Chi ha qualche anno in più ricorderà sicuramente quando interi nuclei familiari si arrampicavano su di esse con un pò di fatica per recarsi in visita al Cimitero, in occasione della festa del 2 novembre, o in pellegrinaggio alla Basilica della Madonna dei Sette Dolori. Non tutti avevano l’auto … e poi ogni occasione era buona per raccogliere la famiglia soprattutto in certe ricorrenze.
Si saliva tutti insieme e quando i bambini si stancavano c’era una mano forte e rassicurante che li guidava magari con l’aiuto della promessa delle caldarroste. Quanti ricordi dolci e teneri fanno affiorare” le Scalette”… evocano giorni lontani,evocano un tempo che non c’è più e persone tanto amate che non ci sono più.
L’amministrazione comunale di Pescara dunque ha voluto ricordare quel simbolo della fede popolare apponendo una targa ricordo, realizzata in Pietra della Majella, che dovrà tenere viva la memoria della vecchia città. Il Presidente del Consiglio comunale Licio Di Biase che ieri con il consigliere comunale del Pd Antonio Blasioli ha scoperto la targa, realizzata dal maestro scultore Sandro Aceto, ha sottolineato:
negli ultimi mesi siamo impegnati in un lavoro di ricerca e di riscoperta dei simboli della nostra città che ha una storia, che ha delle radici. E un pezzo di quella storia è legata alle ‘scalette’ in terra battuta che collegavano via Leonardo Da Vinci con via del Santuario, una via di passaggio utilizzata per semplificare il collegamento tra le due parti di Castellamare, scalette tra l’altro frequentatissime perché agevolavano il raggiungimento della chiesa della Madonna dei Sette Dolori, sino al 1900 l’unica parrocchia di Castellamare, prima dunque della costruzione del Sacro Cuore.
Subito dopo il Presidente Di Biase e il consigliere Blasioli hanno scoperto la targa su cui è inciso ‘Qui erano un tempo le scalette piccole scale sterrate amate dai pescaresi cammino di fede per raggiungere il Santuario della Madonna dei Sette Dolori’.
Ha ricordato il consigliere Blasioli:
quelle scale erano il simbolo di un percorso:durante la grande nevicata del ’56 furono completamente ricoperte e in città si diffuse addirittura il timore che fossero scomparse, come si ritrova negli scritti dell’epoca.
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