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Pescara, stabile in via Trieste: botta e risposta tra Italia Nostra e Comune

da Redazione

Italia Nostra:”Ancora un attentato al patrimonio storico architettonico della città di Pescara”. Scotolati:”Il Comune ha fermato il cantiere”
palazzo via trieste PescaraPESCARA – La sezione pescarese di Italia Nostra interviene sulla palazzina storica  in via Trieste con la seguente nota:

“Ma il Comune di Pescara, in tutte le sue componenti politiche, vuole davvero la salvaguardia del patrimonio storico? In tutti gli incontri questa volontà viene riaffermata ma i comportamenti che contano, quelli deliberativi, non fanno altro che contraddire questo impegno dichiarato. Un ultimo episodio conferma la nostra preoccupazione.
Infatti, dopo tante mobilitazioni e lotte delle associazioni e dei cittadini pescaresi a fronte delle continue distruzioni di significativi edifici storici, era stata ottenuta una Variante al PRG per la salvaguardia del patrimonio architettonico della città (Delibera. C.C. 66/17); ma è passato inosservato a molti il fatto che in sede di approvazione definitiva venisse accolta una osservazione in piena contraddizione con ciò che si andava approvando.

Un vero colpo di coda da parte di chi è ostile alla conservazione della memoria storica di Pescara: è stato declassato un edificio pienamente tutelato dal precedente PRG da zona A2 a B2, con l’accoglimento dell’osservazione della ditta D’Andrea Eight. Il richiedente aveva anche ipotizzato l’eventuale, più restrittiva classificazione in zona B1, ma, a buon peso e contraddicendo lo stesso parere negativo rilasciato dal gruppo di lavoro per l’esame delle osservazioni, la Commissione consiliare “Gestione del Territorio” ha accolto l’istanza per la distruzione dell’edificio. La Variante voluta per la “tutela”, quindi, su richiesta privata e contro il parere tecnico istruttorio si è rivelata peggiorativa della disciplina preesistente.

Si tratta di una palazzina storica in via Trieste, dotata di un elegante partito architettonico e di pregevoli ringhiere e portone metallici, il cui disegno fa bella mostra di sé nel cartellone che annuncia l’intervento, vantando il “rinnovo nella storia”.
Apprendiamo, per il vero, che il Comune aveva già concesso la semi distruzione dell’esistente, rilasciando un permesso di costruire (n. 43/2016) che preservava la sola facciata sulla strada pubblica e la conservazione della sagoma. Ora anche questa prescrizione viene eliminata, favorendo acriticamente i programmi di pura sostituzione della Ditta costruttrice.
La sezione pescarese di Italia Nostra, al contrario, ha visto rigettate le proprie osservazioni volte a una maggiore tutela della salvaguardia del patrimonio storico cittadino.
Esprimiamo tutta la nostra contrarietà a questo ulteriore impoverimento del patrimonio edilizio storico, frutto di una disattenzione che consente questo tipo di colpi di mano, evidentemente non improntati alla tutela dell’interesse generale. Confidiamo in un tempestivo ripensamento e nell’intervento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Abruzzo che deve a questo punto, ergere inequivocabili difese contro una costante linea di concessioni volte alla sistematica sostituzione dell’antico.
Italia Nostra preannuncia la prossima pubblicazione di un documento organico sulla questione che indicherà i principali provvedimenti necessari per arginare questa tendenza”.

Scotolati su stabile in via Trieste: “Il Comune ha fermato il cantiere, perché c’è una procedura della Soprintendenza per la valutazione dell’interesse culturale”

L’assessore a Urbanistica e Governo del Territorio,Loredana Scotolati comunica quanto segue:

“In merito all’edificio di via Trieste, oggetto di un progetto di riqualificazione da parte della ditta D’Andrea che ne è proprietaria e su cui si è appuntata l’attenzione di Italia Nostra, è nostra premura informare che il permesso a costruire rilasciato dagli uffici comunali a seguito di regolare iter, risulta ad oggi sospeso, in quanto da parte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo ci è giunta la comunicazione dell’inizio del procedimento di dichiarazione di interesse culturale.

Di conseguenza non sarà possibile alcun tipo di intervento fino a che tale iter, che potrebbe portare all’emissione di un vincolo dello stabile, non verrà definito e con esso le modalità della riqualificazione da parte dei titolari del progetto”.

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