PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa questa mattina sono tornati a incontrare sindacati, Uil, Cgil e Cisl, e i lavoratori del cementificio di Pescara, ormai chiuso da circa 13 mesi.Dal vertice è emerso che entro fine febbraio si terrà un nuovo incontro a Pescara con l’ingegner Federici, titolare dell’azienda Sacci Spa, proprietaria del cementificio, alla presenza delle rappresentanze sindacali territoriali e delle rappresentanze sindacali unitarie, per capire quali siano i provvedimenti che la stessa azienda intende assumere nei confronti dei circa 80 lavoratori, a pochissimi mesi dalla conclusione, ormai, della Cassa integrazione, che scadrà il prossimo 5 maggio. Diverse le ipotesi sul tavolo, come una riconversione della struttura o anche la sua vendita.Nel frattempo Comune, Provincia e Regione, stanno lavorando anche su altri fronti, come l’iniziativa di apertura di una nuova cementeria sul territorio di Bussi, per la quale si potrà aprire un’interlocuzione con gli autori dell’iniziativa stessa, ipotizzando un reimpiego di personale già qualificato, preso dalla struttura di Pescara e quella di Scafa che, anch’essa, chiuderà i cancelli il prossimo primo febbraio. Il Comune garantirà la massima operatività e vicinanza alle maestranze del cementificio, pur rivendicando, con coerenza , le azioni messe in atto a settembre 2012 quando ha espresso parere negativo al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale allo stabilimento.
“Nel corso dell’incontro odierno – hanno ripercorso il sindaco Albore Mascia e il Presidente Testa – i sindacati hanno ricordato le strade che si intendono percorrere, ossia la possibilità di una ripresa del mercato dell’edilizia, l’ipotesi meno probabile allo stato attuale, e dunque delle attività del cementificio; una vendita dell’opificio o, infine, una riconversione dello stesso. In realtà, a detta dei sindacati, l’azienda di Federici avrebbe presentato un Piano aziendale che prevedrebbe la dismissione di Pescara, e addirittura la volontà di trasformare lo stabilimento di via Raiale in un piccolo presidio sul territorio per la vendita del materiale che richiederebbe però l’impiego solo di appena 18 unità lavorative a fronte degli 80 dipendenti attuali per i quali si profilerebbe dunque il licenziamento senza ulteriori ammortizzatori sociali. Sino a oggi il Comune di Pescara non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale né richiesta per un’eventuale riconversione dello stabilimento di via Raiale. Dunque è evidente che occorre un incontro ufficiale per avere notizie formali. A questo punto la nostra vera preoccupazione resta il futuro delle 80 famiglie in Cassa integrazione sino al 5 maggio, per i quali gli stessi sindacati ci hanno chiesto un impegno, ossia garantire attenzione per tali lavoratori se dovesse realizzarsi l’insediamento di un nuovo cementificio a Bussi, puntando all’utilizzo di personale già altamente qualificato. Nei prossimi giorni torneremo a convocare per fine febbraio un nuovo incontro con l’ingegner Federici e con i vertici della Sacci per definire la situazione. Nel frattempo, purtroppo, anche la cementeria di Scafa avrà chiuso i cancelli, chiusura prevista il prossimo 1 febbraio, dunque avremo un quadro ancora più chiaro di quella che è la crisi del mercato abruzzese”.