Tanti, tantissimi rimpianti in questa stagione per il biancazzurri che nelle ultime cinque partite, in cui l’Empoli ha sempre perso, hanno ottenuto solo una vittoria e quattro partite perse contro Torino, Chievo, Sampdoria ed Udinese; squadre che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato visto che la salvezza l’hanno già acquisita da tempo.
Il Pescara però non ha mai messo la cattiveria giusta e continua tanto che il match col Genoa è stato solo un fuoco di paglia in cui tutti pensavano di esser saliti ancora sulla giostra di Zemanlandia fermatasi una settimana dopo in quel di quel di Verona: otto gol subiti e due fatti nelle ultime tre partite, segno che non è cambiato nulla e che la Serie B sembra sempre più vicina con la gentile compagnia di Palermo e Crotone.
Del match c’è poco da dire anche se i primi quarantacinque minuti non sono da buttare per la compagine Abruzzese visto che l’Udinese colpisce alla prima occasione con Zapata (libero di colpire di testa) mentre Mitrita e Benali risultato essere inefficaci sotto porta. Il punto debole del Pescara, in questa partita, risulta essere il centrocampo con Verre e Memushaj che vagano come fantasmi in campo mentre Bruno non riesce a dar le giuste geometrie e il più delle volte perde palla beccandosi il giallo.
La ripresa è un monologo Friulano visto che il Pescara, come sempre, non rientra dagli spogliatoi e subisce l’1-2 targato Jankto e Thereau, tutto troppo facile al cospetto di una difesa che si taglia come un grissino.
Il pubblico non incita più da tempo, logorato da una stagione che ha visto la squadra raccogliere 63 volte il pallone nella propria rete e il gol di Muntari nel finale è solo una piccola consolazione per ridurre il passivo anche se il risultato fa già male di per se. Una risultato che segna ancora di più la fine in un campionato di rimpianti e orrori.
The end, appunto.
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