Pescara, un arresto per spaccio ed estorsione

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Le responsabilità  dell’arrestato emerse nell’ambito della indagine per l’omicidio di Domenico Rigante

PESCARA –   Nel corso delle indagini portate  avanti nell’ambito del procedimento penale relativo all’omicidio di Rigante Domenico,il tifoso biancazzurro ucciso il primo maggio 2012 a Pescara,questa mattina la locale Squadra Mobile, in collaborazione con la Squadra Mobile di Teramo, ha eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Chieti a carico di Di Rocco Achille , classe 81 residente a Giulianova, per i reati di spaccio di sostanza stupefacente ed estorsione.   Gli  approfondimenti condotti dagli investigatori sulla Fiat 500 sequestrata il 2 maggio 2012 in occasione dell’omicidio dell’ultras pescarese , auto utilizzata da Ciarelli Massimo e dagli altri componenti del gruppo di fuoco per la commissione dell’omicidio, hanno infatti consentito di accertare che tale autovettura era stata acquistata da un giovane venticinquenne pescarese e poi passata nella proprietà di Barbetti Quirino, nipote di Massimo Ciarelli.   Ulteriori attività investigative lasciavano emergere che il giovane, avendo maturato nei confronti di Di Rocco Achille un debito di 1500 euro, a seguito di ripetuti acquisti a credito di marijuana, era stato costretto, sotto minaccia dal suo fornitore/creditore, prima ad acquistare la 500 accollandosi il relativo finanziamento e poi a cedergli il veicolo.

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