L’operazione è il risultato di un articolato lavoro investigativo espletato dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza in applicazione del decreto legislativo nr. 159 del 06 settembre 2011, noto come “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”. Tale norma, infatti, non è indirizzata ai soli indiziati di appartenenza ad associazioni per delinquere di stampo mafioso o a sodalizi criminali tradizionalmente ritenuti “più pericolosi”, ma ben può essere estesa a tutte quelle persone che rientrano nella categoria della criminalità comune purché risulti dimostrata la loro pericolosità sociale nonché la sproporzione tra il valore dei beni posseduti ed i redditi dichiarati, sì da far ritenere che tali beni siano, in tutto o in parte, frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Tutti i beni, mobili ed immobili, originariamente cointestati al proposto ed alla ex moglie, sono attualmente intestati esclusivamente a quest’ultima. Nel corso dell’indagine, tuttavia, sono stati raccolti elementi idonei a suffragare la tesi – pienamente accolta dall’Autorità Giudiziaria – che tale trasferimento di proprietà costituiva un espediente posto in essere, in seguito alla fittizia separazione, per evitare l’aggressione patrimoniale da parte delle Forze di Polizia,
L’odierno provvedimento è l’ennesimo frutto della sinergica collaborazione avviata negli ultimi anni tra le Forze di Polizia che ha visto intensificare in maniera decisiva le attività finalizzate all’aggressione dei patrimoni accumulati illecitamente e che, nell’ambito di diverse operazioni effettuate fin dal 2007, ha consentito di sequestrare e confiscare beni per circa 38 milioni di euro.
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