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Pescara,barriere in mare contro l’inquinamento: Sospiri critica tale sperimentazione

da Redazione

consigliere Sospiri su Piano regolatore portualePESCARA – Il capogruppo di Forza Italia in Regione Abruzzo,Lorenzo  Sospiri  in riferimento al posizionamento della barriera galleggiante annunciato dal sindaco Alessandrini e dal segretario regionale Mazzocca per tentare di arginare l’emergenza balneazione,in un comunicato  esprime  le sue perplessità sulla validità di tale sperimentazione.Pur augurandosi che serva a qualcosa ,sottolinea il costo della installazione,400mila euro di soldi pubblici e il fatto che non siano state fatte prove in vasca.Sospiri si chiede inoltre dove siano gli studi scientifici a supporto di un tale intervento e dove siano i pareri e le autorizzazioni ministeriali.

“Dopo le ordinanze segrete e gli scarichi abusivi tenuti nascosti, ci mancavano i salvagenti, l’ultima trovata degna del ‘Circo Takimiri’ da parte di un sindaco che più ne fa e più ne sbaglia – ha osservato il capogruppo Sospiri -: se un dente si caria, un paziente non si imbottisce di antidolorifici, ma va dal dentista e cura la malattia dalla radice. In questo caso, invece, si è deciso di far morire il fiume e il mare e di passare alle cure palliative. Da un anno, dal 6 aprile 2015, il sindaco Alessandrini e il Governatore D’Alfonso sanno che il mare e il fiume versano in condizioni disastrose, raggiungendo picchi di inquinamento mai registrati prima. È dunque inutile che tentino di addossare le responsabilità a ‘chi c’era prima’, sono loro che governano l’Abruzzo e Pescara da 22 mesi e sono loro che devono giustificare come sono riusciti a ridurre il nostro mare in tali condizioni. E devono giustificare perché dopo 22 mesi di governo e diecimila comunicati stampa di annunci e proclami non è partito lo sfondamento della diga foranea né abbiamo visto il nuovo Piano regolatore portuale. Noi già conosciamo la risposta: il Presidente-tuttologo D’Alfonso e il suo ‘figlioccio’ hanno sbagliato tutte le procedure, il Comune ha continuato a inviare al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici carte errate o incomplete, nonostante i cinque o sei incarichi affidati a professionisti di fama. Il Consiglio Superiore continua a chiedere gli studi idraulici e il Comune continua inspiegabilmente a non mandarli o a spedire i documenti sbagliati. Dall’altra parte c’è un Governatore che, alla ricerca di scorciatoie, ha mandato in appalto un’opera, lo sfondamento della diga foranea, non prevista, dunque incompatibile con il Piano regolatore portuale ancora vigente, in assenza del nuovo Piano regolatore fermo al palo da 22 mesi. E la frittata è servita: piovono incarichi, ma alla fine per tentare di arginare l’inquinamento del mare si arriva all’ultima carta, spendere 400mila euro per mettere una barriera di salvagenti in mare, sperando che riescano a spingere al largo l’inquinamento proveniente dal fiume, il tutto senza corredare il progetto di uno studio idraulico e morfo-dinamico, senza aver eseguito prove in vasca, senza aver coinvolto lo stesso Ministero, ancora una volta si fa un esperimento alla ‘carlona’, solo che stavolta lo scherzetto ci costerà 400mila euro, somma che, molto più utilmente, poteva essere impiegata per chiudere gli scarichi abusivi esistenti sul fiume sul territorio di Pescara, prima causa dell’emergenza balneazione. E invece gli scarichi restano aperti, continuano a sversare liquami e feci, ma in mare ci mettiamo i salvagenti. Inapplicabile il paragone con le barriere utilizzate per arginare la fuoriuscita in mare di idrocarburi: una cosa è utilizzare quei pannelli per 15 giorni, pannelli che non fermano gli idrocarburi, ma li tamponano, altra cosa è usarli in mare per tre o quattro mesi. E la cosa più assurda – ha ribadito il capogruppo Sospiri – è che già ci sono tecnici che hanno rivelato il fallimento di tale esperimento in Emilia Romagna, perché è evidente che i liquami spinti al largo, per il gioco delle correnti, torneranno a riva, o a nord o a sud, ecco perché va eliminato l’inquinamento, non ‘spinto altrove’. Siamo consapevoli che, dinanzi allo stallo disastroso in cui versa Pescara, i balneatori farebbero anche patti con il diavolo pur di salvare la stagione, specie poi se uno dei rappresentanti della categoria è consigliere comunale di maggioranza e quindi deve necessariamente approvare ciò che dettano il suo sindaco e il suo Presidente di Regione, ma la città non può tollerare di buttare all’aria 400mila euro senza alcuna certezza sulla riuscita dell’esperimento. Per questo chiediamo il coinvolgimento delle Opere Marittime e del Ministero in tale progettazione, chiediamo che vengano eseguite prove in vasca e studi più approfonditi. E, visto che ci siamo, chiediamo anche quanto sia costata, a oggi, la redazione del progetto copiato e l’onorario dell’architetto Nino Catani che ha appunto copiato la barriera da quelle ideate per il lago di Garda, D’Iseo e altri casi simili”.

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