E’ il titolo della mostra di Paolo Conte che rimarrà aperta fino al 19 agosto
PESCARA – Nell’ambito dei numerosi e variegati appuntamenti del “D’Annunzio International Arts Festival” presso la Sala degli Alambicchi dell’Aurum, a partire ieri, 29 luglio è aperta al pubblico la mostra di Paolo Conte intitolata “Un pomeriggio tra gli inchiostri con Gigi”, nata da un’amicizia profonda e sincera, quella tra Paolo Conte, cantautore e pianista jazz e Luigi Giannotti, stampatore d’arte e docente di incisione.L’esposizione rimarrà aperta fino al 19 agosto.
Più di quaranta incisioni calcografiche -tutte prove uniche di stampa e alcune matrici con i disegni preparatori, oltre a due particolari disegni a pastelli a cera eseguiti sulle matrici di zinco preparate con vernicetta e affumicatura, per essere incise all’acquaforte – realizzate da Paolo Conte con Luigi Giannotti a Pescara tra il 1992 e il 2000 e mai esposte fino ad ora, testimoniano la profonda stima che i due artisti nutrivano l’uno per l’altro oltre alla passione condivisa per una forma particolare d’arte che ha molto in comune con la musica. L’incisione, infatti, nasce nella mente e si lavora al buio: solo alla fine si rende visibile, nella fase della prova di stampa, esattamente come avviene nella musica, che prende vita solo quando viene eseguita da uno strumento.
La mostra trae il proprio titolo dal libro omonimo a cura di Marina Giordani, presentato in prima nazionale la sera stessa dell’inaugurazione. Un doppio appuntamento da non perdere, anche perché arricchito dalla presenza della poetessa Anna Maria Farabbi e dell’artista Gabriella Albertini, oltre che dalla proiezione di una video-intervista a Paolo Conte, curata da Marina Giordani. Pagina dopo pagina, si rimane affascinati dal narrazione del primo incontro tra i due artisti, che iniziano a lavorare con serietà e impegno, sperimentando e realizzando incisioni particolari. Il libro, dedicato a Luigi Giannotti, scomparso prematuramente nel 2000, ha un titolo ideato dallo stesso Paolo Conte, che ha anche scritto un testo su questa sua esperienza.Il cantautore, da sempre appassionato di arte figurativa, è profondo conoscitore delle correnti del Novecento, in particolare del Futurismo, ed è un artista curioso, che ama sperimentare, che è capace di fondere musica e arte, per creare incisioni che possiedono un’anima.
“Un’opera d’arte, se è perfettamente concepita ed eseguita secondo un tal principio, entra nel mondo non come una opera ma come un vivente organismo, al paro degli altri viventi organismi, e nella coscienza degli uomini seguita a vivere, eterno soggetto di studio, come la vita”, scriveva d’Annunzio in un articolo pubblicato sul Corriere di Napoli, quotidiano con il quale collaborava. La stessa impressione si ha osservando le opere esposte di Paolo Conte.
Da non perdere, nell’ambito del D’Annunzio festival, l’ulteriore appuntamento con il cantautore: il concerto presso il Teatro d’Annunzio, a chiusura del Pescara Jazz Festival 2012.
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