PESCARA – Gli assessori alle Finanze Massimo Filippello e all’Ambiente Isabella Del Trecco ,ieri,dopo l’approvazione in Consiglio comunale delle due delibere all’ordine del giorno, ossia il Piano Finanziario della Attiva per il 2013 e le tariffe della Tares, che andavano approvate inderogabilmente entro il 30 novembre,hanno reso noto che l’aliquota Tares sarà al massimo per Banche e Istituti di Credito e al minimo per le piccole attività artigianali, pizzerie al taglio, fioristi, pescherie, fruttivendoli e piccoli generi alimentari. Lo ha deciso il Consiglio comunale di Pescara che in tempi record ha approvato, con 21 voti a favore e soli 2 astenuti, le tariffe della Tassa sui rifiuti e servizi con un emendamento ‘Robin hood’ sottoscritto da maggioranza e minoranza. Per la prima volta dunque al Comune di Pescara il tributo verrà pagato a fronte di un servizio realmente erogato e secondo il principio che chi più inquina più paga. Dunque non ci saranno aumenti indiscriminati del 30 o del 40 per cento, come potranno verificare a giorni i cittadini quando cominceranno a ricevere a casa i primi bollettini, ma viene assicurato un riequilibrio dei costi.
“Il Piano Finanziario – hanno ricordato gli assessori Filippello e Del Trecco – sostanzialmente elenca tutte le attività che la Attiva svolge nel corso dell’anno, dunque non semplicemente la raccolta e il conferimento del pattume, ma anche i servizi di pulizia della città, spiagge libere, la raccolta delle deiezioni canine, la derattizzazione, la disinfestazione, lo smaltimento delle carcasse degli animali, la pulizia delle aiuole, la gestione delle emergenze, la bonifica periodica di alcune fontane cittadine, servizi che complessivamente determinano una spesa pari a 16milioni 126mila euro. Dalla raccolta differenziata effettuata da una parte della città, ovvero dalla vendita del materiale differenziato, ricaviamo un’entrata pari a 726mila euro; la remunerazione di Attiva è pari a 15milioni 400mila euro, cui si aggiungono altri 8milioni 383mila euro di costo di trattamento e smaltimento in discarica e 2milioni 386mila euro di costi amministrativi, per una spesa complessiva di 26milioni 170mila euro che corrispondono al gettito della Tares, ovvero è la somma che dovremo coprire interamente attraverso la Tares”. “In merito alla conduzione del servizio – ha aggiunto in aula l’assessore Del Trecco – ci sono poi alcune novità, innanzitutto l’emanazione, a breve, di un concorso per la stabilizzazione di almeno una parte dei precari dell’azienda, concorso che per due anni è stato bloccato dalla legge 23 bis che prevedeva lo scioglimento di tutte le municipalizzate. Poi, dopo l’apertura della prima ricicleria avvenuta nel 2011 su un terreno di proprietà della Attiva, tra qualche mese apriremo la seconda ricicleria mobile per servire la zona nord della città, su un terreno dell’Anas. Alle polemiche avanzate dal Pd in merito ai mancati aumenti della Tarsu nei nostri primi quattro anni di governo, aumenti che, a detta del Pd, ci avrebbero garantito risorse utili a incrementare i servizi della Attiva, ricordo che nel dicembre del 2008 l’allora vicesindaco D’Angelo determinò l’aumento del 30 per cento delle tariffe Tarsu portando nelle casse del Comune 3milioni di euro, peccato però che di quei 3 milioni di euro nel bilancio 2009 della Attiva sono andati solo 763mila euro, ben poco a fronte della nostra amministrazione che ad Attiva ha erogato ben 4milioni di euro, somma che ha consentito di incrementare i servizi sulla città con una presenza quotidiana anche nelle zone più periferiche. Abbiamo predisposto un progetto per incrementare le zone coperte dalla raccolta differenziata e infine andremo a sgravare la Attiva dalla gestione del mattatoio che nel 2014 metteremo a gara per individuare un ente esterno cui affidarne la guida”.
Dopo un’ora di sospensione per l’esame degli emendamenti alla delibera proposti dal consigliere Di Nisio, l’aula è tornata a riunirsi e “ha approvato un emendamento, sub-emendato dalla maggioranza di governo – ha spiegato l’assessore Filippello –, che ha previsto un taglio dei costi di 165mila euro, inizialmente inseriti nel Piano ma non ritenuti direttamente riconducibili al Servizio di raccolta e smaltimento del pattume. Inoltre il Consiglio ha approvato un ordine del giorno in cui si invita il sindaco e la giunta, nella redazione dei prossimi Piani Finanziari della Attiva, a estrapolare alcuni costi che, sebbene riconducibili all’igiene ambientale, possono essere imputati direttamente ad alcuni fruitori, come la pulizia delle aree pubbliche dopo lo svolgimento di eventi e concerti, o la pulizia dello Stadio Adriatico-Cornacchia in occasione degli eventi sportivi e nei mercati. La delibera è stata approvata con 18 voti a favore e 2 astenuti”.
Subito dopo il Consiglio è passato a esaminare la delibera sulle tariffe Tares: “Per giungere alla copertura dei 26 milioni 170 mila euro abbiamo avanzato un’ipotesi tariffaria dividendo, innanzitutto, le utenze in due maxi-categorie, domestiche, ossia le famiglie, e non domestiche. La tariffa per ciascuna categoria sarà composta da due voci, ossia quella dei costi fissi e quella dei costi variabili, ovvero i costi che mutano al variare della quantità di rifiuti prodotti. Per quanto riguarda le utenze domestiche, dunque le famiglie, la tariffa variabile dipende esclusivamente dal numero dei componenti il nucleo familiare, ossia gli occupanti l’unità immobiliare, un numero che è indicativo della capacità di produrre rifiuti, ovvero più persone ci sono in un’abitazione, più producono rifiuti; i costi fissi sono determinati dalle superfici degli immobili. Per le utenze non domestiche, invece, sia la tariffa fissa che variabile sono riferite oltre che alla categoria assegnata, e ne sono state individuate 30, anche alle superfici. Su tale base abbiamo stabilito dei coefficienti di calcolo, che sono inferiori rispetto a quelli inerenti la Tarsu: sei le categorie per i nuclei familiari; 30 quelle per le utenze non domestiche. In aula abbiamo rimodulato le tariffe proposte tenendo conto innanzitutto della riduzione delle spese della Attiva per 165mila euro. Poi, il Decreto Ronchi, nell’assegnazione dei coefficienti, ha previsto un intervallo tra un massimo e un minimo: inizialmente la maggioranza di governo aveva applicato un coefficiente medio su tutte le categorie, mentre il Consiglio comunale ha ritenuto di diversificare tali coefficienti, approvando un emendamento al fine di applicare il coefficiente massimo alle Banche e agli Istituti di credito e il coefficiente minimo alle altre categorie merceologiche di vicinato, ossia attività artigianali tipo botteghe, parrucchiere, barbiere, estetista, ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio, banchi di mercato generi alimentari, venendo dunque incontro alle attività che maggiormente hanno risentito della crisi economica”.
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