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Pescara, sversamenti liquami: Fiorilli e Foschi replicano a Padovano

da Redazione

foschi fiorilli fiume PescaraPESCARA – L’avvocato Berardino Fiorilli e  Armando Foschi, promotori dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’  replicano al comunicato  con il quale la giunta Alessandrini ha confermato l’episodio degli sversamenti del 25 maggio e le relative analisi dell’Aca e alle dichiarazioni del consigliere comunale di maggioranza Riccardo Padovano.

Infatti mentre l’assessore comunale Scotolati ha confermato i dati resi noti dall’Associazione circa tali sversamenti di liquami direttamente nel fiume e nel mare, senza depurazione,  il consigliere  Padovano ha invece minacciato di denunciare l’Associazione stessa, colpevole, a suo dire, di aver posto domande alle Istituzioni dopo essere venuta a conoscenza di quegli sversamenti.

“Ancora una volta, esattamente com’è accaduto nell’agosto 2015 – hanno ricordato l’avvocato Fiorilli e Foschi –, è toccato all’Associazione cittadina ‘Pescara – Mi piace’ far emergere l’ennesimo episodio di sversamento di liquami senza depurazione nel fiume e nel mare. Le nostre domande hanno costretto, gioco forza, l’assessore comunale Scotolati ad ammettere e confessare tutto: dunque sindaco e giunta sapevano che il 25 maggio, a fronte di poche gocce di pioggia, e non di un nubifragio, sono stati aperti i bypass a valle del depuratore, scaricando direttamente i liquami nel fiume, dunque nel mare.

Sindaco Alessandrini e giunta sapevano che l’Aca, in quella occasione, ha effettuato due prelievi, il primo allo sfioro B-0, banchina nord-altezza Madonnina, il secondo all’uscita delle vasche di prima pioggia, riscontrando in entrambi i casi valori di escherichiacoli oltre le 100mila unità, 20 volte superiori al limite di 5mila.

Purtroppo né il sindaco Alessandrini, né l’assessore Scotolati hanno però ritenuto doveroso informare la popolazione che comunque il 25 maggio c’era stato lo sversamento di liquami e a questo punto restano aperti i nostri interrogativi, ancora senza risposta:

se, come dice l’assessore Scotolati, l’episodio non avrebbe pregiudicato la balneabilità delle acque, perché non informare la cittadinanza in nome di quella trasparenza che è un dovere, e non una scelta facoltativa, per chi amministra il territorio?

Perché il 25 maggio i campionamenti sono stati eseguiti dal laboratorio Aca e non dall’Arta, intervenuta solo nei giorni seguenti?

È legittimo ed è consentito dalla legge che a ogni pioggia si aprano i bypass e i liquami non vengano più convogliati al depuratore?

Capitolo a parte meritano invece le parole del consigliere comunale-Presidente dei balneatori Confcommercio Riccardo Padovano:

oggi – hanno proseguito l’avvocato Fiorilli e Foschi – scopriamo che porre domande legittime a fronte di uno sversamento di liquami, documentato e certificato da Istituzioni come l’Arta, dunque a fronte di un fatto riscontrato e vero, equivale a un ‘procurato allarme’. Oggi scopriamo che ‘chi tocca i fili, muore’: è chiara la minaccia di querela, neanche velata, rivolta nei confronti dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ per aver rivelato ai pescaresi ciò che la sua maggioranza politica di governo avrebbe dovuto dire.

Ovviamente le minacce del consigliere comunale Padovano non faranno tacere l’Associazione, ma è rivelatrice di quella cultura che, anziché pretendere soluzioni ai problemi, cerca di nascondere i problemi stessi: il Comune conferma che gli sversamenti ci sono stati, ma non se ne deve parlare, non si deve dire.

Noi riteniamo che invece è proprio quella cultura che va cambiata perché ha ucciso il comparto balneare: a fronte delle ammissioni dell’assessore Scotolati, le Associazioni di categoria dei balneatori oggi dovrebbero guidare la ‘marcia’ sul Comune per difendere i diritti e gli interessi delle proprie imprese e dei propri utenti, dovrebbero pretendere soluzioni e non optare per una ‘complicità al silenzio’, dovrebbero denunciare chi dal 2014 li prende in giro promettendo due o tre nuovi depuratori e l’abbattimento della diga foranea.

Ovviamente l’Associazione continuerà a tenere alta la guardia sul problema, piaccia o non piaccia al consigliere Padovano, rassicurandolo sul fatto che la Procura ha già tutti i documenti degli ultimi giorni.

Nel frattempo l’Associazione chiederà un incontro formale con la Confcommercio per confrontarci sul conflitto di interessi generato dai doppi ruoli rivestiti da alcuni esponenti che sicuramente penalizza e limita le azioni dell’Associazione stessa: è evidente che oggi il Presidente del Sib-Confcommercio non potrebbe mai organizzare un’iniziativa contro quell’amministrazione comunale in cui lui è consigliere di maggioranza. Alla Confcommercio chiederemo ufficialmente di rimuovere tale conflitto in essere”.

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