Home » Attualità » Pescara, sgombero mercatino extracomunitari: il commento di Fiorilli e Foschi

Pescara, sgombero mercatino extracomunitari: il commento di Fiorilli e Foschi

da Redazione

Pescara sgombero stazionePESCARA – L’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, promotori dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ commentano l’esito dello sgombero del mercatino etnico, sottolineando dubbi e perplessità per le modalità con cui sono state effettuate le operazioni.

“Dal dispiegamento di forze messe in campo dall’alba di stamane sembrava di trovarsi nel set di in un’operazione contro la criminalità organizzata, piuttosto che a Pescara nello smantellamento di un mercato abusivo – hanno commentato l’avvocato Fiorilli e Foschi -, ma evidentemente la scelta è stata dettata dalle disposizioni del Prefetto Provolo, che allora ci danno l’esatta dimensione del fenomeno. E allora, vista la gravità dell’evento, perché il sindaco Alessandrini, che pure ha firmato l’ordinanza di rimozione del mercato nell’agosto del 2015, si è piegato per 10 mesi ai capricci politici della sua compagine di sinistra, vedi Sel e Rifondazione Comunista, e ha bloccato le operazioni per ben 10 mesi, di fatto esponendo a ogni rischio la città?

E ancora: dieci mesi fa il sindaco Alessandrini ha personalmente assunto l’impegno di trovare una sistemazione alternativa agli ambulanti regolari che pure erano sistemati nell’area mercatale. Sono passati dieci mesi, e la soluzione non c’è, ed è inconcepibile da parte di un sindaco: fallita l’idea di via De Gasperi; fallita la sistemazione nei mercati rionali, che avrebbe consentito anche l’integrazione di quei commercianti con il territorio; impraticabile l’uso del tunnel sotto la stazione, che significherebbe ritornare al capolinea. Anzi, all’interno del tunnel, sarebbe di fatto possibile ogni genere di traffici, al coperto, lontano da occhi indiscreti, protetti anche dai cancelli, che gli ambulanti potrebbero aprire e chiudere a loro piacimento, tornando alla scena del vero ghetto in pieno centro cittadino. Fra l’altro, dopo dieci mesi lo stesso sindaco ha già detto di non disporre neanche delle autorizzazioni da parte degli enti proprietari dell’area, e dunque siamo proprio a un’idea embrionale, neanche a un progetto, e non comprendiamo come oggi possa aver assicurato a quegli operatori di trovare loro una sistemazione entro un mese.

Infine ci preoccupa pensare a cosa accadrà a partire da domani, ovvero: nel mercatino etnico insistevano almeno 165 operatori che da oggi sono senza uno pseudo-lavoro, ma comunque devono vendere la propria merce, contraffatta, abusiva, etnica. A questo punto ci chiediamo dove andranno quelle 165 persone? Spento il clamore dello sgombero, quando le forze straordinarie di polizia saranno giustamente tornate alle proprie mansioni, chi e come controllerà quei 165 ambulanti extracomunitari che si ritrovano oggi anche nella disperazione di chi sa che non guadagnerà neanche un euro? Tradotto: lo sgombero del mercatino non ha risolto il problema sociale, che andava affrontato dal sindaco Alessandrini prima dell’operazione forzata. Andavano individuate prima le misure di controllo e gestione della situazione, anche sotto il profilo dell’ordine pubblico. Ancora una volta – hanno affermato l’avvocato Fiorilli e Foschi – il sindaco Alessandrini e la sua giunta, a partire dall’assessore al Commercio-fantasma Cuzzi, hanno dimostrato il proprio dilettantismo nell’affrontare con estrema e grave superficialità una problematica di portata enorme e le conseguenze ricadranno, di nuovo, sulla città”.