PESCARA – “Chiasso e ubriachi ci possono essere prima e dopo la mezzanotte, è dunque evidente che pensare di applicare oggi un provvedimento datato, partorito ventuno anni fa, imponendo il proibizionismo e il coprifuoco a mezzanotte a Pescara sia assolutamente anacronistico. Specie dopo due anni trascorsi tra lockdown e covid, che già hanno dato una batosta senza precedenti al nostro terziario. Comprendiamo le ragioni dei residenti di piazza Muzii, comprendiamo le problematiche che possono interessare una o due strade della città, ma siamo certi che con il Prefetto Di Vincenzo sapremo trovare il giusto punto di ragionevolezza per far lavorare il territorio e garantire i diritti dei residenti”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Commercio e Attività Produttive Fabrizio Rapposelli intervenendo sul presunto divieto di somministrazione di alcol sulle pubbliche vie, ovvero all’aperto, dopo la mezzanotte in virtù di una legge datata 2001 e a tutt’oggi sconosciuta e mai applicata.
“Ma non apriamolo nemmeno il tormentone su divieto sì-divieto no – ha detto il Presidente Rapposelli -: comprendiamo l’imbarazzo del prefetto per l’esistenza di una legge estremamente datata e inapplicata che, evidentemente, va aggiornata e rivista, comprendiamo il sindaco Masci e il suo dovere di informare le associazioni di categoria dell’esistenza di quella norma, perché a oggi non c’è ordinanza, e al sindaco va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà ritrovandosi inevitabilmente a essere il parafulmine di ogni errore di programmazione compiuto in passato, nonché dell’assente assessore al Commercio e alle Attività Produttive. Chiediamo ad alcuni esercenti comunque di prendere atto e coscienza che c’è un problema e che lo stesso si può risolvere solo con atti di buon senso e con la responsabilità di tutti, residenti, lavoratori e avventori, perché è chiaro che chi la mattina si alza per andare a scuola, a lavoro, o deve comunque gestire una famiglia ha anche diritto al riposo notturno.
E dunque come amministratore della città sono d’accordo con le regole, d’accordo con la gradualità e con la possibilità di compiere scelte calate nelle singole realtà di quartiere, ma quelle scelte vanno fatte con responsabilità e buon senso, sono altrettanto e fermamente contrario alla morte del commercio e delle attività produttive e di intrattenimento che sono l’anima della nostra città che ha una naturale vocazione al turismo e al terziario. È impossibile ordinare a un esercente di controllare che un proprio cliente al quale può somministrare alcol all’interno del locale fino alle 3 non osi affacciarsi fuori dallo stesso locale per gustare un calice di vino dopo la mezzanotte. Dunque riteniamo che tale dibattito non abbia ragione di esistere”.