Ieri l’incontro promosso dal Comitato ‘No Antenne’ dei colli
PESCARA – Si è svolto ieri pomeriggio un confronto tra tutti i candidati alla carica di sindaco al Comune di Pescara per le amministrative del 25 maggio promosso dal Comitato cittadino ‘No Antenne’. Presenti, oltre al sindaco Albore Mascia, anche i candidati Marco Alessandrini, Florio Corneli, Alessio Di Carlo, Loredana Di Paola, Enrica Sabatini, Vincenzo Serraiocco e Guerino Testa. I rappresentanti del Comitato hanno illustrato il documento con 11 punti programmatici che impegnano, tra l’altro, la futura amministrazione all’assoggettamento dei Programmi annuali delle installazioni fisse alle procedure di Vas; la richiesta delle assicurazioni obbligatorie con scadenza fino a cinque anni dopo la dismissione degli impianti; un maggior monitoraggio delle antenne e l’applicazione del principio di trasparenza amministrativa con l’indicazione dell’esatta ubicazione delle antenne e poi l’inasprimento dei vincoli paesaggistici per limitare le realizzazioni, con un maggior coinvolgimento della popolazione.
Quindi ogni candidato ha preso la parola.
Il candidato Di Carlo ha puntato su un potenziamento “dell’aspetto informativo della popolazione residente”;
Loredana Di Paola ha proposto “la redazione di un nuovo Regolamento, che aggiorni quello precedente del 2004, rendendo effettiva la normativa che prevede procedure di vas e di Via”.
“Innanzitutto – ha detto il sindaco Albore Mascia – ringrazio il Comitato che ha avuto il merito, un anno fa, di sollevare il problema dell’antenna di via Valle Furci facendo emergere delle discrasie degli uffici tecnici: tra fine giugno e inizio luglio 2013, è infatti esplosa la vicenda inerente l’installazione dell’antenna in via Valle Furci, a brevissima distanza da altre abitazioni e, soprattutto, da altri impianti già esistenti. Quei lavori hanno suscitato la protesta dei residenti che sono venuti in Comune, hanno depositato una petizione con la raccolta di ben 1.329 firme, e molto civilmente ci hanno manifestato la problematica. Con i nostri uffici abbiamo approfondito la vicenda e abbiamo verificato che c’erano gli estremi per l’annullamento in autotutela del permesso a costruire rilasciato, addirittura, dagli Uffici tecnici, deputati a tale procedura, il 14 marzo sempre del 2013. Mi preme nel dettaglio specificare due punti: primo i permessi a costruire non vengono sottoposti, in questo caso, al parere della politica, ma li rilasciano gli uffici tecnici per effetto della legge Bassanini; secondo, quel permesso era stato rilasciato sulla base di un Piano di localizzazione delle antenne telefoniche approvato dalla precedente amministrazione, un Piano che, oltre all’antenna di via Valle Furci, addirittura prevedeva l’installazione di altri 38 nuovi impianti, in alcuni casi con l’implementazione degli impianti già esistenti, in altri antenne completamente nuove, e 10 dei nuovi impianti erano destinati a finire nel rione Colli.
É evidente che quel Piano va completamente rivisto, rivisitato e ricalibrato dinanzi alle mutate esigenze del territorio.In questi mesi abbiamo bloccato l’antenna di via Valle Furci, perché c’erano le condizioni per l’annullamento in autotutela, ossia mancavano le autorizzazioni Enac ed Enav, che invece sono obbligatorie. Ovviamente il gestore di quell’antenna non ha ben ‘digerito’ il provvedimento e ha impugnato dinanzi al Tar il nostro annullamento, e il Tribunale amministrativo regionale dovrebbe pronunciarsi nel merito entro fine giugno. Ma non basta: dopo il provvedimento su via Valle Furci, abbiamo convocato una serie di riunioni anche per rileggere il regolamento che disciplina le installazioni degli impianti e ci siamo resi conto che in effetti c’erano delle inottemperanze che riguardavano, in particolare, due elementi: l’installazione delle centraline di monitoraggio per il controllo continuo dei livelli di emissione di onde elettromagnetiche delle antenne, un controllo che dev’essere trasparente, ossia tale da poter essere effettuato sia dal Comune, sia dai cittadini, ebbene quelle centraline non ci sono sue tre quarti degli impianti esistenti, non sono mai state installate dai gestori, e là dove ci sono, sono centraline assolutamente inefficienti, e questo è un fatto inaccettabile; in secondo luogo mancavano le assicurazioni o, in alcuni casi, erano anch’esse lacunose, e i nostri uffici tecnici, dove peraltro si è appena insediato un nuovo responsabile di servizio specializzato sulla materia, l’ingegner Di Nisio, sta rivedendo anche questo elemento. Ossia, sino a oggi il regolamento chiede ai gestori di stipulare una polizza assicurativa di 5milioni 164mila euro circa per ogni antenna telefonica, ma senza indicazioni temporali né durata delle assicurazioni, né tempestività nella stipula; noi, imitando quanto accade in altre città del nord, come Verona, vogliamo introdurre l’obbligatorietà per ogni gestore, a stipulare un’assicurazione unica forfettaria per un valore di almeno 15milioni di euro, valida per tutti gli impianti che fanno capo a ogni singolo gestore, ma l’assicurazione deve rimanere in piedi sino al quinto anno dopo l’eventuale dismissione delle singole antenne. Qual è la situazione attuale al Comune di Pescara – ha riepilogato il sindaco Albore Mascia -: a oggi noi abbiamo negato l’autorizzazione al permesso a costruire per ben 30 singoli impianti: per 25 casi si trattava solo di implementazione di impianti già esistenti; in 5 casi di antenne nuove di zecca. Dopo il nostro diniego, ovviamente, ci sono stati 10 ricorsi al Tribunale amministrativo, ricorsi sui quali ancora non si arriva alla discussione nel merito.
Non solo: nel frattempo abbiamo reiterato a tutti i gestori della telefonia mobile la richiesta di installazione immediata di centraline di nuova tecnologia che consentano innanzitutto l’accesso e il controllo remoto agli Uffici comunali, ovvero un sistema tipo quello già esistente dell’Arta per il rilevamento della qualità dell’aria, per ciascuna singola antenna telefonica. Nei provvedimenti di diniego abbiamo già comunicato che, sino a quando tutti i gestori non si saranno messi in regola con l’installazione delle centraline di monitoraggio per ciascuno degli impianti già esistenti sul territorio, e sino a quando non si saranno messi in regola con le assicurazioni come anzidetto, non rilasceremo altre autorizzazioni né permessi a costruire. Ovviamente i gestori di telefonia hanno giudicato tale imposizioni come ‘vessatorie’ nei loro confronti, e le hanno impugnate al Tar. E’ scontato che noi non riteniamo assolutamente vessatorie tali imposizioni e ci siamo costituiti in giudizio al Tar pronti a difendere il nostro dovere di tutelare il diritto alla salute dei cittadini. E dico sin d’ora che difenderemo in ogni sede e grado di giudizio il provvedimento perché c’è un Regolamento che impone tali norme e il Regolamento non può essere sviato o aggirato, ma va rigorosamente rispettato in ogni sua parte. Dunque a oggi non sono state autorizzate nuove installazioni, non sono dunque stati installati nuovi impianti, e tutte le domande in itinere sono state rigettate. Ma ci stiamo preoccupando anche del futuro: una strada da perseguire, a nostro giudizio è quella di lavorare con i gestori, istituendo un Tavolo di concertazione, per chiedere di sfruttare gli impianti già esistenti, accorpando quanto più possibile sulle antenne già autorizzate in passato, investendo sulla tecnologia, dunque la meno impattante e la meno inquinante possibile, rinunciando a nuove installazioni. E soprattutto attorno a quel Tavolo dovremo chiamare, di volta in volta, i cittadini residenti nelle singole zone interessate, dunque gli stakeholder, per consentire anche a loro di pronunciarsi nel merito e non vedersi calare antenne sulla testa, perché ancora oggi la comunità scientifica è fortemente divisa sulla questione inerente gli effetti prodotti dall’inquinamento elettromagnetico”.
A fine incontro tutti i candidati sindaci hanno sottoscritto l’impegno. Era assente Roberto De Camillis che ha però già sottoscritto il documento.