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Pescara, tavola rotonda : “Satira e dintorni. Ruolo e limiti nell’informazione quotidiana”

da Redazione

Domenica prossima all’Aurum nell’ambito  del Festival sulla Qualità della vita. A seguire la proiezione di “Zac-I fiori del Male” di Massimo Denaro

PESCARA – Domenica 9 ottobre 2016, alle ore 17.00,in sala Tosti presso l’Aurum – zac_i-fiori-del-male_locandina-webLa Fabbrica delle Idee, a Pescara,si terrà  una  tavola rotonda, organizzata dall’Associazione Pescara Punto Zero, nel corso della seconda edizione del Festival sulla qualità della vita “C’era una volta” .

Parteciperanno Riccardo Mannelli (artista, disegnatore de Il Male, Il Fatto Quotidiano, Repubblica), Valter Zarroli (artista, disegnatore e fondatore de Il Male), Drahomira Biligova (pianista, ex moglie di Zac), Massimo Denaro (regista).

Si parlerà dei limiti della satira, se ci sono, e che ruolo ha nel mondo dell’informazione oggi.Si discuterà se è lecito condannare questa forma artistica quando  assume  toni offensivi, oppure se serve a scuotere una società sempre più anestetizzata nei sensi. Dalle vignette di Charlie Hebdo all’ultimo schizzo che ritrae la Boschi sul fatto quotidiano, un dibattito con i personaggi che animano oggi questo mondo tra l’arte e l’attualità

Per l’occasione, ci sarà l’intervento via skype di VAURO e VINCINO.

A moderare il dibattito Davide Desiderio, critico cinematografico e responsabile Arti Visive del festival.

A seguire, per la prima volta in sala in Abruzzo, la proiezione di uno straordinario contributo alla vita di Pino Zac, nome d’arte del siciliano Giuseppe Zaccaria, maestro della satira dimenticato e rimosso dalla coscienza collettiva. “Un profugo della matita”, come amava definirsi, che ha sempre messo alla berlina il potere in tutte le sue forme e i suoi rappresentanti. Non a caso è stato il creatore dell’indimenticabile e cattivissima testata satirica “IL MALE”, nata nel febbraio ’78 sulla scia del movimento del ’77.

zac-i-fiori-del-male_mannelli“Zac-I fiori del Male” di Massimo Denaro, è prodotto dal CSC – Scuola Nazionale di Cinema – sede Abruzzo.

Presentato nella sezione ‘Il cinema nel giardino” della 72° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, colma un vuoto e ricostruisce la vicenda artistica di un grande disegnatore, affidata alle testimonianze di compagni di lavoro come Vincino, Jacopo Fo, Vauro Senesi, Vincenzo Sparagna, Riccardo Mannelli, Valter Zarroli, e la ex moglie Drahomira Biligova.

Diceva di sé Zac: “Io sono un anarchico libertario neofeudale conservatore di estrema sinistra. Insomma, riassumendo, sono un anarchico. Mi sono simpatici gli ecologisti, i movimenti radicali. Mi accusano di essere un qualunquista. E’ un’accusa senza senso, vaga. Che cosa significa? E’ una parola che esiste solo in Italia

Nell’inverno 2013 Denaro entra nell’ultima casa di Zac, un castello in abbandono, ora proprietà del Comune aquilano di Fontecchio, e l‘accompagna nella visita, che ritroviamo nel documentario, Valter Zarroli, collaboratore di Zac.

Prende corpo l’idea di un film documentario sull’artista dimenticato.

zac-i-fiori-del-male_vauroZac è stato oltre che disegnatore satirico per diverse testate – l’Unità, Paese Sera, Mondo Nuovo e la prestigiosa rivista francese Le Canard Enchainé – anche l’autore di cartoon, tra cui L’uomo in grigio, nomination agli Academy Awards, e Il cavaliere inesistente, tratto da Italo Calvino, una produzione importante dell’Istituto Luce nella quale gli attori veri interagiscono e si muovono dentro le scene animate da Zac.

E’ inoltre il fondatore instancabile di testate, tra cui il settimanale satirico ‘il Male’, che segna una svolta nella satira nazionale dopo anni di censura e di sterilizzazione, e di cui Zac fu direttore soltanto dei primi tre numeri, andandosene poi per questioni amorose.

Se ne va a Parigi, ma lascia un disegno del leader democristiano Aldo Moro con la faccia trasformata in fallo che sarà la copertina del numero 3 del ‘Male’ in edicola proprio nei giorni in cui l’esponente politico viene rapito dalle Brigate rosse.

E’ la riprova dello stile tagliente e graffiante di Zac che ridicolizza politici, militari, prelati, a cominciare dal Papa, e i potenti di turno.

Con ragione Dario Fo così lo ricorda: “In Francia era considerato una delle penne più feroci… dissacrante, anticlericale, anarchico convinto, ha avuto la forza di mantenere la sua posizione di uomo indipendente e incorruttibile. Il suo credo l’ha spinto a essere ‘contro’, sempre, comunque e senza paura”.

M.Rosella, Lenius (9/2015)

Ci sono voci calde nel documentario su Pino Zac. Voci in vecchie interviste di repertorio, grandi sciarpe e sigarette lontane, non si vedono, ma si sa che qualcuno le ha fumate. C’è Vauro con la sua idea di arte umoristica e di bellezza. Non c’è male di vivere, solo quanto basta per essere combattivi e sentirsi rifiutati, ma veramente. C’è un’Italia che ha la forza di volersi bene e un’Italia che comincia a dormire. Si può guardare ‘Zac’ di Massimo Denaro tante volte, con gli occhi brillanti di vita e il cuore al sicuro.”

 

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