PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e l’assessore alla Riqualificazione urbana Berardino Fiorilli hanno comunicato che l’Amministrazione comunale impugnerà subito dinanzi al Consiglio di Stato la sentenza con cui il Tribunale amministrativo regionale ha accolto i ricorsi della Confcommercio e di due singoli operatori commerciali contro l’apertura e la messa in funzione della strada sul lato mare delle aree di risulta, con la relativa rotatoria all’incrocio tra via Teramo e via Ferrari.
“La Confcommercio – hanno ricordato il sindaco Albore Mascia e l’assessore Fiorilli – ha presentato nei mesi scorsi un ricorso al Tar contro l’appalto inerente la realizzazione della rotatoria alla fine di via Teramo, all’incrocio con via Ferrari-via De Gasperi e le aree di risulta. In attesa dell’udienza del Tar e in assenza di una sospensiva immediata inaudita altera parte, il Comune ha dovuto consegnare il cantiere, già appaltato, per non incorrere in un contenzioso con la ditta aggiudicataria, e i lavori sono partiti e praticamente sono anche stati conclusi, con il completamento della rotatoria e della relativa segnaletica. Il 21 novembre 2013 si è svolta l’udienza del Tar che ha però accolto l’istanza cautelare di sospensione chiesta dalla Confcommercio, fissando l’ulteriore trattazione all’udienza del 20 marzo 2014. Ovviamente il Comune ha subito impugnato dinanzi al Consiglio di Stato l’istanza di sospensiva, trovandoci, praticamente, dinanzi a un cantiere già concluso, ma con una strada e una rotatoria chiuse al traffico, pur sapendo che il loro utilizzo avrebbe rappresentato una boccata d’ossigeno per la città. Lo scorso 9 gennaio il Consiglio di Stato ha esaminato l’intero fascicolo, leggendo con attenzione le 95 pagine di memoria presentate dall’avvocato Marchese e alla fine la decisione con la quale ha rigettato la sospensiva”. ‘Ritenuto – si legge nel dispositivo dell’ordinanza del Consiglio di Stato – a differenza di quanto statuito dal giudice di prime cure – che non sussistano i presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare, in considerazione, anche a prescindere dal fumus boni iuris, della circostanza che i lavori sono già ultimati e concernono il mero adattamento di una strada alle esigenze di concreta fruizione veicolare. Che, in ogni caso, tra gli interessi commerciali di categoria rappresentati dalla ricorrente Confcommercio, e quelli al concreto utilizzo di un’opera già realizzata per la quale l’amministrazione ha impiegato risorse pubbliche, utile a decongestionare il traffico (tra l’altro in via sperimentale e senza correlativa inibizione della circolazione su altre strade), non può che prevalere, in via cautelare, il secondo. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, accoglie l’appello e per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, respinge l’istanza cautelare proposta in primo grado. Condanna Confcommercio al pagamento delle spese del doppio grado cautelare, forfettariamente liquidate in 2mila euro, oltre oneri di legge’.
“Lo scorso 3 aprile il Tar si è però riunito per entrare nel merito del ricorso della Confcommercio – hanno detto il sindaco Albore Mascia e l’assessore Fiorilli –, ma ha subito annunciato la volontà di mandare a decisione il fascicolo. E stamane è arrivata la sentenza con la quale il Tar ha accolto i ricorsi di Confcommercio e di due singoli operatori commerciali. Il Tar sostanzialmente ha affermato la legittimazione dei ricorrenti, compresa la Confcommercio, seppur, come ribadito dal Comune, non garantisca una rappresentanza uniforme dei propri iscritti perché, se è vero che la Confcommercio ha rappresentato, con il proprio ricorso, una parte degli esercenti contrari all’intervento, è altrettanto vero che molti altri operatori commerciali, pure iscritti all’Associazione di categoria, hanno comunque preso le distanze da quel ricorso ritenendo che ‘la realizzata viabilità ulteriore e aggiuntiva rispetto a quella già esistente, determinerà certamente una maggiore facilità di accesso alla zona e, di conseguenza un più agevole e accresciuto afflusso di clientela’. La sentenza, poi, si esprime nel merito della contestazione, ossia che la strada è stata individuata nell’area di parcheggio delle aree di risulta destinata dal Piano regolatore a essere attuata tramite Piano Particolareggiato. Il Tar ha ritenuto che ‘le opere non rientrano tra quelle realizzabili anche senza previa approvazione del Piano attuativo, non essendo opere di carattere esclusivamente manutentivo o conservativo’. Posizione che non condividiamo considerando che, in realtà, la strada oggi utilizzata dai veicoli per il transito esisteva già, ed era la stessa strada di accesso al parcheggio, una strada che ci siamo limitati ad adeguare. Secondo il Tar ‘è evidente che un cambio di destinazione urbanistica, a prescindere dall’entità e importo dei lavori necessari per realizzarlo, non può rientrare nell’ambito di un intervento minore. In realtà – si legge nella sentenza – con il progetto definitivo ed esecutivo si è trasformato un parcheggio preesistente in un’arteria supplementare e sussidiaria del corso Vittorio Emanuele, e questo implica che sarebbe stato necessario approvare preventivamente il piano attuativo, di competenza del Consiglio comunale”.
Il Tar ha dunque precisato che ‘dall’annullamento della delibera di giunta comunale inerente il progetto della strada sulle aree di risulta dovrebbe derivare l’obbligo dell’amministrazione di sospendere il transito ordinario su tale strada e ripristinare la precedente destinazione dei luoghi. Tuttavia il Collegio rileva che, sino al termine dei lavori di sistemazione di corso Vittorio Emanuele, la strada in esame, benché illegittimamente realizzata, rappresenta la principale via alternativa di deflusso al traffico, sicchè ove la sentenza venisse portata a esecuzione prima del termine di completamento dei lavori, e prima del ripristino della viabilità sul corso, si potrebbe creare una paralisi di una porzione rilevante della viabilità cittadina’. Per tale ragione il Tar ha differito l’applicazione della propria sentenza al completamento dei lavori su corso Vittorio Emanuele, cantiere che non è mai stato impugnato, né messo in discussione e che quindi andrà comunque avanti e sarà completato. Ovviamente rispettiamo la sentenza, che comunque impugneremo subito dinanzi al Consiglio di Stato, chiedendone l’immediata sospensiva. Siamo certi delle nostre ragioni e della bontà del progetto portato avanti, e quindi già domani adotteremo in giunta tutti gli atti necessari per portare avanti la nostra battaglia a difesa del rilancio sociale, economico e urbanistico di corso Vittorio Emanuele, affidando la nostra rappresentanza all’avvocato Tommaso Marchese”.