La rassegna del Florian Metateatro,con la direzione artistica di Giulia Basel, nella Stagione 2017/2018 proporrà 32 diversi spettacoli, 48 giornate da ottobre a maggio
PESCARA – Dopo il successo della passata edizione, si alza il sipario sulla nuova stagione 2017-2018 del Florian Metateatro, in collaborazione con il Comune di Pescara, assessorato alla Cultura, TEATRO D’AUTORE ed altri linguaggi, direzione artistica Giulia Basel: da ottobre 2017 a maggio 2018 ben 32 diversi spettacoli verranno presentati in 48 giornate sul palcoscenico del Florian Espace, ma anche dell’Auditorium Flaiano e del Matta.
Le opere spaziano dalla drammaturgia contemporanea a lavori più sperimentali, attraversando, oltre al teatro, altri linguaggi come la musica, la danza contemporanea, la letteratura. La presentazione in Sala Giunta con l’assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo, il direttore artistico del Florian Metateatro Massimo Vellaccio, collaboratori e organizzatori di eventi che accompagneranno la stagione.
“A Pescara, in attesa del nuovo Teatro Michetti in via di completamento – dice l’assessore Giovanni Di Iacovo – grazie al Florian un teatro c’è già . Con 42 spettacoli questa stagione porta il teatro in città, accostando stili diversi, temi affascinanti e offrendo ad ogni gusto il suo migliore “pasto”. Il cartellone offre eventi di caratura internazionale, ma dà spazio anche al talento locale, questa natura fa del Florian una realtà viva e un grande collettore di energie culturali”.
“Una rassegna ricca di appuntamenti importanti ogni fine settimana con compagnie di livello e nomi eccellenti della scena dell’avanguardia – così Massimo Vellaccio – Anche quest’anno ci saranno in cartellone le produzioni del Florian Metateatro, centro nazionale di produzione teatrale che affianca all’attività di ospitalità, quella di produzione e di ricerca: abbiamo ben cinque debutti di nuovi spettacoli e anteprime nazionali e alcune riprese di grande successo degli anni scorsi. Piena sinergia con le altre realtà locali, da Artisti per il Matta a MagFest, Jam&s Jazz.
Saranno proposti spettacoli che si inseriscono nei diversi filoni che abbiamo già imparato a conoscere lo scorso anno, quasi delle rassegne nell’ambito della programmazione ( “L’Europa è qui”, “Drammaturgia contemporanea”, “Corpo di scena”, “Classici contemporanei”, “Assolononsolo” e “I Concerti di Jam&s Jazz e…” a cura dell’Associazione Musicale Jam&s, che affianca in modo mirato sul jazz l’attenzione verso il mondo della musica già avviata con gli “Scenari musicali”) più nuovi titoli creati appositamente per gli spettacoli ospitati: “Stazioni di Frontiera”, “Parole d’Arte”, “Teatro Doc”, “Il teatro fa poesia”.” Ad aprire la Stagione lo scorso 13 ottobre è stato lo spettacolo DIALOGHI CON TRILUSSA dello storico Teatro Potlach di Fara Sabina, per “Assolononsolo”.
Attraverso alcune delle più belle poesie di Trilussa, l’attrice Daniela Regnoli, sotto la direzione di Pino Di Buduo ha regalato agli spettatori uno spettacolo divertente in dialetto romanesco molto apprezzato dal pubblico di adulti e di giovani mentre Sabato 21 ottobre per il primo appuntamento de “I concerti di Jam&s Jazz e…“ il Florian Espace ha vissuto una straordinaria serata con Bandoneon Solo Vol.II di Paolo Russo, musicista pescarese che vive a Copenhagen in Danimarca : teatro gremito e pubblico entusiasta. Il concerto è stato preceduto da una breve introduzione di uno dei massimi esponenti della critica e della didattica della musica afro-americana, non solo in Italia, ma a livello internazionale: Stefano Zenni”.
Il Programma, temi e spettacoli
L’unione tra l’arpa e il popular dà vita a composizioni originali che spaziano dal pop al flamenco, dalle colonne sonore al jazz: questo il peculiare lavoro proposto da Elena Cacciagrano, Letizia Caramanico, Sonia Crisante, Benedetta Tranquilli nel concerto POP HARPS tenutosi martedì 31 ottobre al Florian Espace per “Scenari Musicali”. Le quattro giovani arpiste abruzzesi, di formazione classica al “Luisa D’Annunzio” di Pescara, che con anni di esperienza in ensemble d’arpe d’ogni genere e numero, e orchestre sinfoniche, hanno deciso di sfruttare l’enorme versatilità di 47 corde e 7 pedali, giungendo ad una scrittura moderna idiomatica ricca di effetti, a volte, inaspettatamente aggressivi e audaci per quello che è sempre stato visto e catalogato come lo “strumento degli angeli”.
Due giorni e quattordici repliche per lo spettacolo DIONISO e PENTEO Tragedia del Teatro: venerdì 3 e sabato 4 novembre alle ore 18.00 / 18.45 / 19.30 / 20.15 / 21.00 / 21.45 / 22.30 per “Corpo di Scena” torna a Pescara, dopo il successo dello scorso anno con “Cantami Orfeo”, il Teatro del Lemming, la compagnia che da anni propone un tipo di Teatro Sensoriale incentrato sul Mito e la sua ritualità.
Quest’anno, in occasione dei 30 anni dalla loro fondazione, viene presentato al Florian Espace il mito di Dioniso e Penteo per 7 spettatori a replica, con Alessio Papa, Boris Ventura, Diana Ferrantini, Katia Raguso, Fiorella Tommasini, Marina Carluccio, Elena Fioretti, Rudi De Amicis e Silvia Massicci, la musica e la regia di Massimo Munaro, in un lavoro ispirato a “Le Baccanti” di Euripide, non a caso l’ultima delle grandi tragedie che ci sono rimaste. Per certi aspetti essa si pone come fine di un genere, e più in generale di un pensiero (quello tragico appunto), ma anche come inizio di quella diversa visione del mondo che sta alla base della tradizione che conduce fino ad oggi e a quel che rimane del teatro moderno. Implicitamente, mettendo in scena come protagonista lo stesso dio del teatro – Dioniso, essa si pone come riflessione sullo stesso statuto di teatralità, sulla sua crisi, sulla sua impossibilità.
Da molti anni il Teatro del Lemming conduce un percorso teatrale, unico nel panorama italiano, che si caratterizza per il coinvolgimento drammaturgico e sensoriale degli spettatori. Questa indagine, ricollocando al centro dell’esperienza teatrale la ritualità e il mito, si pone anche come ricerca sui profondi movimenti emotivi che le figure archetipiche inevitabilmente suscitano in coloro che le frequentano.
Su queste basi il Teatro del Lemming è andato sviluppando, negli anni, un proprio processo pedagogico. Nei lavori del Lemming, dedicati a piccoli gruppi di spettatori alla volta, non si tratta dunque semplicemente di assistere ad uno spettacolo, quanto piuttosto di esserne completamente immersi e di vivere così una vera e propria “esperienza”.
Un graditissimo ritorno è anche quello dei Teatri di Vita con il loro A PORTE CHIUSE Dentro l’anima che cuoce. Venerdì 10, sabato 11, domenica 12 novembre per “L’Europa è qui” Andrea Adriatico porta in scena Gianluca Enria, Teresa Ludovico, Francesca Mazza e Leonardo Bianconi in uno spettacolo ispirato a Jean-Paul Sartre , drammaturgia di Andrea Adriatico e Stefano Casi, con l’amichevole partecipazione di Angela Malfitano e Leonardo Ventura , una produzione Teatri di Vita, Akròama T.L.S. con la collaborazione di Teatri di Bari . Due donne e un uomo, rinchiusi in un salotto per l’eternità. Quel salotto elegante e perbene è l’aldilà, e la loro convivenza è la condanna dopo la morte, perché “l’inferno sono gli altri”. Jean-Paul Sartre scrive A porte chiuse (Huis clos) nel 1944, firmando uno dei capolavori della drammaturgia europea: un serrato dialogo fra tre morti che protraggono la loro pena semplicemente rigettandosi in faccia verità scomode. Una metafora delle relazioni sociali e della stessa identità, formata dalla prospettiva degli altri. Un’intuizione che rimane sempre potente per la sua capacità di descrivere i rapporti umani, e dunque le aberrazioni e forzature del giudizio altrui, anche 70 anni dopo, nell’epoca in cui il “controllo” dell’altro passa impietoso e violento attraverso i media e i social network, definendo un “inferno globale” che è l’ambiente in cui viviamo. Dopo gli “inferni” di Copi, Elfriede Jelinek, Koltès, Beckett o Pasolini, Andrea Adriatico approda all’opera più esplicita riguardante la pressione sociale come fonte di sofferenza per l’uomo della nostra epoca. E lo fa in una coproduzione che vede coinvolti Teatri di Vita, Akròama T.L.S. e Teatri di Bari, nell’ambito del VIE Festival. Lo spettacolo rientra nel progetto Atlante: “progetto cervicale per chi soffre di dolori al collo, dolori da peso del mondo”, che si sviluppa attraverso gli spazi urbani. Dopo Bologna, 900 e duemila, prima tappa di Atlante negli spazi monumentali del capoluogo emiliano, ecco lo spazio tutto interiore e domestico di A porte chiuse,seconda parte del progetto.
Il primo appuntamento con la danza contemporanea è per il 17 novembre sempre al Florian Espace per “Corpo di scena” con MIGRANTI della Compagnia Atacama, con il concept, la coreografia e la regia a cura di Patrizia Cavola e Ivan Truol e i danzatori Stefania Di Donato, Linda Guerriero, Cristina Meloro e Deborah Patrizio. Il progetto coreografico si pone l’obiettivo di andare a sondare, attraverso la creazione artistica, tematiche con un forte riscontro sociale, le migrazioni, la mobilità, l’integrazione, la diversità culturale, i conflitti e le contraddizioni che ne derivano.
Esplorare il concetto di mobilità, movimento interno ed esterno, del singolo e dei gruppi, direzioni e flussi migratori, spostamenti liberi e indotti, invasioni, la vocazione alla migrazione che caratterizza parte del genere animale e la specie umana. Il progetto coreografico unisce l’elaborazione della danza/poesia fisica ad un lavoro di costruzione pittorico e visionario dell’immagine, all’uso della parola e del suono, all‘interazione con le musiche originali composte da Sergio De Vito – Epsilon Indi.
Il secondo appuntamento con I concerti di Jam&s Jazz e… il 19 novembre alle ore 19.00 al Florian Espace con il duo Arsène Duevi (TOGO / ITALIA) voce e chitarra e Roberto Zanisi (ITALIA) corde e percussioni . L’eclettico Roberto Zanisi, milanese, imbraccia strumenti a corda quali il cumbus turco, il bouzuki greco e lo cifteli albanese; utilizza strumenti a percussione come l’arabo dumbek e crea melodie cromatiche con lo steel pan di Trinidad percorrendo generi di ogni parte del mondo e rimescolando il tutto secondo un gusto del tutto personale. Arsène Duevi è uno sciamano che viene dal Togo, dal centro dell’Africa nera: etnomusicologo di formazione, canta e suona la chitarra e il basso elettrico. Arsène racconta: ” Dove sono nato e cresciuto, la voce degli anziani è molto ascoltata. Le generazioni sono legate tra loro da un forte sentimento affettivo. I nonni hanno verità antiche da trasmettere ai nipoti. Un proverbio ewè dice che un vecchio seduto vede più cose di un giovane in piedi sulla sedia” . Queste e altre cose sussurra Arsène Duevi in concerto, tra un brano e l’altro. Usando poche,pochissime parole: perché ciò che conta –sostiene – non sono le parole, ma l’energia e l’amore “… è musica della sua terra ma anche del mondo, perché parla un linguaggio universale anche se i versi delle sue composizioni sono in un dialetto della lingua Ewè: ci senti dentro il blues senza blue notes, le note tristi. I canti possono essere accorati, nostalgici, spirituali, sommessi, ma mai tristi; e lo capisci anche dal body language”.
Il 25 novembre, in occasione della ‘Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne’ e in collaborazione con il Magfest, arriva sul palco Paola Giglio con il suo FINALMENTE SOLA, per la regia di Marcella Favilla. Lo spettacolo ha partecipato al Premio Scenario 2015, selezionato per le semifinali di Bari presso il Teatro Kismet Opera e nel settembre dello stesso anno ha vinto il Premio ‘Anima e Corpo del personaggio femminile’ per monologhi originali dell’Associazione Luigi Candoni. in seguito lo spettacolo, inserito nella rassegna ‘Una stanza tutta per lei’ organizzata a Roma da Marioletta Bideri ha riscosso grande consenso di pubblico e critica come anche al festival Under 32 ‘Maldipalco’ organizzato dal Teatro Tangram di Torino. Finalmente sola non è un monologo sul femminicidio; è però un testo che si propone, guardandole attraverso le lenti dell’ironia e del sarcasmo, di indagare le dinamiche amorose, partendo da quelle un po’ scontate e che fanno sorridere, fino ad arrivare a quelle malate e potenzialmente pericolose.
Per “Corpo di scena” il 2 dicembre va in scena LUPI spettacolo di ArtGarage / Korper, regia e coreografia Emma Cianchi, con Antonio Nicastro e Armando Rossi, una performance di forte impatto emotivo chenel 2015 e nel 2016 ha replicato in importanti festival europei Varsavia – Praga – Lisbona – Dusseldorf. Azioni sceniche dei danzatori animano lo spazio – azioni che affondano e lasciano linee e tracce prese dall’osservazione del comportamento animale e dallo studio del movimento di varie tecniche di lotta e combattimento.A distinguere l’uomo dall’animale c’è quello stato d’intensa tensione tra un istinto primordiale e la ragione.. La spontaneità degli animali si presenta forse un obiettivo irraggiungibile per l’uomo, costantemente soppresso da morale e tradizione. Eppure in un angolo disperso del nostro animo restano vivi istinti forti ed essenziali che rimbombano in ogni spirito umano: la difesa del proprio territorio è uno di quelli.
Domenica 3 dicembre Teatro d’Autore si sposta per un appuntamento speciale al Teatro Comunale di Pratola Peligna per lo spettacolo (a+b)3 dei Muta Imago, uno dei più interessanti gruppi del nuovo teatro, già affermato a livello nazionale e internazionale, che il Florian ha avuto il piacere di ospitare con grande successo al Festival Scenari Europei 2016 con il nuovissimo e innovativo “Polices!”. Questa volta presenteranno invece uno dei loro primi lavori (a+b)3, uno spettacolo che unisce ad una sensibilità di ricerca la capacità di coinvolgere un pubblico ampio e che si presta ad una fruizione anche per famiglie come è giusto che sia in un periodo ancora di feste. Una coppia d’amanti, due figurine felici che si preparano per uscire: mettono il vestito bello, i capelli hanno la piega appena fatta, un giro di perle al collo, le scarpe lucide. Si muovono rapidi, la loro danza si ferma di fronte ad uno specchio, che ne incide i nomi sulle ombre sottili. Si racconta che la pittura nacque quando una ragazza ricalcò il contorno dell’ombra del suo giovane innamorato sulla parete della sua stanza. Il ragazzo sarebbe partito la mattina successiva, allora lei, la notte, tenendo la lanterna vicino al viso di lui e vedendo proiettarsi un’ombra sul muro, disegnò i contorni della sua ombra… Lo spettacolo, che vede l’ideazione e la regia di Claudia Sorace, la drammaturgia e il suono Riccardo Fazi e l’interpretazione degli stessi, sarà preceduto da Antologia di S. un interessante e particolare progetto di drammaturgia sonora di Riccardo Fazi. Il filone in cui i due lavavori si inseriscono è il nuovo “Stazioni di Frontiera”.
Un altro appuntamento speciale è quello che si incrocia con la nostra rassegna di Teatro Ragazzi TUTTI A TEATRO! Venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 dicembre al Florian Espace andrà in scena CANTO DI NATALE dal racconto di C. Dickens, drammaturgia e regia Sabatino Ciocca, con Alessio Tessitore, Umberto Marchesani, Emanuela D’Agostino, Silvia Napoleone, Edoardo De Piccoli, Maddalena Brozzi, produzione Florian Metateatro, che per la prima volta collabora organicamente con un regista e autore come Sabatino Ciocca. Scritto nell’autunno del 1843 Canto di Natale ha per protagonista il vecchio Ebeneezer Scrooge il famoso banchiere strozzino che, dopo una vita passata nel rancore verso uomini e cose e l’odio verso tutto ciò che non sia profitto personale, il mattino di Natale si risveglia rinato a nuova vita. E’ questa semplice e profonda lezione che muove il senso del progetto proposto: condividere e farsi testimoni attraverso il fare teatro di una riflessione sui valori eterni della solidarietà, della reciproca comprensione, della conoscenza de “l’altro”; la sola conoscenza che ci consente di rendere vani i “pregiudizi”. L’allestimento teatrale scelto per riproporre questo eterno “racconto lungo”, così lo definisce Dickens, cerca di restituire intatta la magia che scaturisce dalla bocca del genitore allorquando, nelle notti ventose d’inverno, s’appresta a leggere ai figliuoli, in ansiosa attesa nel loro rassicurante e caldo letto, le vicende della magica notte di Scrooge. Ed ecco che d’improvviso il fondale, si fa libro aprendosi e scoprendo i bellissimi disegni, proiettati su grande schermo, di un maestro delle illustrazioni di libri per ragazzi che è Roberto Innocenti. Le pagine si susseguono ognuna puntuale a seguire la storia narrata ad avvolgere gli attori….
Il 21 e il 22 dicembre alle ore 21 Florian Espace il gruppo In-scena-re architetturepresenta ‘Caro Euripide’ testo e regia Adriana C. Cardelli con Tiziana Di Tonno scenografie Adriana C. Cardelli e Marco Santomauro.Anna la protagonista, quasi assoluta, dello spettacolo, interpretata dalla Di Tonno, vive le contraddizioni di una donna moderna, un’attrice in carriera che, mentre studia la parte, confrontata ironicamente la sua vita con quella di Medea di cui spesso ha ricoperto il ruolo. Quando uscirà dalla scatola scenica, dove si consumano le sue emozioni altrettanto contraddittorie, sarà costretta a scegliere tra due elementi simbolici, il sole e la luna. Lo spettacolo che si avvarrà anche delle musiche e del canto dal vivo è presentato nella nuova sezione Teatro doc che guarda con particolare interesse alle realizzazioni artististiche che prendono vita nella nostra regione.
Torna a Pescara il regista Enrico Frattaroli con il suo nuovo spettacolo co-prodotto con il Florian Metateatro, sabato 13 gennaio ore 21 Florian Espace, presentando Psycosis 4.48 di Sarah Kane in forma di “Sinfonia per voce sola”. Regia di Enrico Frattaroli con Maria Teresa Pascale. “Sinfonia per voce sola” è una messa in concerto dell’ultimo testo di Sarah Kane: la musica dei suoi versi in risonanza con la musica di Gustav Mahler e di P. J. Harvey. Sulla scena, protagonista è la poesia stessa, variegata nelle forme liriche, narrative, dialogiche, grafiche della sua scrittura, testualmente e scenicamente affidata alla voce sola di Mariateresa Pascale. Dopo questa anteprima al Florian Espace di Pescara, l’opera sarà presentata in prima assoluta a Roma, al Teatro Palladium, il 19, 20 e 21 gennaio 2018.
Sabato 20 gennaio per “Scenari Musicali” il Florian Espace ospita Terre del Sud con il concerto DALLA MAJELLA AI TRABOCCHI – dai canti della tradizione a quelli d’autore. Un appuntamento con musiche, canti e immagini per raccontare la terra d’Abruzzo, con Paola Ceroli (Voce) Mimmo Spadano (Voce, chitarra acustica, chitarra battente) Peppe Tetiviola (Flauto traverso, fiati etnici) Stefano Andretta (Voce, mandolino, basso acustico, chitarra) Tino Santoro (Voce, tamburi a cornice, percussioni) Vincenzo De Ritis (fisarmonica).
Terre del sud, forte dell’esperienza maturata in centinaia di concerti e laboratori sulla musica popolare del centro-sud Italia, dedica questo nuovo lavoro alla valorizzazione della cultura e della tradizione del proprio territorio, quello abruzzese che va appunto dalla Majella alla Costa dei Trabocchi.
Canti e musiche che ci appartengono e identificano, in una veste volutamente variegata: da quella più tradizionale, a quella che sfocia in sonorità più mediterranee, con qualche piccola incursione nel jazz. Uno spettacolo coinvolgente. Emozioni antiche che si rinnovano negli arrangiamenti attuali e nelle composizioni d’autore.
Dopo l’interesse suscitato lo scorso anno, sabato 27 gennaio, in occasione del Giorno della memoria, per “Scenari Musicali” Florian Metateatro/Pescara PianoDuo presenta Voci della Memoria, ideazione e cura Cristiana Arena e Simona Ampolo Rella con Simona Ampolo Rella e Cristiana Arena (PescaraPianoDuo), Renato Marchese (violino) , Roberto Torto (clarinetto) Giulia Basel Emanuela D’Agostino Umberto Marchesani(voci recitanti). Nel continuo alternarsi, di musica e recitazione, nel passaggio dagli scritti letterari all’esecuzione musicale di brani solistici o d’insieme, prendono vita in scena ora testimoni sopravvissuti all’olocausto ora vittime, ora personaggi consegnati alla letteratura ai quali fanno da contrappunto brani musicali classici o in stile klezmer, composti da autori quali Ravel, Castelnuovo Tedesco, Bloch, Kovacs, Gershwin e testi di Levi, Brecht, Saba, Shakespeare, Debenedetti.
Sabato 3 e domenica 4 febbraio per “Assolononsolo” va in scena al Florian Espace il nuovo spettacolo del Florian Metateatro IL RIBELLE di Leonardo Rossi, ispirato a Ernst Junger, regia e cura musicale di Gian Marco Montesano, con Umberto Marchesani e la partecipazione di Oscar Strizzi. Elezioni, politica, sessualità, estremismo, ma anche solitudine, rancore e speranza: questi i temi ricorrenti de “Il Ribelle” di Leonardo Rossi, messo in scena da Gian Marco Montesano e intensamente interpretato da Umberto Marchesani. Nella pièce tutto viene preso a fatto a pezzi, sondato con delicatezza per essere osservato in controluce e finalmente compreso: gli scontri generazionali, gli scontri finti, gli scontri dialettici e anche conflitti erotici, “umani e molto umani”, sono tutti gli elementi che questo Ribelle, senza età e senza tempo, lancia sul pavimento per cercare di leggerne le profezie. Alla fine trionfa la figura dell’anarca, un re, un modello, un operaio del mondo che lo costruisce nel silenzio della foresta, ascoltando una musica che viene da lontano e che lo proietta ancora più in là. Altra protagonista dello spettacolo è la musica che torna e ritorna dall’inizio alla fine, una musica che ci offre un Ribelle che è un sollievo, un istante di pace e di sicurezza. Cosa ne verrà fuori, si potrà capirlo ascoltando con attenzione le parole e la musica. Perché non c’è significato più intimo e profetico di una parola che si lega a una nota. Lo spettacolo debutta in prima in questi giorni (dal 2 al 5 novembre)al Teatro Trastevere di Roma.
Venerdì 9 e sabato 10 febbraio per “L’Europa è qui” torna a Pescara il Teatro Libero di Palermo con A NUMBER di Caryl Churchill, progetto e regia Luca Mazzone. Un padre, un figlio. Il rapporto tra il Padre – figura concreta e allo stesso tempo utopica, e il figlio; rapporto che appartiene alla dimensione più precipua del mito, quello fatto di legami ancestrali, non detti antologici che sottendono, nella relazione stessa, l’elemento dell’unicità e della natura, che in una contrapposizione polare si trovano contrapposti al nutrimento e al contesto. Una contrapposizione polare ritmata da attrazione e repulsione. Un legame di pura necessità. L’ineluttabilità del rapporto è quella del legame tra il Padre e i suoi figli, rapporto che ha nel sangue un correlativo oggettivo che sottende l’unicità e l’impossibilità della replica quali leggi necessarie della natura. Correlativi oggettivi della stessa esistenza, donataci, appunto, dal Padre, di cui siamo tutti figli. «Che cosa è l’uomo perché tu ti ricordi di lui o il figlio dell’uomo perché tu ti curi di lui? […] Ecco me e i figli che Dio mi ha dati» un passo della Lettera agli Ebrei del Nuovo Testamento che ci fa riflettere sul “Me”, dove un principio di realtà, la cui affermazione è inevitabile, non può che trovare nella filiazione la sua più forte affermazione.
I Concerti di Jam&s jazz e … riprendono domenica 11 febbraio alle ore 19 con Angelo Valori e “The Wanderer” concerto di canzoni composte da Angelo Valori, testi di Eleonora Toscani. Angelo Valori è diplomato in composizione e direzione d’orchestra presso i Conservatori di Pescara e L’Aquila, oltre che presso l’Accademia Musicale Pescarese. Ha conseguito il Master in Arranging and Orchestration presso Berklee Music di Boston. Titolare di cattedra presso il Conservatorio statale di musica di Pescara, dove tiene i corsi di Contemporary writing, Teoria della Musica e Film Scoring. Tiene regolarmente Masterclass, Clinic e Concerti presso prestigiosi Conservatori, College e Università Europee e Americane: Berklee College di Boston, Columbia College di Chicago, dove è stato invitato anche come “Guest Artist in Residence”, KunstUniversitat di Graz, PopAkademie di Mannheim, Royal College di Stoccolma, Conservatorium van Amsterdam. Attualmente è membro del Learning Outcomes Working group dell’AEC (Associazione Europea dei Conservatori).
Dopo il felice debutto al Festival I Quartieri dell’Arte di Viterbo, arriva a Pescara il nuovo spettacolo co-prodotto da Florian Metateatro e Accademia degli Artefatti, LA CHIAVE DELL’ASCENSORE di Agota Kristof, per la bella regia di Fabrizio Arcuri, con una straordinaria Anna Paola Vellaccio e con la partecipazione di Edoardo De Piccoli, in scena venerdì 16 , 17 e 18 febbraio al Florian Espace. “La chiave dell’ascensore”, scritto nel 1977, è la storia, drammatica e crudele, di una donna tenuta sotto sequestro dal proprio marito che, con l’aiuto di un medico compiacente, infierisce su di lei sottoponendola a orrende mutilazioni. I due uomini arrivano al punto di privarla dell’uso delle gambe e a renderla cieca. Il testo teatrale si costruisce sulla figura della donna straziata, alla quale rimane solo la voce per gridare al mondo la sua orribile storia e denunciare i soprusi subiti. Questo spettacolo rientra contemporaneamente in due delle linee che attraversano Teatro d’Autore “L’Europa è qui” e “Assolononsolo”.
Per “Stazioni di frontiera” il Collettivo Internoenki presenta Appunti per un’ ORESTEA NELLO SFASCIO, testo e regia di Terry Paternoster, con Patrizia Ciabatta e Venanzio Amoroso, in scena sabato 24 febbraio ore 21 e domenica 25 febbraio ore 17,30 presso lo Spazio Matta. L’Orestea tragica di Eschilo trova sensi contemporanei e politici nell’ambientazione da opera buffonesca del giovaneInternoenki, un collettivo che vuole essere un grande contenitore di testimoni e testimonianze del nostro tempo. Orestea nello sfascio racconta le derive della nostra società corrotta e rassegnata ed è ambientata in Valle D’Itria, dove Clitemnestra, Egisto e Oreste sono al centro di un intrigo di scandali sessuali, omicidi mafiosi e rifiuti tossici.
Per “Parole d’Arte” lunedì 5 marzo alle 11 al Florian Espace la compagnia CapoTrave/Kilowatt di Sansepolcro porta in scena PIERO DELLA FRANCESCA. Il Punto e la luce, spettacolodi Lucia Franchi e Luca Ricci, per la regia di Luca Ricci, con Barbara Petti e Gregorio De Paola, adatto anche ad un pubblico più giovane a partire dai 13 anni. Lo spettacolo è costruito come una favola storica in cui nulla è vero (né potrebbe esserlo), ma tutto è verosimile. Si indaga un preciso momento della vita del celebre pittore rinascimentale Piero della Francesca, quando il suo linguaggio innovativo si è quasi del tutto formato, ma intorno a lui si addensano dubbi, perplessità, riconoscimenti incompleti o comunque già tardivi. Gli anni centrali di questo racconto – basato su alcuni riferimenti reali, e poi del tutto immaginato – sono il 1444 e il 1445. Piero non appare mai sulla scena. Il suo percorso artistico, le sue scelte di vita, la sue relazioni, sono raccontate di seconda mano da due figure che abitano e lavorano con lui: il suo giovane aiutante Paolo, e Giovanna, la moglie di suo fratello Marco.
Giovedì 14 marzo presso l’ Auditorium Flaiano il Florian Metateatro e Acculae Teatro presentano D.N.A. Bulling play di Dennis Kelly per la regia di Antonia Renzella, con Massimo Leone, Giulia Gallone, Alessandro Blasioli, Ilaria Camplone, Massimo Sconci e altri sei giovani interpreti, per “L’Europa è qui”. D.N.A di Dennis Kelly è un testo breve, acuto, scioccante: accumula abilmente i colpi di scena, mostrando come il senso di colpa e la paura lavorano sulle dinamiche di gruppo. Non importa che il tracciato è improbabile, perché è affilato: la scrittura riflessiva di Kelly entra dentro le teste dei personaggi. Una commedia nerissima che mette a nudo il modo in cui l’interesse personale, la pressione dei propri simili e l’incapacità di connettersi realmente ed entrare in empatia con l’altro porta a un’ abulìa dei sentimenti, fino a generare in un gruppo di adolescenti la determinazione a farla franca con l’omicidio. D.N.A ha la semplicità e la chiarezza di una tragedia greca filtrata attraverso un episodio di bullismo. Lo spettacolo, dopo un’apprezzatissima anteprima a L’Aquila per la Perdonanza, debutterà nei prossimi giorni al Belli di Roma all’interno della rassegna Trend, curata dal critico Rodolfo Di Gianmarco, dedicata alla nuova drammaturgia inglese.
Un nuovo appuntamento con la danza per “Corpo di scena” è quello di sabato 17 e domenica 18 marzo al Florian Espace con il Gruppo e-Motion: è di scena CENERENTOLA, regia e coreografia di Francesca La Cava, sulle musiche di Sergej Prokofiev, con Stefania Bucci, Andrea Di Matteo, Simonetta D’Intino, Miriana Esposito, Sara Pischedda. La cultura popolare è diventata uno spazio chiave di scontro tra identificazione e significato, in cui i prodotti culturali non sono semplicemente riciclati bensì reinventati e riconsumati in un sistema sempre più globalizzato, in cui “l’immagine” è di capitale importanza (Bourdieu, P. & Nice, R. 1987). Cenerentola è una ragazza umile addetta alla casa e al focolare? No. La nostra è una ragazza moderna, intraprendente e viziata o meglio viziosa, consumata dal “consumismo” e dall’apparenza. Il regista della nostra storia è la madre. Essa diviene l’autentica plot-maker della nostra favola, colei che decide e tiene il filo della storia indirizzando la figlia verso l’obiettivo prefissato. La nostra favola usa metafore, cambia i giochi, inverte i personaggi ma mantiene la morale e gli insegnamenti del racconto originale: amore, uguaglianza, grazia, spirito, coraggio, modestia, nobiltà di sangue, buon senso e …..fortuna?
Sabato 24 marzo il Florian Espace ospita Claudio Filippini con il suo PIANO SOLO, per I Concerti di Jam&s jazz e … Nato a Pescara nel 1982, Claudio Filippini si diploma giovanissimo in pianoforte presso il Conservatorio “G.B. Pergolesi” di Fermo. Durante il suo percorso di studi ha avuto modo di incontrare musicisti come Herbie Hancock, Kenny Barron, George Cables, Jimmy Owens, Joey Calderazzo, Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea, Otmaro Ruiz, Stefano Bollani, Stefano Battaglia. A 17 anni vince la sua prima borsa di studio per il Columbia College Of Music di Chicago e successivamente quelle dei Seminari Senesi di Musica Jazz (2000) e del workshop We Love Jazz con Kenny Barron (2001). Nel 2002 gli viene assegnato il 1° premio al Concorso Europeo per piano solo Yamaha Music Foundation Of Europe e l’anno successivo il Premio Massimo Urbani (Giuria e Pubblico). Negli ultimi anni ha suonato in numerosi club e festival in tutto il mondo tra cui Sweet Rhythm (New York), Jazz Showcase e Andy’s Jazz Club (Chicago), Blue Note Jazz Club (Nagoya e Tokyo), Ronnie Scott’s (Londra), Jazz at Pearl’s (San Francisco), Montreux Jazz Festival, Umbria Jazz (Perugia), Akbank Sanat Jazz (Istanbul),The Jazz Bistro (Toronto).
Martedì 27 e mercoledì 28 marzo il Florian Metateatro presenta il suo spettacolo THEATRUM MUNDI SHOW ideazione, selezione testi e regia Pippo Di Marca con Pippo Di Marca, Anna Paola Vellaccio, Gianni De Feo, Fabio Pasquini per “Il teatro fa poesia”, subito dopo la Prima che avverrà al Teatro India di Roma dal 20 al 25 marzo. Theatrum Mundi Show è una lettura del mondo attraverso il teatro e la poesia. Una summa della parola poetica occidentale, da Cavalcanti ai giorni nostri, declinata e rivista alla luce delle pratiche e delle esperienze di letteratura e vita con cui Pippo Di Marca si è nutrito, nel tentativo di elaborare una risposta alla complessità di un theatrum mundi che ci sfugge e ci sollecita, tra passato e presente. Lo spettacolo rappresenta per Pippo Di Marca la naturale prosecuzione e maturazione di un percorso sui sentieri della poesia lungamente coltivato che, nella sua totale originalità e autonomia, finisce oltretutto col gettare un ponte ideale verso l’ultima, quasi testamentaria ‘opera’ teatrale e poetica di Leo de Berardinis, il cui titolo parimenti si rifaceva alle prime parole dell’incipit del Finnegans Wake: past Eve and Adam’s
Un altro appuntamento da non perdere di “Assolononsolo” è quello di sabato 7 e domenica 8 aprile al Florian Espace con Non So Se Ci Siamo Fraintesi Bene – taccuino di viaggio nell’Italia che frana, testo, interpretazione e regia Sabatino Ciocca. Lo spettacolo riflette in chiave ironica su accadimenti, problematiche, aspirazioni e soluzioni che agitano il dibattito sociale, politico ed economico del nostro Belpaese. L’inchiesta giornalistica, la tavola rotonda, il reportage del vissuto quotidiano, il pettegolezzo dei social sono gli strumenti che danno corpo a queste riflessioni dell’attore-narratore, a volte dette, a volte cantate, a volte colloquianti con immagini e personaggi che, evocati, appaiono sul grande schermo che fa da fondale; un blues esistenziale che mescola la voce dell’attore agli strumenti dei musicista; un concerto che volutamente alimenta la confusione imperante tra verità e finzione, spettacolo e cronaca.
Venerdi 13 aprile per “Stazioni di frontiera” torna al Florian Espace dopo un lungo periodo Babilonia Teatri, una delle compagnie più affermate nel panorama della ricerca italiana vincitrice del Premio Scenario 2007, con il nuovo lavoro PEDIGREE di Enrico Castellani, con Enrico Castellani e Luca Scotton, cura Valeria Raimondi. Pedigree è la storia di un giovane uomo, della sua famiglia con due madri, del padre donatore e dei suoi cinque fratelli di sperma sparsi per il mondo.
Racconta le difficoltà di una nuova generazione alle prese con genitori biologici e genitori di fatto, con nuove problematiche di identità e di coscienza. Pedigree riflette sulle prospettive di determinate scelte, dei diritti, dei desideri, delle aspettative di una generazione in provetta alla ricerca di nuove radici e alle prese con nuove paure. Un lavoro che è allo stesso tempo un pugno allo stomaco e una carezza, dotato di una scrittura che scivola leggera ma si attorciglia alle budella, carico di umanità.
Domenica 15 aprile alle ore 19 al Florian Espace è la volta di Piero Delle Monache con Osaka Trio per I Concerti di Jam&s jazz e … L’OSAKA TRIO deve il suo nome ad un concerto in Giappone, quando Piero Delle Monache calca il palco della Hep Hall con i fedelissimi amici e colleghi: Tito Mangialajo al contrabbasso e Alessandro Marzi alla batteria. Nel repertorio non ci sono però note nipponiche, ma brani originali composti dallo stesso Delle Monache, sassofonista jazz con un forte interesse per la musica elettronica e il cinema. “I miei brani nascono spesso da semplici immagini – afferma il leader del gruppo -. Fotogrammi, suggestioni, oppure un bel panorama. Cerco poi di trasformare quello che vedo in musica”. Piero Delle Monache tornerà ad esibirsi per la stagione del Florian Metateatro forte di un nuovo disco (dicembre 2017) pubblicato proprio con un’etichetta giapponese. Road Movie – questo è il titolo – raccoglie 5 anni di musica dal vivo.
Graditissimo ritorno a Pescara degli Atto Due/Murmuris, la compagnia fiorentina che l’anno scorso ci ha “deliziato” con “Il Migliore dei Mondi Possibili” e che quest’anno ci propone un’opera firmata dallo stesso autore che abbiamo avuto modo di apprezzare due anni fa nello spettacolo “Le regole del saper vivere”: venerdì 20 e sabato 21 aprile al Florian Espace va in scena GIUSTO LA FINE DEL MONDO di Jean Luc Lagarce, traduzione di Franco Quadri, regia di Simona Arrighi e Laura Croce, con Sandra Garuglieri Luisa Bosi Laura Croce, Riccardo Nobili, Roberto Gioffrè, cura Silvano Panichi. Per “L’Europa è qui”. Lagarce, il secondo autore più rappresentato in Francia dopo Molière, non è mai riuscito a vedere in vita – data la sua morte prematura avvenuta all’età di 38 anni per Aids – un allestimento di almeno una delle sue venticinque opere.
In Giusto la fine del mondo (1990), opera scritta prima che lo stesso autore sapesse di essere sieropositivo, Lagarce racconta con estrema delicatezza e discrezione la storia di uomo di nome Louis – malato di Aids e prossimo alla morte – che dopo essere stato lontano da casa per diversi anni, torna per comunicare ai suoi familiari la notizia della sua malattia e della sua imminente morte. Ad aspettarlo trova la madre vedova, i due fratelli Antoine e Suzanne, e la cognata Catherine. Louis andrà via la stessa sera, senza aver comunicato ai suoi la ‘mera’ notizia. Una pièce che racchiude nell’epilogo sommesso di Louis tutta l’incomunicabilità della parola che diviene portatrice di solitudini incapaci di urlare, di dire, di fare.
Sabato 28 aprile e domenica 29 al Florian Espace Pandora lab porta in scena UN QUALCHE RUMORE FA di Romina Paula, regia e traduzione Alice Ferranti, con Alice Ferranti, LorenzoTerenzi, Luca Terracciano, per “Drammaturgia Contemporanea”.Il testo è ispirato al racconto “L’intrusa” del grande autore argentino L. Borges, del quale mantiene alcuni tratti fondamentali. Primo fra tutti il rapporto tra i due fratelli, che nell’opera teatrale sono personaggi diversi rispetto a quelli borgesiani, trasfigurati e resi più vicini a noi, ma che mantengono la dipendenza reciproca e la solidarietà assoluta, tanto che, come recita la citazione in calce al titolo del dramma “mettersi nei guai con uno, significava avere due nemici”.
Poi l’atmosfera di violenza sopita, pronta a scoppiare, che si respira nelle due opere e che nel racconto termina con l’uccisione della ragazza. Anche l’ambientazione risente di echi letterari, mantenendo la grande casa come luogo in cui si svolge l’azione principale e il contesto di provincia in cui la stessa è collocata.
Il testo è una traduzione dall’originale dell’opera “Algo de ruido hace”, scritta dall’autrice argentina Romina Paula nel 2007. Mai rappresentata in Italia e completamente inedita, questa è l’unica versione italiana esistente. I contatti personali con l’autrice, che le ha gentilmente concesso i diritti di rappresentazione e traduzione per l’Italia, sono l’esito di un lungo percorso, sviluppato negli ultimi anni da Alice Ferranti, di conoscenza delle drammaturgie originali e di continuo interessamento del territorio e del fermento culturale argentino. Questo le ha permesso di entrare in contatto con il lavoro di Romina Paula, ancora sconosciuta sulle nostre scene, la quale gode invece già di grande riconoscimento in Francia, dove i suoi testi sono tradotti e pubblicati e le sue regie regolarmente ospitate.
venerdì 4 maggio ore 21 Florian Espace Francesco Leineri presenta L’Essenziale per gliScenari Musicali con la sua formazione che vede Andrea Libero Cito al violino, Irida Gjergji alla viola, Gabriele Hintermann al violoncello e Francesco Leineri voce e strumenti giocattolo. Lo spettacolo consiste in una rivisitazione molto particolare dei classici della canzone italiana a cavallo fra gli anni ’50 e ’70: da Umberto Bindi a Luigi Tenco, dalla Vanoni a Gino Paoli, dal primissimo Piero Ciampi a Mudugno, a Endrigo.
Quei festival di Sanremo nei quali il mondo ci invidiava la nostra grande canzone d’autore, per intenderci. Cercando di essere il più possibile scevri da nazionalismi o patriottismi di ogni sorta, lo scopo del progetto è piuttosto quello di ironizzare con cinismo e paradosso sui confini della grande vocalità italiana, immaginandosi ciò che sarebbe stato se quest’ultima fosse sopravvissuta nell’oggi all’interno delle grandi sperimentazioni di ambiente colto da un lato e all’interno delle nuove tendenze del panorama emergente italiano attuale dall’altro.
Il trio d’archi – emblema della ricerca del mondo classico e al tempo stesso delle sviolinate della vecchia e triste canzone italiana – è senz’altro capace di liberarsi consapevolmente dalle tradizioni e di giocare con sperimentazioni ardite fino a giungere al confine con l’extramusicale. Di qui l’Essenziale: raccogliere l’essenzialità della canzone italiana di un tempo e decontestualizzarla, in un ambiente straniante come quello avanguardistico, in un vero e proprio nostalgico concerto “da camera” per cuori infranti, affrontato grazie alla leggerezza del gioco.
sabato 12 maggio alle ore 21 al Florian si conclude la stagione di Teatro D’Autore Espace con Rising up Quartet per I Concerti di Jam&s jazz e … Il Rising up jazz quartet è formato da Pierpaolo Pecoriello, Carlo Morena, Alessandro Svampa, Emanuele Di Teodoro. Il nome del gruppo ha molti significati, che riflettono diversi aspetti della formazione: 35 anni di conoscenza e di crescita dei due musicisti Pecoriello e Morena, la presenza di una giovane promessa Di Teodoro che è cresciuto nel suo percorso di studi sotto la guida, tra gli altri, proprio di Pecoriello.
Il repertorio di composizioni originali del sassofonista e flautista Pierpaolo Pecoriello e del pianista Carlo Morena, si arricchiscono del contributo creativo del contrabbassista Emanuele Di Teodoro e del batterista Alessandro Svampa. L’intento della formazione è di comunicare emozioni positive quanto raffinate ed intriganti nell’ampio caleidoscopio del linguaggio mainstream del jazz contemporaneo.
Dopo la prima di ogni spettacolo, per “Incontri a teatro” seguirà un colloquio con la compagnia a cura di Paolo Verlengia.