Foschi parla di una gestione della balneazione a corrente alternata da parte del sindaco Alessandrini perché in seguito agli sversamenti di liquami non depurati l’8 giugno,il 22 giugno e il 17 luglio solo in questa ultima data è stata firmata l’ordinanza cautelativa di divieto di balneazione
PESCARA – Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ stamane ha preso parte alla seduta della Commissione Vigilanza, Controllo e Garanzia, convocata, su richiesta di Foschi, sugli ultimi sversamenti verificatisi nei mesi di giugno e luglio in seguito a tre successive ondate di maltempo. Presente alla riunione l’ingegner Lorenzo Livello con un altro tecnico dell’Aca, assente il sindaco Alessandrini, “impegnato, a suo dire, con il Comitato ristretto dei sindaci”; assente anche l’Arta che ha annunciato la propria presenza eventualmente per mercoledì 25 luglio, e assente anche la Capitaneria di Porto che ha però inviato una mail per comunicare la propria ‘non competenza sulla materia’.
“Ci troviamo dinanzi a tre fenomeni identici dinanzi ai quali, però, la giunta Alessandrini ha avuto un comportamento diametralmente opposto che chiede chiarezza – ha detto Foschi –. L’8 giugno scorso, alla vigilia dell’Ironman, Pescara è stata colpita da un temporale di notevoli proporzioni e personalmente ho filmato l’apertura dell’impianto di sollevamento B0 della Madonnina, lungo la banchina nord, con lo sversamento nel fiume, ovvero nel mare, di milioni di litri di liquami non depurati, secondo la procedura adottata dall’Aca che, a ogni pioggia, determina l’apertura di tutti i troppo pieni per interrompere il flusso di eccessive quantità di acqua verso il depuratore ed evitare che lo stesso vada in tilt.
In quella occasione, peraltro, ho incrociato anche un operatore dell’Aca che, anziché rispondere alle mie legittime preoccupazioni di cittadino, mi ha anche insultato, accusandomi di ‘accanimento’ sul problema specifico. All’indomani del fenomeno, ho sollevato il problema e ho chiesto al sindaco di firmare un’ordinanza cautelativa di divieto di balneazione, al fine di impedire ai 1.500 atleti dell’Ironman di nuotare in un mare ‘sospetto’ senza sapere prima cosa ci fosse dentro, ovvero di sospendere la gara di nuoto in attesa di conoscere gli esiti delle analisi dell’Arta.
Il sindaco Alessandrini ha risposto alla mia richiesta con il suo tradizionale silenzio, permettendo, di fatto, a 1.500 atleti di nuotare in un mare che aveva ricevuto liquami e reflui non depurati, e a quel punto ho personalmente ritenuto necessario presentare un esposto alla Procura della Repubblica e al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. Ma non è finita: il 22 giugno stesso copione, ossia pioggia torrenziale su Pescara, apertura dei bypass, sversamento dei liquami non depurati in mare, anch’essi filmati e anche in quel caso il sindaco Alessandrini non ha firmato alcuna ordinanza cautelare di stop alla balneazione.
Ora però la svolta – ha proseguito Foschi -:
nella notte tra il 16 e il 17 luglio una forte pioggia ha di nuovo colpito Pescara, abbiamo chiesto di nuovo al sindaco quali provvedimenti intendesse adottare per tutelare cittadini e bagnanti e se l’Arta avesse effettuato dei campionamenti. E questa volta il sindaco Alessandrini ha effettivamente firmato l’ordinanza cautelare di divieto di balneazione su ben tre punti del litorale: sulla riviera sud in corrispondenza di Fosso Vallelunga e sulla riviera nord in via Galilei e via Balilla, in attesa dei risultati dei campionamenti dell’Arta.
A questo punto non comprendiamo la logica di tali dispositivi, non comprendiamo perché, a fronte di situazioni identiche, vengano adottati due pesi e due misure. Perché dopo gli sversamenti dell’8 e del 22 giugno non è stata fatta alcuna ordinanza e oggi invece è stata vietata la balneazione in via cautelativa, come del resto prevede la legge? Nessuna risposta, in tal senso, poteva ovviamente arrivare dall’Aca i cui funzionari ci hanno solo rassicurato circa la tempestività delle comunicazioni da parte dell’Azienda al Comune a fronte dell’apertura degli impianti di sollevamento, comunicazioni che, secondo una procedura ormai standardizzata, arrivano prima per telefono all’assessore Simona Di Carlo, al dirigente Tommaso Vespasiano e al funzionario Carusi, anche in piena notte, e subito dopo via Posta elettronica certificata direttamente al sindaco Alessandrini.
Ovviamente, come ha precisato l’ingegner Livello, quello che succede o decide il Comune dopo il loro avviso, l’Aca non lo sa. Peraltro l’Aca aveva proposto di istituire anche una chat whatsap per rendere ancora più immediata e tempestiva la comunicazione degli sversamenti, ma in Comune i funzionari non hanno il servizio sui cellulari aziendali e, ovviamente, nessuno dei funzionari, deve aver dato la disponibilità all’utilizzo del proprio telefono personale.
A questo punto va chiarita la posizione del sindaco Alessandrini e della sua giunta – ha proseguito Foschi -: aspettiamo che la Commissione venga nuovamente convocata per la prossima settimana alla presenza del sindaco e dei tecnici dell’Arta per sapere se l’Arta abbia effettuato o meno i campionamenti in seguito agli sversamenti dell’8 e del 22 giugno e perché il sindaco Alessandrini non abbia firmato alcuna ordinanza cautelare di divieto di balneazione l’8 giugno e di nuovo il 22 giugno, ma poi l’ordinanza è arrivata puntuale il 17 luglio scorso. Subito dopo chiederemo di acquisire copia del verbale della Commissione con il quale andremo a integrare i nostri precedenti esposti”.