Il gruppo aveva aggredito un diciassettenne pescarese,nell’aprile scorso,per una sigaretta negata. Gli amici della vittima protagonisti nella raccolta delle informazioni sugli aggressori
PESCARA – La Squadra Mobile della Questura di Pescara ha eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare, arresti domiciliari, emessa dalla locale A. G. nei confronti di un giovane E.F., poco più che diciottenne,residente in provincia di Chieti, gravemente indiziato di aver selvaggiamente picchiato,insieme ad altri quattro amici minorenni,nel pomeriggio del 20 aprile scorso, un diciassettenne pescarese, la cui colpa è stata quella di aver negato loro una sigaretta . Dall’episodio emerge una violenza fine a se stessa,esercitata da ragazzi , sprezzanti delle regole sociali e non educati al rispetto dell’altro, ma che hanno mitizzato modelli negativi basati sulla forza e cercano di colmare il vuoto della propria vita con atti esagerati,beceri e vili.Quel giorno a Pescara, piazza 1° Maggio, all’interno dell’area adibita a verde pubblico ivi esistente, il malcapitato veniva affrontato e brutalmente aggredito da un gruppo di giovani che, dopo averlo sopraffatto, lo colpivano ripetutamente con calci e pugni, dileguandosi subito dopo. La vittima, sebbene dolorante per i colpi ricevuti, si allontanava a piedi e, accompagnato dai genitori, si portava presso il locale Pronto Soccorso dove gli veniva diagnosticata la frattura del setto nasale, di due dita delle mani e varie contusioni. Per le ferite riportate il giovane veniva ricoverato presso il reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Pescara, dove veniva sottoposto ad intervento chirurgico. Determinanti per l’identificazione dei responsabili del pestaggio erano due amici della vittima, i quali, improvvisatisi investigatori, raccoglievano preziose informazioni tra i loro coetanei, risalendo così ai nomi di alcuni ragazzi che avevano assistito e/o partecipato alla violenza. Inserendo tali nominativi nelle pagine di Facebook, i due amici riuscivano anche a scaricare una foto, scattata pochi minuti prima e in una zona vicinissima a quella teatro dell’aggressione, in cui era ritratta proprio la comitiva di cui facevano parte gli aggressori. La foto, consegnata dagli amici al padre della vittima, che aveva sporto denuncia in Questura, veniva quindi portata all’attenzione degli investigatori, questa volta della Squadra Mobile, i quali, accedendo alle pagine del citato ‘social network’, avevano modo di riscontrare che erano riportati anche i nominativi e gli pseudonimi delle persone ritratte.La visione sul social network dei profili ritenuti d’interesse investigativo e delle relative foto “postate”, permetteva una prima immediata identificazione dei giovani; poi il successivo riscontro attraverso l’acquisizione dei cartellini delle carte d’identità, consentiva di generalizzare i soggetti raffigurati nella fotografia consegnata alla Polizia Giudiziaria. La visione delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza dava ulteriore contezza di quanto accaduto nei giardinetti di piazza 1° Maggio il pomeriggio dello scorso 20 aprile, avendo le telecamere ripreso le fasi dell’aggressione. Grazie infatti all’identificazione certa dei giovani ritratti nella foto scattata poco prima, si individuavano sia i responsabili che i testimoni del pestaggio, di cui si ricostruiva con precisione la dinamica.
La Squadra Mobile, non appena le condizioni di salute del minore ne permettevano l’escussione, raccoglieva la testimonianza della vittima, la quale ricostruiva in dettaglio l’accaduto, identificando due dei ragazzi che l’avevano colpito per primi, poiché non aveva loro dato una sigaretta. Venivano inoltre convocati ed escussi dalla P. G. operante i giovani (quasi tutti minorenni) che dall’attività investigativa risultavano aver assistito all’aggressione, pur non avendovi preso parte. Siffatta attività consolidava ulteriormente il quadro probatorio nei confronti dei cinque giovani (di cui quattro infradiciottenni) già interessati da stringenti elementi di responsabilità .Alla luce delle emergenze investigative acquisite, veniva depositata un’informativa di reato presso la locale Procura della Repubblica e presso la Procura dell’Aquila, competente in ordine ai minorenni coinvolti. La Procura della Repubblica di Pescara, nella persona del Sostituto Procuratore dr.ssa Anna Rita Mantini, sulla base delle risultanze prospettate dalla P. G., faceva richiesta della misura cautelare degli arresti domiciliari nei riguardi del F. E., indiziato dei reati di lesioni volontarie aggravate dai futili motivi e dall’aver cagionato alla vittima una malattia superiore a n. 40 giorni. Il G. I. P. dr.ssa Maria Michela Di Fine, condividendo l’impostazione accusatoria, disponeva con propria ordinanza l’applicazione della misura anzidetta, eseguita nella mattinata odierna dalla Squadra Mobile.