesa dell’autunno, quando poi scatteranno interventi più radicali.
In qualche modo dovremo trovare la giusta mediazione tra le esigenze della marineria e quelle degli imprenditori del porto commerciale, pensando anche che tra qualche settimana riprenderà il traffico-passeggeri con la Snav per la Croazia e dovremo garantire il transito della nave veloce. Intanto resta valida la tesi da sempre supportata dal nuovo governo cittadino e sostenuta dalla marineria, ossia quella di istituire una draga regionale, utilizzabile in tutti i porti d’Abruzzo, per rendere sistematici e costanti interventi ormai inevitabili, e soprattutto di lavorare immediatamente sul Piano regolatore portuale per individuare quegli interventi utili a risolvere per sempre la problematica dell’insabbiamento dello scalo.
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