La confederazione artigiana pescarese lancia alcune sue proposte e soprattutto sottolinea la necessità di una drastica politica di “spending review”
PESCARA – Il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce invita il sindaco Alessandrini a riflettere bene, prima di aumentare la tassazione a carico di imprese e famiglie e a fare ricorso a tagli di spesa per fronteggiare le difficoltà di bilancio del Comune di Pescara. Inoltre sottolinea la necessità di riattivare flussi di finanziamento dall’Unione europea e dello Stato verso la città, a cominciare dai fondi della Zona Franca Urbana. L’appello è rivolto al primo cittadino del capoluogo adriatico alla vigilia di una serie di appuntamenti destinati a fissare le aliquote delle principali tasse locali: Tasi, Tari, Imu.
«In attesa di un confronto, per ora solo annunciato sugli organi di informazione, con le associazioni d’impresa – scrive Salce – vorremmo si sgombrasse il terreno dall’equazione, oltretutto spesso smentita dai fatti, come dimostra la caduta verticale degli incassi della tassa sui rifiuti, denunciata dagli stessi amministratori pescaresi, secondo cui, per far fronte a problemi di bilancio che non saremo certo noi a negare, sia obbligatorio mettere le mani nelle tasche di cittadini e imprese. Aumentando una tassazione locale, già attestata su quote insostenibili».
Perché prima di decidere, riflette Salce, gli amministratori devono considerare lo stato di salute del territorio destinatario di possibili aumenti della tassazione: «Che è un quadro a tinte fosche, soprattutto per il mondo della piccola e media impresa, se è vero – come documentato dal nostro Centro studi regionale – che il Pescarese rappresenta un’anomalia negativa, con 20 milioni di euro in meno di credito erogato alle imprese dall’inizio dell’anno, mentre il resto della regione manifesta segnali di ripresa; e che il numero di piccole imprese iscritte alla Camera di commercio ha subito una flessione, anche in questo caso in controtendenza rispetto al resto dell’Abruzzo. Chiediamo, insomma, di valutare l’impatto che l’ulteriore crescita della tassazione potrebbe avere su un sistema locale già così fiaccato». La strada, così, a detta della Cna pescarese, non può che essere quella dei tagli e della riduzione dei costi. Una medicina dolorosa ma necessaria, che Salce suggerisce inizi proprio con una robusta “dieta” a Palazzo di città. Come? «Tagliando drasticamente incarichi e consulenze esterne; riducendo, come si appresta a fare la Regione, il numero dei dirigenti e bloccando i loro premi legati ai risultati e rendimenti; abbattendo le indennità di tutti gli amministratori, siano essi componenti di giunta o del consiglio».
Il direttore della Cna non si ferma però all’indicazione di alcune misure di “spending review”. Salce va oltre, chiedendo al sindaco altre misure “coraggiose”, pur di evitare un aumento della tassazione: «Vanno revocati, come nel caso della controversa duna sulla riviera sud, tutti quegli appalti che non si rivelino strettamente necessari al buon funzionamento della città; va messo rapidamente in campo un piano di dismissioni del patrimonio comunale non strettamente necessario allo svolgimento di attività e servizi; vanno ridotti i fitti passivi». A questo proposito, la Cna pescarese chiede al primo cittadino di riflettere anche sulla gestione dei principali luoghi della città dedicati alle attività culturali, oltre le “sterili polemiche sulla carta intestata”: «Pescara – chiede Salce – può ancora permettersi la contemporanea gestione di strutture gigantesche come l’Aurum o il Museo Colonna, per lunghe parti dell’anno prive di qualsiasi iniziativa, con il risultato che nessuna sia davvero qualificata? O non sarebbe meglio pensare per qualcuna, come il Colonna, a una riconversione, magari coinvolgendo altre istituzioni come la Provincia e la Regione, per la gestione di importanti servizi al pubblico? La Biblioteca provinciale, gremita quotidianamente di utenti, può restare nelle condizioni attuali?». La Cna, infine, chiede all’amministrazione uno sforzo in direzione della capacità di attrarre nuovi investimenti sulla città, a cominciare «dallo sblocco della Zona Franca Urbana, una vicenda penosa che si trascina da anni ma che sarebbe in grado di fornire alla città linfa vitale».