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Pescara, sfollati Ater: Ance suggerisce affitto-acquisto dell’invenduto

da Redazione

palazzine Ater in via Lago di BorgianoPESCARA – Marco Sciarra Presidente Ance Pescara interviene  sulla situazione delle 3 palazzine Ater di via Lago di Borgiano  sottolineando che l’emergenza deve essere gestita con una vision economica e sociale.

Si legge nella sua nota:

Ci vuole dunque una strategia pubblica. L’Ance, quale figura sociale istituzionalmente costituita da addetti ai lavori, suggerisce di lavorare sulla tipologia “affitto” così come ci esorta anche l’ultima legge sull’emergenza abitativa: favorire l’affitto per comprare l’invenduto con agevolazioni fiscali a chi affitta, ed erogazione di mutui agevolati a chi compra.

In pratica la fattispecie del “rent to buy”.

In soldoni il percorso che l’ANCE PESCARA vede è il seguente: – bando pubblico per reperire dai Costruttori appartamenti nuovi ed invenduti al meno di Classe B, siti a Pescara comune o nei Comuni limitrofi.

Sono circa 300 gli immobili invenduti nella provincia, un dato approssimativo che però è un parametro – convenzione per la locazione degli immobili reperiti con opzione di acquisto a 36 mesi a prezzo predeterminato in Convenzione

– il canone di locazione è un acconto sul prezzo di acquisto in caso di esercizio dell’opzione – il titolare dell’acquisto è alternativamente l’ATER oppure l’assegnatario che ne faccia richiesta

– agli acquirenti sono riconosciuti come acconto i canoni versati nonché mutui a tasso agevolato per l’acquisto: la Regione può farsi garante deliberando la costituzione di un fondo specifico

I benefici sono i seguenti:

1. rientro dei cosiddetti “sfollati” in tempi brevi (max 60-90gg), in alloggi di buona qualità, e con beneficio delle casse pubbliche

2. maggior tempo a disposizione dell’Amministrazione per reperire i finanziamenti per demolizione e ricostruzione dei fabbricati inagibili

3. ricostruzione di edifici moderni e funzionali, che rigenerano la Città sotto il profilo urbanistico, con tanto di spazi esterni a verde e zone di aggregazione

4. eliminazione dalla Città del drammatico effetto dormitorio, sia urbanistico che sociale: la dislocazione a macchia di leopardo degli inquilini sfrattati produrrebbe anche la contaminazione dei buoni comportamenti e della fiducia e rispetto nell’Istituzione

5. spinta al mercato immobiliare di Pescara che da sempre è stato la trazione di tutti i comparti, dal commercio al turismo

6. risparmio dell’ATER sui costi di manutenzione e di ammortamento degli immobili di proprietà

7. rifunzionalizzazione dei fabbricati popolari in buono stato: i porticati dei piani terra, ad esempio – attualmente vandalizzati e “criminogeni” – devono diventare la “casa” di associazioni e cooperative, aggregazione, attività commerciali.

Unico ingrediente è solo la volontà, quella stessa che è stata attivata per deliberare l’autonoma sistemazione: soldi buttati dalla finestra. Con la solita logica dell’emergenza.