Aveva trafugato con un complice bobine di rame, prolunghe di cavi elettrici, rottami ferrosi e batterie esauste in un magazzino del Porto Turistico
PESCARA – Personale della Squadra Mobile, nella giornata odierna, in esecuzione di ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari ha tratto in arresto: Clivio Matteo, nato a Pescara il 15.01.1988, residente a Spoltore in via Ancona nr.5, pregiudicato. In data 8 marzo 2014 personale del locale U.P.G.S.P. interveniva presso il Porto Turistico di Pescara in quanto erano state segnalate due persone che, dopo aver trafugato, in più riprese, bobine di rame, prolunghe di cavi elettrici, rottami ferrosi e batterie esauste (il tutto custodito all’interno di un magazzino lì ubicato), erano fuggite a bordo di un camioncino su cui avevano caricato le merce rubata, forzando peraltro le sbarre automatizzate dell’uscita veicolare del porto. Venivano acquisite le immagini del sistema di videosorveglianza, che documentavano le fasi del furto ad opera dei due sconosciuti che, nel corso della medesima mattinata, in più circostanze erano entrati ed usciti dall’area portuale con l’autocarro utilizzato per trasportare la refurtiva proveniente dal magazzino. Partendo dalla targa del veicolo utilizzato per commettere il furto, questa Squadra Mobile risaliva all’effettivo utilizzatore dello stesso, identificato nel suddetto Clivio Matteo con pregiudizi per reati contro il patrimonio. L’uomo riconoscendosi nelle immagini tratte dal sistema di videosorveglianza del Porto Turistico, ammetteva di essersi lì recato, l’8 marzo, unitamente ad un giovane rumeno (di cui non faceva il nome) e di aver sottratto il materiale di cui sopra, dandosi poi alla fuga con il suo autocarro subito dopo esser stati scoperti. Sulla scorta degli elementi prospettati dalla p.g. la Procura della Repubblica faceva istanza per l’emissione della misura custodiale degli arresti domiciliari. Il G.I.P., pronunciandosi su tale richiesta disponeva nei confronti del Clivio l’applicazione della misura richiesta dal P.M., ritenendo nei suo confronti la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di furto aggravato dalla violenza sulle cose, con recidiva specifica, infraquinquennale e reiterata.